Celebrare i quasi 250 anni di storia non significa mero ossequio alla tradizione, bensì soffermarsi a rinverdire i valori fondanti di una storia ultracentenaria, rinvenendo in essi la forza morale per affrontare le sfide che attendono un’Istituzione così centrale per la comunità. Oggi, infatti, occorre prepararsi per assicurare una sempre pronta reattività alle fenomenologie illecite, rinvenendo le strategie operative idonee a superare le prove imposte da una realtà sempre più complessa e poliedrica, globalizzata, segnata da latenti discrasie e criticità sul piano economico e sociale.

La ricorrenza costituisce, quindi, occasione per operare un punto di situazione sull’azione svolta nell’ultimo anno e mezzo dalle Fiamme Gialle Emiliano Romagnole. Un’azione costantemente finalizzata ad assicurare condizioni di giustizia sociale e di equità, garantendo, quotidianamente, il contrasto alle illegalità economico-finanziarie che emergono dal contesto territoriale regionale, a garanzia del recupero delle risorse finanziarie necessarie per il sostentamento delle esigenze pubbliche, nel solco dei principi costituzionalmente definiti e garantiti. L’ampiezza e l’eterogeneità dei fenomeni illeciti vengono affrontati dal Corpo con approccio globale, mirato a coglierne tutti gli aspetti, sia sul piano giudiziario- amministrativo che su quello economico-patrimoniale.

L’attività operativa, ispirandosi alle cennate condizioni di garanzia e alla necessità che il rapporto tra Stato e cittadino si articoli nella consueta  trasparenza, escludendo dal circolo dell’economia i fenomeni che danneggiano i cittadini e gli imprenditori onesti, si è sviluppata secondo le seguenti direttrici:

– lotta all’evasione, all’elusione e alle frodi fiscali;

– contrasto agli illeciti in materia di spesa pubblica e all’illegalità nella pubblica amministrazione;

– contrasto alla criminalità organizzata ed alla criminalità economicofinanziaria, attraverso: l’aggressione sistematica dei patrimoni illeciti; lo svolgimento di attività investigative, operate sia d’iniziativa sia sviluppando le 7.392 deleghe d’indagine assegnate dalla Magistratura Ordinaria e Contabile (Corte dei Conti), delle quali 7.041 portate sinora a conclusione; l’azione di contrasto ai traffici illeciti e di concorso al dispositivo di ordine e sicurezza pubblica.

In tali contesti, sono state sviluppate inchieste mirate, supportate da specifiche analisi di rischio conseguenti all’incrocio degli elementi desunti dalle banche dati che hanno consentito di fare una attenta selezione dei target operativi per garantire interventi più efficaci ma soprattutto per focalizzare l’attenzione sui contribuenti disonesti. I risultati raggiunti a seguito delle azioni esperite sono riepilogati di seguito, per comparti d’intervento.

LOTTA ALL’EVASIONE, ALL’ELUSIONE E ALLE FRODI FISCALI

La lotta all’evasione fiscale, quale obiettivo prioritario della missione di polizia economica e finanziaria affidata alla Guardia di Finanza, si è sviluppata, in conformità alle linee d’indirizzo fissate dal Ministro dell’Economia e delle Finanze, contrastando i fenomeni maggiormente lesivi per il bilancio dello Stato, quali le frodi tributarie, l’evasione fiscale internazionale e l’economia sommersa, che per le loro caratteristiche ed insidiosità richiedono una appropriata azione d’intelligence, analisi di rischio e metodologie d’intervento incisive, tipiche di una forza di polizia.

In tale ambito sono state eseguite 4.992 tra verifiche e controlli a tutela degli interessi erariali comunitari, nazionali e locali, pervenendo, alla denuncia di 1.988 soggetti per reati fiscali quali l’emissione di fatture per operazioni inesistenti e la presentazione di dichiarazioni fraudolente. La base imponibile che è stato constato essere stata sottratta a tassazione è pari a oltre 3.350.000.000 euro (base imponibile netta). L’attività di intelligence e di controllo del territorio ha consentito di accendere i riflettori su 125 casi di evasione fiscale internazionale, perpetratisi anche mediante la cd. “esterovestizione” caratterizzata da fittizi trasferimenti all’estero della residenza di persone fisiche e/o di società. Solo in tale comparto è stata rilevata una base imponibile sottratta a tassazione pari a oltre un miliardo di euro. Sono stati scoperti 871 “evasori totali” completamente sconosciuti al fisco. La lotta al lavoro sommerso investe la tutela della Sicurezza economico- finanziaria affidata alla Guardia di Finanza sotto diversi profili. È un fenomeno, infatti, che difficilmente si presenta isolato, in quanto nella maggior parte dei casi risulta connesso ad altre manifestazioni di illegalità (che vanno dall’evasione fiscale e contributiva, allo sfruttamento dell’immigrazione clandestina, alle frodi in danno del sistema previdenziale, alla produzione e commercio di merce contraffatta). La piena consapevolezza degli effetti distorsivi del “lavoro nero” spinge la Guardia di Finanza a mantenere alta l’azione di contrasto, che ha prodotto l’individuazione di 406 datori di lavoro che hanno impiegato 2.019 lavoratori irregolari; 757 sono risultati i lavoratori “in nero”. Costante è, inoltre, l’azione di “aggressione” ai patrimoni riconducibili ai responsabili delle frodi fiscali scoperte che, allo stato, ha condotto al sequestro di disponibilità finanziarie per oltre 124,5 milioni di euro. Nel contempo è stata richiesta alle Autorità competenti l’emissione di ulteriori provvedimenti di sequestro per oltre 849 milioni di euro. Particolarmente efficace, infine, si sta rivelando l’azione di servizio volta al contrasto alle frodi nel settore delle “accise” (imposta sulla produzione e sui consumi). In tale ambito sono stati denunciati all’A.G. 39 soggetti nonché sottoposti a sequestro kg. 60.574 di prodotti energetici e lt. 2.024.031 di alcool, con un relativo consumo in frode accertato pari a kg. 4.571.756 di prodotti energetici.

CONTRASTO AGLI ILLECITI IN MATERIA DI SPESA PUBBLICA E ALL’ILLEGALITA’ NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Accanto alla tradizionale lotta all’evasione fiscale e contributiva, la Guardia di Finanza dell’Emilia Romagna ha consolidato lo sforzo operativo nel settore della “tutela della spesa pubblica”, coerentemente con gli obiettivi imposti dai processi di spending review. Infatti, nell’ottica di garantire che i fondi pubblici disponibili siano effettivamente e proficuamente impiegati per finalità di rilancio dell’economia o di sostegno alle situazioni di maggiore disagio socio-economico, le attività di controllo sono state orientate verso l’individuazione degli illeciti perpetrati a danno dei bilanci dell’Unione Europea, dello Stato e degli Enti locali. In questo senso, la strategia di contrasto approntata si è snodata lungo una duplice direttrice, che ha riguardato, da un lato, l’organizzazione di campagne di controllo sui percettori di erogazioni pubbliche distribuite con finalità di ausilio o sgravio reddituale per le fasce sociali in difficoltà economica, quali le cosiddette “Prestazioni Sociali Agevolate” e i “ticket sanitari”; dall’altro, l’esecuzione di accertamenti approfonditi e mirati su flussi di spesa più significativi incidenti a vario titolo sulle risorse pubbliche. L’azione operata in tale ambito dalle Fiamme Gialle della regione ha condotto alla scoperta di casi di illegittima percezione ovvero di indebite richieste di finanziamenti pubblici, comunitari e nazionali, per oltre 47 milioni euro e la denuncia all’Autorità Giudiziaria di 114 soggetti. A seguito delle 338 indagini ed interventi per reati contro la Pubblica Amministrazione (quali corruzione, concussione e peculato), sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria 158 soggetti, di cui 12 tratti in arresto.

Sono stati sottoposti a controllo appalti pubblici per un ammontare complessivo di oltre 394 milioni di euro, da cui sono emerse irregolarità in appalti per circa 376 milioni di euro con la denuncia all’A.G. di 46 soggetti. I 1061 controlli volti a verificare la sussistenza dei requisiti di legge previsti per l’erogazione di prestazioni sociali agevolate e per l’esenzione del ticket sanitario hanno evidenziato una percentuale di irregolarità pari al 52% dei casi.

CONTRASTO ALLA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA ED ALLA CRIMINALITÀ ECONOMICO-FINANZIARIA

L’impegno della Guardia di Finanza a contrasto della criminalità organizzata è finalizzato ad intercettare ed aggredire i patrimoni illecitamente accumulati attraverso l’esecuzione di investigazioni patrimoniali e l’inoltro di proposte di sequestro in applicazione della normativa antimafia. In tale contesto sono state eseguite 126 investigazioni di natura economico-patrimoniale, in virtù delle facoltà concesse dalla normativa cd. “antimafia”, a carico di soggetti condannati e indiziati di appartenere ad associazioni mafiose ovvero dei loro prestanome, che hanno prodotto accertamenti nei confronti, complessivamente, di 740 soggetti (467 persone fisiche e 273 persone giuridiche). Il citato dispositivo “antimafia” è stato altresì esteso ai soggetti connotati da pericolosità economica e ciò ha consentito, complessivamente, di sottoporre a sequestro beni mobili ed immobili (auto, motoveicoli, appartamenti, capannoni industriali), nonché quote societarie e disponibilità finanziarie per un valore di oltre 115,7 milioni di euro e formulare proposte di sequestro, ora al vaglio dell’Autorità Giudiziaria, per ulteriori 619,1 milioni di euro. Inoltre, si è pervenuti alla confisca di beni mobili e immobili, nonché di quote societarie e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di circa 42 milioni di euro. Le indagini nel settore della polizia economica hanno consentito di individuare oltre 26 milioni di euro oggetto di riciclaggio, la denuncia all’A.G. di 122 soggetti e la proposta di sequestro di circa 101 milioni di euro. Nelle inchieste svolte nei settori dei reati societari e fallimentari sono stati denunciati 716 soggetti. I controlli svolti presso i porti e gli aeroporti, in entrata e/o in uscita dal territorio nazionale, ai fini della verifica del rispetto delle norme sulla circolazione transfrontaliera di valuta, hanno permesso di intercettare valori pari a 6.529.004 euro, verbalizzare 346 soggetti per avere trasportato valuta in eccedenza rispetto al limite consentito, nonché di sequestrarne oltre 101mila euro.

LOTTA ALLA CONTRAFFAZIONE, ALLA PIRATERIA AUDIOVISIVA ED INFORMATICA

In tale ambito, che comprende anche la tutela del “made in Italy” e la sicurezza dei prodotti posti in commercio, sono state denunciate 455 persone. I prodotti illegali sequestrati sono stati oltre 15,2 milioni di pezzi, perché contraffatti, “piratati”, pericolosi o recanti falsa o fallace indicazione di origine o provenienza tra cui: beni di consumo, capi di abbigliamento, apparecchi elettronici e giocattoli. Inoltre, il contrasto alle frodi alimentari ha portato al sequestro di quasi 15 mila kg. di cibi scaduti o infestati da parassiti. Il dispositivo di contrasto a tutela dell’Erario ma anche dei consumatori è particolarmente attivo ed efficace in prossimità dei siti doganali maggiormente esposti all’introduzione, in maniera rilevante, di oggetti contraffatti o insicuri per l’utente, quali i porti e gli aeroporti.

CONTRASTO AL GIOCO ILLEGALE

L’attività operativa dei Reparti in tale comparto è diretta a contrastare tutte le implicazioni dei fenomeni di illegalità connessi: dal mancato pagamento dei tributi previsti, all’assenza delle concessioni e autorizzazioni di legge, alla corrispondenza delle caratteristiche dei giochi rispetto ai requisiti previsti dalla normativa, all’infiltrazione di organizzazioni criminali nella gestione delle attività lecite e illecite, spesso utilizzate come canale per il riciclaggio di proventi derivanti da altre attività criminose. Su 509 interventi effettuati presso sale giochi e centri di scommesse al fine di controllare il regolare adempimento delle disposizioni di legge vigenti nello specifico settore, sono state riscontrate irregolarità nello 8,25% dei casi.

LOTTA AI TRAFFICI DI DROGA, DI MERCI DI CONTRABBANDO E VALUTA FALSA

I Reparti del Corpo hanno sequestrato circa 63 kg di droga a carico di 940 soggetti, 112 dei quali tratti in arresto. In occasione dei 231 interventi contro le frodi doganali e il traffico di sigarette di contrabbando sono stati sequestrati 6.871 kg di tabacchi lavorati esteri, con la denuncia di 29 persone e la scoperta di tributi evasi per oltre 105,2 milioni di euro. Nell’attività di contrasto al falso monetario sono state sequestrate banconote false per un valore complessivo di 459.273 euro, nonché verbalizzati 172 soggetti.

 

PRINCIPALI OPERAZIONI DI SERVIZIO DELLA GUARDIA DI FINANZA – PERIODO GENNAIO 2018 – MAGGIO 2019.

LOTTA ALL’EVASIONE, ALL’ELUSIONE E ALLE FRODI FISCALI

Tra le operazioni più importanti nel settore della lotta all’evasione, elusione ed alle frodi fiscali, si segnala quella del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Bologna, che ha eseguito una verifica nei confronti di una società bolognese di rilevanti dimensioni e facente parte di un primario gruppo nazionale attivo nel settore assicurativo e finanziario, e che ha fatto emergere l’esistenza di una stabile organizzazione occulta in Italia di una società di diritto irlandese che opera nel settore assicurativo (ramo vita) attraverso la raccolta diretta nel mercato italiano, avvalendosi di un primario Istituto di Credito milanese con il quale ha sottoscritto un contratto di distribuzione. L’attività di verifica ha permesso di accertare che la società – che si era identificata in Italia ai soli fini di applicare e versare le ritenute fiscali sugli investimenti effettuati dai clienti, provvedendo quindi alla sola presentazione dei modelli dichiarativi 770 – ha operato continuativamente ed esclusivamente in Italia, producendovi redditi derivanti da attività d’impresa, mai dichiarati, pari a oltre 700.000.000 di euro , attraverso la collocazione di contratti assicurativi e di investimento a clienti residenti sul territorio nazionale, utilizzando strutture e personale di agenzie del citato Istituto di Credito lombardo.

Di rilievo anche l’operazione congiunta che i Nuclei di polizia economico-finanziaria di Bologna e di Reggio Emilia hanno condotto, con il coordinamento dell’Autorità Giudiziaria di Reggio Emilia, relativa ad una complessa attività di indagine che nasceva dall’esito di pregresse ed autonome attività, riguardanti un’associazione per delinquere ben strutturata – con base operativa in Reggio Emilia – che, attraverso il sistema delle frodi carosello, aveva contabilizzato operazioni oggettivamente inesistenti, generando falsi crediti d’imposta, indebitamente compensati. Inoltre emergevano condotte distrattive, perpetrate in danno di alcune società che, dopo aver esaurito il loro compito all’interno dell’organizzazione, venivano depredate delle loro attività patrimoniali per essere condotte al fallimento, rilevando condotte di riciclaggio e reimpiego di denaro di provenienza illecita, realizzate, rispettivamente, mediante il trasferimento all’estero dei fondi illecitamente generati con la frode e l’utilizzo di tali proventi per operazioni di aumento di capitale sociale. Le investigazioni condotte hanno consentito di deferire all’Autorità Giudiziaria n.206 persone, per reati di natura fiscale, fallimentare e contro il patrimonio, contestando per alcuni l’aggravante della transnazionalità del reato, con richiesta di applicazione di misure cautelari personali e rilevando la sottrazione di materia imponibile ai fini IRES e I.V.A. per oltre 166 milioni di euro con emissione di un provvedimento di sequestro preventivo dei beni e delle disponibilità finanziarie per un ammontare complessivo di 234 milioni di euro.

CONTRASTO AGLI ILLECITI IN MATERIA DI SPESA PUBBLICA E ALL’ILLEGALITA’ NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Tra i servizi di maggior rilievo nel settore della spesa pubblica si segnala l’operazione che il Nucleo di polizia economico-finanziaria di Piacenza ha svolto su delega della locale Procura della Repubblica in relazione alle ipotesi delittuose di bancarotta fraudolenta poste in essere da numerose società cooperative, di rilievo nazionale e tra loro collegate, operanti nel settore delle risorse umane per grandi progetti per lo sviluppo e l’ottimizzazione del patrimonio “lavoro” in Italia. L’indagine è stata rivolta, in particolare, su alcune rilevanti operazioni straordinarie di acquisizione di rami di azienda e aumenti di capitale, prodromiche all’acquisizione di fondi pubblici nonché indirizzate a beneficiare indebitamente di cospicui finanziamenti disponibili per l’organizzazione e lo svolgimento dei corsi di formazione e di aggiornamento professionale. L’ammontare complessivo erogato e non spettante dei fondi strutturali oggetto di indagine è stato pari a oltre 3, 5 milioni di euro, incassati dal 2012 al 2016. I canali di finanziamento hanno interessato il Fondo Sociale Europeo (FSE), il Fondo Regionale Disabili (FRD) e i finanziamenti pubblici per lavoratori dipendenti delle imprese (Legge n. 236/93)

CONTRASTO ALLA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA ED ALLA CRIMINALITÀ ECONOMICO-FINANZIARIA

Tra le operazioni più importanti nel settore del contrasto alla criminalità, sia economico finanziaria che organizzata, rileva quella del Gruppo di Cesena, derivante dall’approfondimento della posizione di un soggetto pluripregiudicato, finalizzato
all’eventuale applicazione di misure di prevenzione patrimoniali ex D.Lgs. n.159 del 2011. Nell’ambito delle investigazioni svolte, sono emerse ipotesi di riciclaggio nei confronti di n. 5 soggetti di nazionalità rumena, ritenuti prestanome, e di alcuni professionisti che hanno prestato consulenze a favore del Gruppo Societario riconducibile al principale indagato. Le operazioni si concludevano con l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti dell’amministratore di fatto delle società oltre alla denuncia di n. 19 soggetti per i reati di trasferimento fraudolento di valori, autoriciclaggio, appropriazione indebita e bancarotta fraudolenta, con esecuzione di una misura interdittiva del divieto di esercitare impresa, per un anno, nei confronti di 2 indagati. Veniva data esecuzione, inoltre, a 2 decreti di sequestro, emessi ai sensi della normativa antimafia, per oltre 5,4 milioni di euro, nonché contestate violazioni alla normativa tributaria per oltre 18 milioni di euro.

Di rilievo nello specifico settore, anche l’attività del Nucleo di polizia economicofinanziaria di Rimini, che ha ricostruito un sofisticato meccanismo di frode in base al quale un gruppo criminale organizzato e operante in più Stati, (attraverso fraudolente registrazioni del marchio nella Repubblica di San Marino) ha prodotto in larga scala e messo in commercio in Italia migliaia di capi di abbigliamento con noti marchi di fabbrica contraffatti. Sono stati individuati i canali di produzione, stoccaggio e vendita del materiale contraffatto che hanno portato ad importanti sequestri in tutto il territorio nazionale, con contestuale ricostruzione dei flussi finanziari delle vendite illecite dei prodotti contraffatti e l’acquisizione di elementi idonei a dimostrare l’estero-vestizione delle due società estere, gestite dall’Italia da personale e venditori di aziende italiane, utilizzate per la produzione e vendita delle merci contraffatte. I risultati conseguiti hanno portato al deferimento di nr. 31 soggetti per i reati aggravati di contraffazione, di nr. 3 soggetti per il reato di autoriciclaggio nonché la relativa responsabilità penale, ai sensi del D. Lgs. 231/2001, di n. 3 persone giuridiche, nonché richiesta di provvedimenti cautelari reali e di cancellazione dei marchi oggetto di fraudolenta registrazione nella Repubblica di San Marino.