“La scorsa settimana si è chiusa con il settimo femminicidio, sette donne uccise in una settimana. La Cassazione ha dichiarato l’emergenza nazionale, quella che, come dichiariamo da quattro anni a questa parte, è una violenza sistematica e strutturale. Non sono casi isolati, non si tratta di uomini presi da raptus o folli: queste donne sono state uccide perché donne, sono state uccise perché viste come oggetti di proprietà di un uomo, di un marito, un padre o un famigliare” – afferma Non Una Di Meno Bologna.

“Questa settimana, però – prosegue il movimento – si è conclusa anche con un’assemblea partecipatissima durante la quale, come Non Una di Meno, abbiamo lanciato la giornata di lotta dell’8 marzo e lo sciopero femminista del 9 marzo. Abbiamo chiuso quell’assemblea piene di rabbia, ma con la rinnovata promessa di una lotta, che portiamo avanti ogni giorno e che esploderà l’8 e il 9 marzo, con la gioia di chi ha la forza di opporsi.

Per questo al termine dell’assemblea di ieri si è formato un corteo spontaneo, che è partito da Vag61 arrivando fino a piazza Maggiore. Ci siamo riprese le strade e le piazze di Bologna, così come l’8 e il 9 marzo occuperemo le piazze di tutto il mondo, per ogni donna uccisa, stuprata, per ogni lavoratrice licenziata, per coloro a cui non è dato il diritto di decidere sul proprio corpo, per tutte coloro che si ribellano, lottano e si oppongono. Se le nostre vite non valgono, noi scioperiamo!”, conclude.