Più di 100 milioni di euro raccolti per 244 progetti finanziati: a un anno dalla chiusura di Horizon 2020 – il programma quadro della Commissione Europea per il sostegno alla ricerca e all’innovazione – l’Università di Bologna è oggi tra i primi atenei in Europa per capacità di attrazione dei finanziamenti competitivi. Un risultato che premia l’alta qualità della ricerca e dei ricercatori Unibo, diffusa su un gran numero di temi centrali per le sfide del futuro: dai cambiamenti climatici all’energia, dall’inclusione sociale alla salute e all’alimentazione.

I fondi ottenuti fino ad oggi con Horizon 2020 hanno già ampiamente superato il totale di 87,8 milioni di euro che l’Alma Mater si era assicurata nel precedente programma di finanziamento europeo – il Settimo Programma Quadro – attivo tra il 2007 e il 2013. Dal 2014, anno di partenza di Horizon 2020, l’Alma Mater ha infatti visto risultati in costante crescita: solo negli ultimi tre anni i progetti vinti sono stati 152 per 68,7 milioni di euro in finanziamenti, di cui 29 milioni solo nel 2019, grazie a 64 nuovi progetti di ricerca (fonte dati: Anagrafe Progetti di Ateneo).

“Il nostro ateneo gioca oggi un ruolo di primo piano nel campo della ricerca scientifica: il lavoro fatto in questi anni sull’attrazione dei finanziamenti europei ci permette di affrontare in modo più efficace le sfide globali, dallo studio dei cambiamenti climatici alla protezione della salute, e svolgere così con responsabilità il nostro ruolo nella società”, dice il professor Antonino Rotolo, prorettore alla ricerca dell’Università di Bologna. “Un risultato che è frutto di uno sforzo collettivo di tutta la nostra comunità, dai nostri ricercatori, capaci di ottenere importanti risultati facendo rete con atenei, imprese e istituzioni di tutta Europa, ai tecnici che seguono con grande professionalità la preparazione e l’implementazione dei progetti”.

Secondo i dati forniti dall’Unione europea, l’Università di Bologna è oggi il primo ateneo in Italia per finanziamenti raccolti nel pilastro centrale di Horizon 2020, “Societal Challenges”, che offre investimenti per progetti di ricerca scientifica e innovazione su sette temi prioritari per la società europea: salute, alimentazione, energia, trasporti, clima, inclusione sociale, sicurezza. Su questo pilastro l’Alma Mater ha partecipato fino ad oggi a 114 progetti per un totale di 42,3 milioni di euro.

In particolare, nel campo della ricerca su alimentazione, cibo e agricoltura l’Università di Bologna è il primo ateneo in Italia (e il terzo in Europa) per finanziamenti ottenuti, con 17,3 milioni di euro e 43 progetti vinti. Primo posto in Italia anche nel settore cruciale dei cambiamenti climatici (14 progetti, 5,8 milioni di euro), mentre nel campo dell’inclusione sociale l’Alma Mater è al secondo posto con 15 progetti per 4,8 milioni di euro. Un altro tema centrale, quello della salute e del benessere, vede l’ateneo bolognese al secondo posto in Italia per fondi raccolti (17 progetti, 6,4 milioni di euro), mentre è al terzo posto a livello nazionale nel campo dell’energia con 15 progetti vinti per 4,9 milioni di euro.

Non sono da meno i risultati ottenuti nel pilastro “Excellent Science” di Horizon 2020, che offre investimenti per attrarre e sostenere la carriera dei ricercatori e lo sviluppo della conoscenza: l’Università di Bologna ha raccolto fino ad oggi in questo campo 36,6 milioni di euro, concentrati su 79 progetti. Tra questi spiccano in particolare le Azioni Marie Skłodowska-Curie, pensate per rafforzare la carriera dei ricercatori con periodi di formazione all’estero: negli ultimi sei anni i ricercatori Unibo hanno vinto 44 di questi progetti per un totale di 12,6 milioni di euro. E non vanno dimenticati i bandi finanziati dallo European Research Council (ERC), l’organismo dell’Unione europea che premia ricercatrici e ricercatori di grande talento impegnati in ricerca di frontiera: ad oggi sono 19 i progetti vincitori di un bando ERC con un finanziamento complessivo di 19,5 milioni di euro, di cui 14 sono relativi a studiosi Principal Investigator che hanno scelto l’Università di Bologna per svolgere la propria ricerca.

Ottimi risultati, infine, anche per il pilastro “Industrial Leadership” di Horizon 2020, che mira a favorire la competitività, la creazione di posti di lavoro e la crescita europea. Qui l’Alma Mater ha raccolto fino ad oggi 16,6 milioni di euro partecipando a 36 progetti di ricerca, con focus soprattutto nei settori delle ICT, le nuove tecnologie dell’informazione (21 progetti, 8,5 milioni di euro), e delle nanotecnologie, dei materiali e processi produttivi avanzati, nonché nelle biotecnologie (12 progetti, 7,5 milioni di euro).