L’11 luglio 2019, nel corso di una cerimonia ufficiale, tenutasi a Roma presso il Palazzo della Consulta, alla quale hanno partecipato le più alte cariche istituzionali, sono stati presentati i nuovi distintivi di qualifica della Polizia di Stato.

I nuovi segni distintivi, disegnati dal professor Michele D’Andrea, autorevole esperto di araldica, si inseriscono nell’ambito di un processo di rinnovamento che mira ad attualizzare lo straordinario disegno del legislatore che nel 1981, con la Legge 121, ha rifondato la Polizia di Stato, rendendola unica forza, a competenza generale, ad ordinamento civile che esprime l’Autorità di Pubblica Sicurezza, perno centrale e sintesi del nostro sistema di sicurezza che si fonda sulla pluralità delle Forze di Polizia. Ad accumunare passato e presente l’immagine rivisitata stilisticamente dell’aquila dorata – simbolo della Polizia di Stato, segno della lotta e della vittoria sul male – che accompagna la nostra istituzione sin dal 1919 con il suo portato di storia, tradizione, sacrificio e abnegazione (quest’anno ne ricorre il centenario).
Tale emblema compare in tutti i nuovi distintivi ed è l’elemento che riunisce tutte le qualifiche della Polizia di Stato, da agente a dirigente generale, a testimonianza del comune patrimonio di professionalità e competenza delle donne e degli uomini in uniforme.

Ciascuna qualifica è poi caratterizzata da un elemento peculiare che ne connota l’essenza:

Plinto araldico (una barretta orizzontale di colore rosso) individua gli Agenti e gli Assistenti; il plinto rappresenta la struttura portante delle fondazioni di un edificio, così come il personale di tale ruolo che, maggiormente presente sul territorio, costituisce il sostegno dell’intera struttura della Polizia di Stato e prima rassicurante presenza per il cittadino;
Rombo dorato è l’elemento che individua i Sovrintendenti; il profilo fusiforme della figura richiama una punta di lancia, simbolo di un dinamismo operativo temperato dall’esperienza;
Pentagono dorato caratterizza gli Ispettori. Fu il primo distintivo di qualifica creato a seguito della riforma della Polizia di Stato del 1981 e rappresenta il ruolo “a sviluppo direttivo”, che immette nella carriera dei funzionari;
Formella dorata è uno degli elementi che identificano la carriera dei funzionari “a sviluppo dirigenziale”. Il richiamo al quadrilobo di Lorenzo Ghiberti, fra gli esempi più alti dell’architettura gotico-rinascimentale italiana, va letto come la tutela del nostro Paese quale forziere di un inestimabile patrimonio di civiltà;
Da Commissario Capo fino alla qualifica di Primo Dirigente l’aquila è inserita in un serto con il motto della Polizia “SUB LEGE LIBERTAS”.
Per i Dirigenti Superiori e il Dirigenti Generali, l’aquila d’oro, timbrata dalla grande corona turrita, è posta su due galloni orizzontali dorati sovrapposti, uniti al centro in decusse (ossia a X).

Nei nuovi distintivi di qualifica è stato, inoltre introdotto un elemento fortemente innovativo, legato alla figura del “Coordinatore”, qualifica apicale del ruolo Assistenti, Sovrintendenti e Ispettori. Tale figura rappresenta un collegamento ideale con la qualifica superiore, di cui riprende il simbolo quasi ad anticiparne l’effettivo conseguimento.
I distintivi uguali per tutti i ruoli differenziano le funzioni tecnico-scientifiche, tecniche e le attività professionali attraverso il diverso colore delle mostreggiature.