Completamente bonificata e risanata dal punto di vista ambientale, è stata inaugurata oggi l’area ex Razzaboni di San Giovanni in Persiceto, nel bolognese.
Sede di una discarica abusiva di rifiuti, il sito che sarà presto riaperto al pubblico, è stato definitivamente risanato grazie a interventi importanti a partire dalla rimozione di oltre 16 mila tonnellate di rifiuti pericolosi. Opere finanziate con circa 7,3 milioni di euro – di cui 4 milioni di risorse regionali e il resto statali – messi a disposizione dal Cipe, (Comitato interministeriale per la programmazione economica), a seguito dell’accordo siglato da Regione, Comune e ministero dell’Ambiente.

Al taglio del nastro e successivo sopralluogo dell’area in via Valsamoggia, presenti, tra gli altri, il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, l’assessore regionale all’Ambiente, Paola Gazzolo il sindaco del Comune di San Giovanni in Persiceto, Lorenzo Pellegatti e Andrea Ramonda, di Herambiente partner del progetto.

“Con la completa bonifica della discarica ex Razzaboni abbiamo mantenuto un impegno che avevamo preso da tempo con il territorio- ha dichiarato il presidente Bonaccini- e su cui abbiamo investito energie e risorse.  Oggi siamo contenti di poter dire non solo che l’emergenza ambientale è superata ma che, con l’impegno e la responsabilità delle istituzioni, siamo in grado di restituire ai cittadini un luogo sicuro, dove la salute è salvaguardata e tutelata.  Un traguardo raggiunto anche grazie all’intenso lavoro di squadra realizzato dalla Regione insieme al Comune di San Giovanni in Persiceto e al ministero dell’Ambiente”.

“Un risultato molto importante frutto di un grande lavoro che la Regione insieme al territorio ha svolto negli ultimi anni stanziando ingenti risorse pari a più di 7 milioni di euro di cui 4 parte del bilancio regionale- ha precisato l’assessore Gazzolo-. Per noi la bonifica dell’area Razzaboni era una priorità di questo mandato, un intervento che è stato realizzato nei tempi programmati e con un lavoro che ha permesso di escludere il sito dalle procedure di infrazione comunitarie garantendo così un grande vantaggio per l’Emilia-Romagna che ha potuto evitare il pagamento di sanzioni”.

 

La vicenda 
Gestita abusivamente da un operatore privato l’area ex Razzaboni occupava circa 56 mila metri quadri. Interessata da un’attività illecita di smaltimento e contaminata da fanghi industriali, è stata individuata nel 2001 dal Corpo forestale dello Stato che ha scoperto oltre 16 mila tonnellate di rifiuti pericolosi provenienti da diverse aree del Nord Italia. L’operatore privato non ha mai provveduto alla bonifica, benché ordinata dalle autorità competenti, attività poi gestita dal Comune di San Giovanni in Persiceto.

Nel 2003 la Commissione europea ha avviato una procedura d’infrazione contro l’Italia comprendendo, tra i casi esaminati, anche quello del comune bolognese. Tra il 2007 e 2008 è stato realizzato un intervento di emergenza e di messa in sicurezza dei rifiuti, che ha previsto opere di impermeabilizzazione e l’accorpamento dei rifiuti in un unico grande cumulo.

Successivamente, nel 2014, l’area è stata parzialmente espropriata e il Comune è intervenuto con un primo stralcio di lavori per complessivi 4 milioni di euro messi a disposizione dalla Regione per le opere di risanamento e la rimozione dell’amianto nei rifiuti.
Grazie alla realizzazione di questi interventi, nel 2016 la Commissione europea ha certificato la bonifica decretando l’uscita del sito dalla procedura d’infrazione, senza il pagamento di alcuna sanzione.

Nel 2017 su richiesta di Regione e Comune è stato siglato un accordo con il ministro dell’Ambiente che ha reso disponibili oltre 3,3 milioni di euro per la bonifica definitiva dell’area che si è appena conclusa. Continuerà invece fino 2024 il monitoraggio delle acque sotterranee di prima falda per verificare l’efficacia dell’intervento.