Spettacolo di Jonas Bers ad Amsterdam (photo credits: Pieter Kers – Sonic Acts Festival, Amsterdam, 2019)

Quando l’arte e la creatività incontrano la tecnologia. È ciò che avviene nel weekend di sabato 16 e domenica 17 novembre a Modena con una serie di appuntamenti per maker, appassionati di visual ed elettronica. Il Laboratorio Aperto di viale Buon Pastore 43, infatti, ospita, due giorni di laboratori e workshop, performance e incontri “talk” di approfondimento con due artisti americani, per la prima volta in Italia, lo statunitense Jonas Bers e il canadese Philip Baljeu, che utilizzano oscilloscopi e attrezzature elettroniche modificate da loro per creare performance live di videoarte.

La due giorni, intitolata “Hack ‘n’ Act”, è organizzata dal Laboratorio Aperto in collaborazione con Memori e Tools for Culture e con il patrocinio del Comune di Modena. Sono previsti due workshop degli artisti (sabato 16 e domenica 17, dalle 10 alle 17.15), una loro performance aperta al pubblico (sabato 16 novembre, alle 21) e un talk di approfondimento su videosintetizzatori e tecniche utilizzate durante la performance (domenica 17 novembre, dalle 17.15 alle 19)

La performance di sabato, spiegano gli organizzatori, “consentirà al pubblico di esplorare i nuovi orizzonti di computer e vector art, e di scoprire un linguaggio espressivo, in parte analogico e in parte digitale, che utilizza la tecnologia in maniera creativa”.

Per informazioni si può consultare il sito del Laboratorio (http://luamodena.it) o la pagina Facebook “laboratorio aperto modena”.

I due workshop (a pagamento e aperti anche a principianti, oltre che a esperti o appassionati) sono laboratori pratici che permetteranno ai partecipanti di costruire, personalizzare e portare a casa un sintetizzatore audio/video alimentato a batteria e un sintetizzatore in grado di creare spettacolari immagini in 3D su oscilloscopi. L’appuntamento è per massimo 15 partecipanti. Il costo è 40 euro. Iscrizioni sul sito (https://www.eventbrite.it/e/biglietti-hack-n-act-77081836849).

Il sintetizzatore (o synth, dal termine in inglese synthesizer) è uno strumento in grado di generare autonomamente segnali audio e video sotto il controllo del performer o del musicista. L’oscilloscopio è un dispositivo elettronico che consente di visualizzare fenomeni elettrici, il cui andamento nel tempo è riprodotto in forma di grafico su uno schermo luminescente. Il lavoro artistico e laboratoriale di Bers e Baljeu ha l’obiettivo di trasformare questi grafici in qualcosa di diverso: forme e suoni rielaborati attraverso tecniche e processi creativi. I due artisti-inventori rappresentano ad oggi la sintesi tra produzione artistica pura, insegnamento, sperimentazione e produzione industriale nell’ambito della sintesi video, dell’Hacking e del Diy (Do It Yourself) connessi alla Visual e Vector Art.

Jonas Bers, infatti, è un artista multimediale di New York che lavora con sistemi audiovisivi costruiti a mano o hackerati (come VHS e telecamere di sorveglianza), riutilizzandoli come strumentazione per le sue performance.

Philip Baljeu è artista e sound artist di Toronto, oltreché product designer di Lzx Industries, azienda leader mondiale nel settore dei sintetizzatori video modulari.

GLI ORGANIZZATORI DEL WEEKEND

La due giorni d’arte e tecnologia “Hack’n’act, di sabato 16 e domenica 17 novembre con Jonas Bers e Philip Baljeu è promossa e organizzata dal Laboratorio Aperto di Modena con l’associazione culturale Memori e l’organizzazione non profit Tools for Culture.

Il Laboratorio Aperto di Modena è un luogo di aggregazione e scambio tra realtà del territorio, generazione di idee e opportunità di impresa, che promuove lo sviluppo di prodotti, servizi e ricerca innovativi per la cultura, lo spettacolo e la creatività. Ha sede nell’edificio che ospitava la centrale Aem, riqualificato dal Comune grazie alle risorse del Fondo europeo di Sviluppo regionale Por Fesr 2014-2020, ed è parte della Rete regionale che unisce dieci Laboratori Aperti su vari temi (www.laboratoriaperti.it). I gestori dello spazio modenese sono Fondazione Giacomo Brodolini, Ett e Mbs. Maggiori informazioni sul sito web (www.luamodena.it) o su Facebook “Laboratorio aperto Modena”.

Memori è, invece, una associazione culturale nata a Bologna dall’incontro di professionalità attive nell’ambito della cultura underground e delle pratiche interdisciplinari a cavallo tra suono, arte e tecnologia. Opera nel settore del “reverse engineering” per le arti, con particolare interesse ai media digitali e analogici, alla loro compenetrazione e alle differenti forme di diffusione culturale dal basso ed emergenti. L’associazione desidera diffondere una possibilità di impiego della tecnologia che sia eticamente sostenibile, a sostegno delle arti e della libera espressione, fuori dalle logiche di mercato, per contribuire a un futuro di autodeterminazione (www.facebook.com/memorimemorime).

Tools for Culture, infine, è un’organizzazione non profit attiva in ricerca, consulenza e formazione per l’economia, il management e le politiche dell’arte e della cultura. Il suo obiettivo è contribuire a estrarre il valore dalle risorse creative e culturali, rafforzando il loro impatto sulla qualità della vita, stimolando la creazione e il consolidamento di un network di professionisti, imprese e competenze, e fornendo assistenza strategica e tecnica in campo culturale (www.toolsforculture.org).