Una Modena che sia città green, sana e antifragile, che sia uno snodo globale e interconnesso, un luogo che valorizzi i propri paesaggi, una realtà di opportunità e inclusiva, e l’unione dei 38 rioni rigenerati.

Prende il via il percorso del nuovo Piano urbanistico generale (Pug) del Comune di Modena che si svilupperà a partire da queste cinque visioni strategiche generali per il futuro della città in una prospettiva di alcuni decenni. L’iter che porterà a definire questa idea di città partirà, infatti, giovedì 2 luglio con l’avvio della Consultazione preliminare da cui scaturirà la formulazione di una proposta di Pug, con l’obiettivo di arrivare all’adozione in Consiglio comunale entro la metà del 2021 e all’approvazione definitiva l’anno successivo.

A illustrare in Consiglio il percorso in partenza e la proposta della “Strategia per la qualità urbana ed ecologica ambientale” del Pug di Modena, nella seduta di oggi, giovedì 25 giugno, è stata l’assessora all’Urbanistica Anna Maria Vandelli, insieme alla dirigente del settore Maria Sergio e ad alcuni dei tecnici comunali impegnati nell’ufficio di Piano appositamente costituito. Riprendendo la comunicazione già svolta in maggio, il sindaco Gian Carlo Muzzarelli ha poi sottolineato “l’importanza dell’avvio di un percorso che andrà a definire gli aspetti essenziali della città dei prossimi anni e nel quale il Consiglio comunale sarà protagonista”.

Vandelli, introducendo la presentazione, ha spiegato che “il Pug è il nuovo strumento di governo del territorio che delinea le scelte strategiche di assetto e sviluppo urbano di lungo periodo e un’idea di città capace di attrarre investimenti, progetti, persone, idee, talenti nel riferimento della sostenibilità ambientale e sociale. È l’elemento che ci permette di rinnovare il patto di comunità su ciò che vogliamo diventare, anche alla luce della nuova normalità dopo la fase di emergenza sanitaria da Covid 19”.

Alla Consultazione preliminare che coinvolgerà diversi Enti, dalla Provincia ai Comuni limitrofi, dall’Arpae alle Soprintendenze agli Enti di bonifica, saranno presentati in questa fase il quadro conoscitivo, la metodologia di Valsat e gli schemi di assetto strategico, che rappresentano la base per arrivare alla definizione del Pug.

“Il Piano – ha proseguito Vandelli – sarà condiviso e aperto ai contributi di tutti: saranno infatti numerose le occasioni di confronto durante il percorso che coinvolgeranno l’intera comunità sia attraverso la rete (videoconferenze, lezioni, un sito internet dedicato) sia con forme di interazione personale e diretta. Nel mese di luglio, in particolare, si svolgeranno incontri con un taglio illustrativo e informativo degli obiettivi strategici che si intendono perseguire e delle scelte generali di assetto del territorio, mentre nei mesi successivi verranno organizzati dei momenti di riflessione e di approfondimento su temi di particolare interesse per la definizione condivisa del Pug”.

Tra le iniziative in programma anche l’individuazione di un luogo fisico in cui sarà possibile consultare i materiali. Nel frattempo, si svolgeranno incontri di approfondimento anche con i soggetti rappresentativi delle organizzazioni della città: collegi, ordini, associazioni, comitati. “In questo percorso, ma anche nella nuova disciplina di governo del territorio, il Consiglio comunale – ha sottolineato Vandelli – avrà un ruolo centrale in quanto sarà il soggetto titolato a decidere le trasformazioni che attengono all’addensamento e alla rigenerazione della città”.

CINQUE OBIETTIVI PER IL FUTURO DI MODENA

Dalla città green, sana e antifragile allo snodo globale e interconnesso, dal luogo che valorizza i propri paesaggi a una realtà di opportunità e inclusiva, all’unione dei 38 rioni rigenerati

Sono cinque le strategie e una ventina i relativi obiettivi che delineano l’idea di città su cui verrà sviluppato il Piano urbanistico generale (Pug) per la Modena dei prossimi 30 anni.

La Modena green, sana e antifragile, sarà una città capace di rispondere ai cambiamenti climatici. Gli obiettivi che si pone sono quindi quelli di promuovere la conoscenza e la cultura ambientale, riconoscere e progettare la rete ecologica, adeguare le norme del costruire al fine di contribuire alla resilienza, all’adattamento ai cambiamenti climatici e al miglioramento del comfort urbano, garantire coerenza tra aspetto vincolistico e pianificazione del territorio, individuando le risposte adeguate agli eventi naturali.

La città nodo globale e interconnessa prevede l’affermazione come città europea, attraverso gli obiettivi di valorizzazione della corona nord dei luoghi della produzione, il rafforzamento del sistema infrastrutturale a scala territoriale nel medio e lungo periodo, il favorire sinergie per l’innovazione, l’implementazione delle tecnologie a servizio della Smart city.

La città che valorizza i propri paesaggi è una città che riconosce i vecchi e i nuovi paesaggi e ha come obiettivi implementare l’attrattività della ‘città storica’ attraverso azioni di tutela attiva, strutturare reti fruitive nel paesaggio rurale e periurbano, creare identità e qualità strutturando una rete che valorizzi la cultura e l’arte, sostenere l’identità storica consolidata valorizzando le eccellenze in una prospettiva rivolta al futuro.

La città di opportunità e inclusiva è una città che implementa welfare e città pubblica.  Gli obiettivi che si pone sono aumentare la qualità dell’offerta di welfare e degli spazi destinati ai servizi, caratterizzare offerte abitative differenti per specifiche esigenze della cittadinanza al fine di ridurre l’impatto sociale e sostenere l’inclusione, accrescere l’accessibilità fisica, la percorribilità e la fruibilità di servizi tramite il potenziamento della mobilità dolce e lo sviluppo di nodi intermodali, recuperare gli edifici pubblici dismessi o sottoutilizzati per servizi e funzioni sociali.

La città costituita dai 38 rioni rigenerati è una città in grado di rigenerare l’esistente. Si pone come obiettivi limitare, comprimere l’espansione, ricavare l’offerta nell’esistente da rigenerare (territorio urbanizzato), concentrare l’offerta all’interno delle parti in grossa trasformazione, sensibilizzare e incentivare la rigenerazione urbana ed edilizia, riconoscere i luoghi da densificare.