Adorata da Patti Smith, citata da Woody Allen, tradotta in italiano da Amelia Rosselli: Sylvia Plath continua a irradiare fascino e poesia con la sua opera poetica incandescente, tanto che i suoi versi risultano tra i più citati su Instagram dalle ragazze americane di oggi. All’opera e alla vita della poetessa americana, martedì 12 marzo, alle ore 21, alle Passioni di viale Carlo Sigonio 382, SquiLibri dedica una serata di letture e musica live. Sul palco Stefania Delia Carnevali, Eleonora De Agostini, Francesco Rossetti, Luca Zirondoli, e i musicisti Claudio Luppi e Davide Cocco Cocconcelli. L’ingresso è gratuito fino a esaurimento dei posti.

La serata prevede letture di celebri poesie come “Io sono verticale” e “Lady Lazarus”, così come poesie tratte da “Lettere di compleanno”, la raccolta che il marito Ted Hughes pubblicò nel 1998, poco prima di morire.
Oggi Sylvia Plath (1932-1963) continua a rappresentare una donna e un’artista che con grande coraggio affronta realtà difficili. La grande qualità poetica rimane indiscussa, per la grande libertà che esprime. Una sensibilità capace di esprimere il ‘buio’ che c’è in noi.
Conosciuta per le sue poesie, la Plath ha anche scritto il romanzo semi-autobiografico “La campana di vetro” sotto lo pseudonimo di Victoria Lucas. La protagonista del libro, Esther Greenwood, è una brillante studentessa dello Smith College, che inizia a soffrire di psicosi durante un tirocinio presso un giornale di moda newyorkese. La trama ha un parallelo nella vita di Plath: dopo un periodo presso la rivista femminile Mademoiselle, in preda a un forte stato di depressione, tentò il suicidio.
Assieme ad Anne Sexton, Plath è stata l’autrice che più ha contribuito allo sviluppo del genere della poesia confessionale. Autrice anche di vari racconti e di un unico dramma teatrale a tre voci, per lunghi periodi della sua vita ha tenuto un diario, di cui sono state pubblicate le numerose parti sopravvissute. Parti del diario sono invece state distrutte dall’ex-marito, il poeta inglese Ted Hughes, da cui ebbe due figli, Frieda Rebecca e Nicholas. Morì suicida nel 1963, all’età di trent’anni.