Un assessorato dedicato alle politiche per la Legalità e al Lavoro: questa la significativa novità per la neo Giunta dell’Unione Terre di Castelli nata dopo il voto amministrativo dello scorso maggio quando 4 comuni su 8 hanno rinnovato l’amministrazione comunale (Savignano sul Panaro, Spilamberto, Castelvetro di Modena e Marano sul Panaro). Un assessorato nato soprattutto grazie alla Contrattazione Sociale e Territoriale, svolta lo scorso anno da Cgil Cisl Uil di Vignola e culminata nell’accordo sottoscritto con tutti i comuni dell’Unione Terre di Castelli e l’Unione stessa lo scorso mese di aprile, in occasione del Bilancio di previsione 2019.

“E’ una buona notizia – hanno dichiarato Anna Paragliola (Cgil), Maurizio Brighenti (Cisl) e Alberto Zanetti (Uil) – per i cittadini dell’Unione vignolese e pensiamo che l’aver unito le deleghe alle politiche per il lavoro a quelle per la legalità affidate al Sindaco del Comune di Castelnuovo sia una scelta giusta soprattutto nel nostro territorio dove da tempo si combatte il fenomeno delle false cooperative di facchinaggio utilizzate spesso, ma non solo, nelle aziende del distretto alimentare modenese e nella logistica. Abbiamo chiesto, contrattato e ottenuto l’istituzione di un assessorato alla legalità a livello di Unione perché da tempo abbiamo fatto una scelta di campo: quella della dimensione distrettuale (o quasi, visto che Montese continua a restare fuori dall’Unione Terre di Castelli); riteniamo infatti che questo territorio, che ha fatto scelte importanti anche rispetto all’architettura istituzionale, debba continuare su questa strada. In sede di confronto avevamo chiesto un maggior impegno su questo territorio per promuovere una vera cultura della legalità, per continuare a combattere l’evasione fiscale e l’elusione contributiva che sottraggono risorse importanti per i servizi di welfare e dunque per il sistema di protezione sociale della nostra comunità. Abbiamo sempre chiesto un impegno maggiore in un territorio – come detto sopra – che ha affrontato e affronta tutt’ora il fenomeno delle cooperative spurie, delle Srl costruite ad hoc per abbassare il costo del lavoro, non potevamo non chiederlo dopo i fatti del processo Aemilia che ci ha svegliato da quel sogno che vedeva la nostra regione, l’Emilia Romagna immune dal fenomeno mafioso”.

Ora le organizzazioni sindacali si aspettano di iniziare un lavoro congiunto per un osservatorio locale sulla criminalità organizzata anche in ottemperanza al protocollo d’intesa tra Anci, Upi e Cgil-Cisl-Uil per l’attuazione della L.R. 18/2016 “Testo unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell’economia responsabili”.

Si aspettano un investimento per la nascita di un “Centro per la Legalità”, (altri territori hanno già fatto questa scelta) per la formazione delle giovani generazioni in collaborazione con i Centri Giovani, già presenti in nei Comuni aderenti all’Unione, e le associazioni del territorio, per promuovere le necessarie azioni atte a sviluppare una cultura della legalità, anticorpo necessario per contrastare il male affare. Lavorare per mettere in campo politiche per la legalità significa anche investire ancora sull’integrazione dei cittadini stranieri, per fornire strumenti di conoscenza e di auto-tutela contro forme di sfruttamento e di caporalato.
È l’Italia il Paese con il più alto livello di corruzione in Europa; ogni anno perdiamo infatti 236 miliardi di ricchezza, circa il 13 per cento del prodotto interno lordo, pari a 3.903 euro per abitante. La cifra della corruzione, già impressionante di per sé, è due volte più alta di quella della Francia, pari a 120 miliardi di euro e al 6 per cento del Pil e di quella della Germania, dove la corruzione costa 104 miliardi di euro, il 4 per cento del Pil.
Con riferimento al nostro Paese, le risorse così sprecate potrebbero, da sole, risolvere le maggiori emergenze sociali. La perdita di ricchezza dovuta alle attività illecite è infatti pari a oltre una volta e mezza il budget nazionale per la sanità pubblica; a 16 volte gli stanziamenti per combattere la disoccupazione; a 12 volte i fondi per le forze di polizia e addirittura è di 337 volte più grande della spesa per le abitazioni sociali. Per non parlare degli investimenti sull’istruzione, nota dolente, che con quei soldi potrebbero essere più che triplicati. Secondo un sondaggio condotto da Eurostat nel 2018, per il 79 % degli intervistasti questo fenomeno non è accettabile e dovrebbe essere combattuto aggressivamente, attraverso azioni mirate e strutturali.

“E’ a queste persone che la politica deve rivolgere la propria attenzione, – hanno ribadito Anna Paragliola (Cgil), Maurizio Brighenti (Cisl) e Alberto Zanetti (Uil)  –  investendo risorse economiche e umane per far crescere quegli anticorpi necessari per combattere questi fenomeni che non sono degni di un territorio come il nostro”.
Le organizzazioni sindacali chiederanno un incontro al neo assessore al fine di continuare a collaborare insieme anche alle associazioni del territorio, per mettere in campo da subito azioni concrete.