“La cultura non starà al suo posto” è lo slogan irriverente scelto dal Comune, in realtà non più riservato alla cultura, ma proposto per tutto ciò che ad essa è affine. Il desiderio di ‘movimento’, che vuol fare emergere quanto di buono c’è – a cominciare dalla volontà di connettersi, di dialogare e lavorare insieme anche e soprattutto quando si appartiene a realtà diverse – si sta facendo sentire nel sistema reggiano della Cultura, del Marketing territoriale, delle Pari opportunità e del progetto Città senza barriere.

E’ iniziato infatti in questi giorni, al Palazzo dei Musei, un percorso partecipato – con sette tavoli di discussione, cinque temi e un centinaio di persone, dipendenti del Comune o provenienti da enti e aziende pubbliche – inedito a Reggio Emilia in queste dimensioni e per tipologia dei contenuti, per discutere, conoscersi, confrontarsi sui temi che comporranno, con un ‘taglio’ quanto più possibile integrato e interdisciplinare, il programma dei prossimi cinque anni di mandato su queste materie.

“Si tratta di costruire una nuova visione culturale della città – dice l’assessora Annalisa Rabitti, con deleghe a Cultura, del Marketing territoriale, delle Pari opportunità e del progetto Città senza barriere – L’obiettivo di questo primo incontro è stato quello di stimolare una discussione aperta ed informale tra persone di enti diversi, capace di far emergere, per ciascun tema, riflessioni e parole chiave su principi, visioni e strategie di sistema per raggiungere l’obiettivo di mandato, in cui la cultura è anche cultura dei diritti, è un bene comune che non sta al suo posto nei luoghi, nei modi, nei temi. La città che vogliamo è quella in cui al centro della progettazione culturale c’è la persona e dove la cultura è vettore di democrazia. Le persone che da anni lavorano per i servizi culturali hanno competenze, visioni, proposte che io voglio ascoltare, un vero patrimonio di esperienze umane e professionali. Quello che a volte forse può mancare, è il confronto con il Servizio accanto, o con una fondazione gemella. Proprio dal mix e dallo scambio di visioni e storie, invece, credo possa nascere una visione nuova, più ampia e prospettica, per immaginare Reggio con gli occhi della cultura”.

I temi discussi dai partecipanti ai sette tavoli, moderati da una quindicina di facilitatori volontari opportunamente formati, sono stati: parole della cultura, luoghi della cultura, marketing territoriale, cultura e quartieri, cultura dei diritti e della sostenibilità.

In questo primo incontro è stato coinvolto il personale di diversi servizi comunali – Cultura, Musei, Biblioteche, Turismo, Pari opportunità, Comunicazione – che hanno lavorato fianco a fianco con Fondazione I Teatri, Fondazione nazionale della Danza, Fondazione Palazzo Magnani, Reggio Children, Fondazione Reggio Children Centro internazionale Loris Malaguzzi, Istituzione scuole e nidi d’infanzia, Fondazione E-35, Istoreco, Istituto Peri-Merulo, Farmacie comunali riunite.

Il percorso partecipato proseguirà a gennaio 2020 con un secondo incontro sempre tra operatori pubblici e si estenderà a tutta la città in febbraio, con un incontro partecipato aperto.

La scelta trasversale e ‘contaminante’ fra i temi dell’incontro al Palazzo dei Musei evidenzia un orizzonte di senso più ampio del prevedibile, differente, inclusivo e innovativo che, partendo dalla “rigenerazione dell’esistente”, vuole rilanciare e mettere in valore quanto si fa e si è fatto sul fronte della cultura, del turismo e dei diritti, ma al tempo stesso intende delineare un orizzonte culturale nuovo, trasversale, che possa contribuire a risignificare la città dentro e fuori dai propri confini.

S’intende così capitalizzare l’esistente per moltiplicare le opportunità, in coerenza con gli obiettivi dello sviluppo locale e le dinamiche del territorio e sviluppare una visione nuova delle politiche culturali, costruita con un dialogo tra Amministrazione e comunità e con un confronto attivo con il sistema territoriale, istituzionale, imprenditoriale e associazionistico.