Sulla questione dei rimborsi forfettari per le spese non documentate il Governo mantenga gli impegni assunti con la componente artigiana dell’autotrasporto che, ancora una volta, rischia di essere la più penalizzata pur avendo continuato a garantire nella fase drammatica dei giorni di lockdown l’approvigionamento di tutti i beni necessari consentendo al paese di mantenere un barlume di normalità. Così Cinzia Franchini, portavoce di Ruote Libere, il raggruppamento di piccoli imprenditori del trasporto merci.

Si tratta di deduzioni e crediti d’imposta essenzialmente legati al recupero forfettario delle spese sostenute dagli autotrasportatori per le trasferte in relazione ai trasporti personalmente effettuati dall’imprenditore, titolare di ditta individuale, o dai singoli soci di società di persone. E’ un beneficio essenziale per la sopravvivenza di migliaia d’imprese artigiane che subiscono, quotidianamente, concorrenza sleale e dumping sociale da parte di aziende di altri paesi, principalmente dell’est Europa, ma anche di società italiane che hanno da tempo delocalizzato sfruttando l’opportunità di costi decisamente più bassi (costo del lavoro, carburante, assicurazioni, pedaggi, pressione fiscale). Il tutto in un periodo storico di drammatica congiuntura economica.

Infatti sebbene si sia concluso da tempo, per così dire, il solito giro delle “consultazioni” con le Istituzioni di riferimento che dovrebbero, sul fronte governativo, garantirne l’esito come fu concordato con la ministra De Micheli. L’accordo prevedeva una deduzione forfettaria dal reddito con un unico importo pari a 48 euro giornalieri; somma che avremmo dovuto già avere confermata da tempo.

E invece – prosegue Cinzia Franchini – si è dovuti ad arrivare fino ad oggi e attendere il Decreto Agosto che stanzia cinque milioni in più sulle risorse erogate che permettono così di raggiungere la somma concordata per le deduzioni di 48 euro. Somma che ad ogni modo, e qui siamo al ridicolo paradosso, le società beneficiarie non possono ancora utilizzare nella loro dichiarazione dei redditi perché non è stato pubblicato alcun atto attuativo che lo consenta. E manca appena una settimana al 20 agosto, data ultima per presentare la dichiarazione, anche se già con una maggiorazione dello 0,40% (maggiorazioni che andrebbe abolita). Le rassicurazioni della ministra appaiono come un ritornello stantio (uguale a quello dello scorso anno e dell’anno prima ancora) ma soprattutto privo di fantasia e di garbo per chi nell’autotrasporto si è reso fin troppo disponibile nei sacrifici.