Lavoro da casa, stop a riunioni interne e incontri all’esterno, cancellati gli spostamenti tra le sedi, sospeso il ricevimento del pubblico se non su appuntamento. Sono solo alcune delle misure – alcune delle quali già operative – che Cia Reggio Emilia ha deciso per tutelare gli oltre cinquanta dipendenti e gli associati nell’emergenza Coronavirus.

“Subito dopo l’ordinanza della Regione, abbiamo studiato una serie di provvedimenti per offrire ai lavoratori le migliori condizioni possibili di sicurezza e tutela – spiega la direttrice Annamaria Mora -. Alcuni provvedimenti sono stati messi in atto da lunedì mattina, altri sono subito attuabili in caso di necessità. Siamo pronti a ogni evenienza”. Entrando nel dettaglio, già ora i dipendenti con pregressi problemi di salute “possono lavorare da casa. È a loro disposizione la tecnologia ad hoc per svolgere tranquillamente le loro mansioni senza correre rischi di contagio. Lo smart working verrà esteso a tutti nel caso che l’emergenza virus si aggravi”.

“Da inizio settimana le riunioni tra gruppi consistenti di persone possono poi essere svolte attraverso videoconferenze”, aggiunge il presidente Antenore Cervi. Non solo: sono sospesi (quando non strettamente necessari) i viaggi di lavoro “tra le sedi regionali e nazionali, e le riunioni interne ed esterne”.

È poi annullato il ricevimento ‘casuale’ del pubblico: “Si può accedere ai nostri uffici solo tramite appuntamento per evitare assembramenti nelle sale di attesa”, sottolinea Cervi. È anche stato disposto “lo stop a tutte le riunioni tra i lavoratori Cia e gli associati fino a nuova comunicazione”, così come “la partecipazione a incontri ed eventi sul territorio”. Nel caso la situazione peggiorasse, sono stati ipotizzati “due scenari di gravità che prevedono provvedimenti sempre più restrittivi. Fino alla temporanea chiusura degli uffici”.

La situazione è delicata anche per gli associati. Il presidente di Cia Reggio rivela che “diversi agricoltori nelle scorse ore mi hanno telefonato per parlarmi di situazioni che definiscono inquietanti. Sono fortemente preoccupati per il continuo andirivieni sul nostro territorio di mezzi e persone provenienti dalle zone a rischio di Lombardia e Veneto. Sono collegamenti ‘naturali’ in tempi di normalità, che destano però notevole apprensione in questa situazione di epidemia. Il consiglio è sempre quello di chiedere un parere alle autorità sanitarie”.

Cervi conclude con una riflessione sulla corsa alla spesa: “In diverse zone del territorio, sono segnalati vuoti gli scaffali del Parmigiano Reggiano. Dopo essere stato portato due volte nello spazio, il ‘re dei formaggi’ viene considerato un ottimo prodotto anche in questa situazione di emergenza dove i cittadini cercano prodotti sani, sicuri e con ottimi apporti energetici”.