Rettifica –

“Nel comunicato stampa odierno dei sindacati della Funzione Pubblica di Cgil e Cisl “Comune di Modena, centri estivi: non è vero che le maestre sono indisponibili, ma è il Comune stesso che ha disdettato il protocollo” – precisa una nota di Fp Cgil ed Fp Cisl –  abbiamo erroneamente citato il comunicato stampa del Comune di Modena, mentre ci riferivamo ad un articolo di stampa che riporta la lettera del Comune inviata ai soli sindacati e fatta pervenire ad un quotidiano. Scusandoci per l’errore nella citazione della fonte, ribadiamo i contenuti del nostro comunicato”.

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“Quanto sta accadendo in Comune a Modena sulla gestione dei centri estivi è alquanto paradossale. Mentre in diversi Enti della Provincia si siglano accordi con le Organizzazioni Sindacali per ampliare l’offerta di servizi nel mese di luglio, il Comune di Modena decide unilateralmente di recedere da un accordo in essere che permetterebbe di offrire servizi ai genitori dei bambini da 0 a 6 anni fino al 17 luglio con il personale comunale, diminuendo così i centri estivi disponibili per la cittadinanza”. E’ quanto affermano in una nota Fp/Cgil e Cisl/Fp Modena.

“Ci lascia ancora più esterrefatti che questa decisione sia stata presa dall’Amministrazione che fino a ieri elogiava il sistema integrato dei servizi 0/6 come capacità di dare ai cittadini un’articolata risposta in termini di impiego di risorse economiche e professionali, potendo sfruttare le competenze diffuse del personale comunale, della Fondazione Cresci@mo e del privato sociale. Ci chiediamo a questo punto come mai il modello Modena 0/6, tutt’ora vigente, abbia questo improvviso black-out? Un sistema che ha come obiettivo la valorizzazione di tutti i soggetti e l’ampliamento dell’offerta?”

“Il Comune ha deciso di privarsi della gestione diretta dei centri estivi, gettando poi la responsabilità sulle organizzazioni sindacali e sui lavoratori per nascondere forse una mancanza di chiarezza sul da farsi, visto che nei 3 incontri fatti, abbiamo avuto ogni volta delle posizioni diverse da parte della Delegazione di parte pubblica, rendendoci impraticabile il confronto proficuo, al punto da rifiutare la nostra richiesta di uscire dal tavolo con un verbale, così come prescritto dal CCNL delle Funzioni Locali, in modo da mettere in chiaro le posizioni emerse” continuano Fp/Cgil e Cisl/Fp.

“Le Organizzazioni Sindacali e le Rappresentanze dei lavoratori, fin dal 2017 hanno dato la disponibilità a svolgere le attività estive, e la disdetta dei protocolli che definiscono quelle attività di centri estivi l’ha data il Comune, mentre il medesimo sindacato ne sta sottoscrivendo di altri in giro per la provincia.

Il paradosso, dunque, è che l’ente che non gestirà direttamente i centri estivi con proprio personale è lo stesso che aveva già, a differenza di altri casi, un protocollo per farlo.
E se ciò non bastasse, chi dà disdetta al Protocollo incolpa gli altri di non averlo potuto esercitare.
È chiaro che il gesto unilaterale da parte dell’Amministrazione nasconde una confusione più generale su cosa e come gestire i centri estivi.

Per questo motivo non si è voluto un confronto allargato a 360 gradi su tutto il sistema integrato con i vari soggetti gestori coinvolti, valutando in maniera condivisa quali fossero le necessità della cittadinanza e quali gli strumenti e le risorse a disposizione”.

“Non possiamo quindi che constatare come – concludono Fp/Cgil e Cisl/Fp Modena -nonostante tutto l’impegno da parte dei lavoratrici e dei lavoratori coinvolti, che in queste ore stanno aspettando anche notizie e indicazioni più precise su come gestire la riapertura che ci sarà già da lunedì 15 giugno, e per la quale ad oggi mancano ancora protocolli di sicurezza specifici per le varie scuole, l’unica risposta da parte del Comune sia quella di uscire con un comunicato stampa che dichiara le “maestre indisponibili” gesto veramente poco rispettoso nei confronti del suo stesso personale che ogni giorno, anche in momenti difficili come quelli dell’emergenza, ha continuato a fare la sua attività, a relazionarsi con le famiglie e a provare a trovare insieme nuove modalità di erogazione dei servizi, dimostrando capacità di empatia ed flessibilità”.