REGGIO EMILIA (ITALPRESS) – Si è tenuta l’Assemblea generale dei consorziati del Parmigiano Reggiano durante la quale il Consorzio ha approvato a larga maggioranza il bilancio consuntivo 2019. L’Assemblea ha inoltre approvato le misure straordinarie proposte dal Consiglio di Amministrazione che puntano a riequilibrare le condizioni di mercato.
Il bilancio 2019 ha evidenziato un incremento della produzione pari a 54.498 forme: 1,47% in più rispetto al 2018. Il Parmigiano Reggiano chiude l’anno con 3.754.193 forme prodotte contro le 3.699.695 dell’anno precedente. Sono conseguentemente aumentati i ricavi – 39.807.305 euro contro i 35.452.548 del 2018 – che derivano principalmente dai contributi che i caseifici devono versare al Consorzio per produrre la DOP.
Approvato il bilancio, l’attenzione dei produttori si è spostata sul tema dei prezzi. Nonostante la crescita dei volumi di vendita nella grande distribuzione, le quotazioni del Parmigiano Reggiano all’origine hanno registrato negli ultimi mesi un calo importante a causa di diversi fattori esogeni. Il trend positivo che aveva caratterizzato gli ultimi tre anni si era già invertito a ottobre 2019, in concomitanza con Brexit e l’introduzione dei dazi del Governo americano. La flessione è poi continuata, aggravandosi, nel periodo del lockdown a causa della riduzione delle vendite all’estero e la chiusura del canale Horeca.
Un contesto esasperato anche da fattori endogeni come la generale crescita produttiva che ha interessato il comparto dei formaggi a pasta dura: negli ultimi dieci anni, la produzione di Parmigiano Reggiano e Grana Padano è aumentata complessivamente di 1,9 milioni di forme (+ 31,5%) a cui va aggiunto l’aumento dei “bianchi”.
“Il nostro futuro è sempre più condizionato dalle vicende internazionali – ha affermato il presidente del Consorzio, Nicola Bertinelli – Se si prendono a riferimento i listini del 2019 si stima che la riduzione del prezzo all’origine sia circa del 40%. Una contrazione della marginalità che preoccupa i caseifici che, negli anni passati, hanno vissuto un periodo felice sia per quanto riguarda produzione che prezzi”.
L’obiettivo delle misure approvate dall’Assemblea è proprio quello di ripristinare le condizioni di equilibrio del mercato. Le azioni sono sostanzialmente tre: in primo luogo, il Consorzio acquisterà dai suoi 335 caseifici ben 320mila forme (160mila dell’ultimo quadrimestre 2019 e 160mila del primo quadrimestre 2020) così da riequilibrare il mercato. La volontà è quella, non solo di ridurre l’offerta, ma anche di sostenere la selezione di qualità. Le forme saranno conservate nei magazzini, fatte stagionare più a lungo e reimmesse progressivamente sul mercato quando sarà possibile ottenere una remunerazione adeguata al prodotto sulla base di una precisa strategia di penetrazione nei mercati. Non è la prima volta che il Consorzio interviene per ritirare le forme al fine di alzare le quotazioni: era già successo nel 2014-2015. La novità è che ora il Consorzio non si limiterà a ritirare le forme dal mercato, ma limiterà ulteriormente le quote di produzione che sono stata stabilite per il triennio a venire. Il Consorzio potrà inoltre contare sulle misure nazionali previste dal decreto rilancio.
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