Uno per uno uguale un salto, due per uno due piegamenti, tre per uno… Come sarebbe studiare le tabelline facendo la staffetta? Probabilmente la gioia di molti bambini e forse non così utopistico come parrebbe, se pensiamo ai 30 insegnanti di scuola d’infanzia e ad altrettanti di scuola primaria che, in scarpe da ginnastica a parco Ferrari, hanno partecipato al primo incontro del corso di formazione proposto dal centro Memo del Settore Istruzione del Comune di Modena insieme a Coordinamento pedagogico 0-6, Fondazione Cresci@mo e con la consulenza di un esperto di outdoor, Andrea Ceciliani professore associato Unibo.

Si intitola “Il corpo che si muove apprende. Come costruire continuità tra scuola dell’infanzia e scuola primaria a partire dal movimento dei bambini” e coniuga l’approfondimento della pedagogia outdoor all’aperto con l’obiettivo di realizzare concretamente la continuità didattica tra diversi ordini di scuola.

“Il corso si inserisce in un percorso avviato lo scorso anno con docenti di scuola d’infanzia – afferma l’assessora all’Istruzione Grazia Baracchi – ma la nuova proposta supera i confini tra infanzia e primaria favorendo la costruzione di curricula verticali. Il corso, che continuerà fino a marzo, rappresenta quindi anche una sperimentazione a cui hanno aderito gli istituti Comprensivi 2 e 10. Vi partecipano 18 insegnanti delle classi prime insieme a 30 educatori di scuola d’infanzia. E i materiali utilizzati nell’ambito di quest’esperienza e quelli realizzati dal gruppo sono a disposizione di tutti, liberamente scaricabili dal sito web di Memo”.

A partire da alcune evidenze scientifiche, ci si concentra sull’importanza che riveste il movimento nell’apprendimento delle diverse discipline, invitando i docenti a riprogettare il curricolo infanzia-primaria. Nel primo incontro, le insegnanti della primaria hanno anche esplorato il parco ad occhi chiusi accompagnate da una maestra d’infanzia, per comprendere appieno l’apprendimento senso-motorio dei bambini e che, arrivati alle elementari, non si può togliere loro ciò che hanno sperimentato negli anni precedenti, ma che anzi l’attività motoria correlata all’apprendimento può essere una risposta ad alcune forme di disagio manifestato dai bambini. Nei prossimi incontri ci si sposterà anche all’interno delle classi della scuola primaria Galilei per lavorare con Luigi Trotta, docente di attività motoria, sulle ‘pause attive’ sperimentando che la giornata dei bambini può comunque iniziare con un’attività di movimento senza recarsi obbligatoriamente in palestra.

Anche sulla scorta degli stimoli offerti dalle esperienze condotte nelle scuole e consultabili nel sito Movimparo, saranno infine sviluppate con i partecipanti modalità per ripensare, almeno in parte, la giornata educativa e scolastica, in modo che il movimento si inserisca in tutte le attività didattiche.