Foto: Davide Gazzotti

A cento anni di distanza, martedì 7 aprile, alle 9, il Comune di Modena ricorda le vittime dell’eccidio di Piazza Grande che avvenne proprio il 7 aprile del 1920 durante una manifestazione per i diritti dei lavoratori. All’iniziativa, organizzata ai piedi dello Scalone del Municipio, dove nel 2016 venne posata una targa commemorativa, partecipano il sindaco Gian Carlo Muzzarelli e alcuni discendenti delle cinque persone uccise durante la repressione da parte della forza pubblica: Linda Levoni, Stella Zanetti, Antonio Amici, Evaristo Rastelli e Ferdinando Gatti.

La commemorazione, organizzata nel rispetto delle misure di sicurezza sull’emergenza sanitaria, prevede la deposizione di una corona di fiori e si inserisce nel percorso di rievocazione e riflessione sui conflitti del lavoro nel Novecento intrapreso negli anni scorsi dall’Amministrazione.

Un approfondimento della vicenda è stato realizzato dall’Istituto storico di Modena e dal Centro documentazione donna realizzando un racconto web (un video e tre podcast audio) con una ricostruzione curata dal giornalista e storico Fabio Montella, che ha consultato documenti inediti conservati all’Archivio centrale di Stato di Roma e all’Archivio di Stato di Modena. Sono previste tre puntate, a partire da martedì 7 aprile alle ore 10 sul sito https://rivoluzioni.modena900.it/, sulle pagine Facebook dell’Istituto storico di Modena e del Centro documentazione donna e sui rispettivi canali Youtube. Il progetto è stato sviluppato insieme al Comitato per la storia e le memorie del Novecento del Comune e alla Fondazione di Modena, con la collaborazione della Biblioteca civica d’arte e architettura Luigi Poletti per la parte iconografica. La voce narrante è quella dello stesso Montella, mentre alcuni brani sono recitati da Simone Maretti.

Il 7 aprile 1920, durante il primo dei quattro giorni di sciopero proclamati dalle due Camere del Lavoro (quella Sindacalista e quella Socialista) per protestare contro l’uccisione a San Matteo della Decima di otto lavoratori e dell’oratore durante una manifestazione a sostegno di una vertenza agraria, i lavoratori modenesi si radunarono in piazza Grande dove la forza pubblica aprì il fuoco, uccidendo quattro persone e provocando la morte di una quinta a seguito delle ferite riportate.

L’episodio si inquadra in una fase tragica della storia nazionale, fra la fine della Grande Guerra e l’avvento del Fascismo, segnata da dure lotte per il lavoro, da violente repressioni di esercito e forze dell’ordine, da pesanti divisioni e scontri, anche violenti, fra le stesse forze popolari e dalla nascente, crescente violenza fascista, via via sempre più tollerata, quando non agevolata, da alcuni settori dello Stato.