Mulino da seta conservato nel Museo del Patrimonio Industriale di Bologna (foto Roberto Serra)

L’Istituzione Bologna Musei è partner culturale di Cortile in comune, la rassegna corale e multidisciplinare curata dalla Fondazione per l’Innovazione Urbana per proporre – attraverso reading, talk e incontri, eventi musicali e performativi nel Cortile Guido Fanti di Palazzo d’Accursio a Bologna – una riflessione sul futuro delle città, sul come ricominciare a vivere insieme lo spazio urbano e rapportarsi con l’altro e le comunità.
L’Istituzione Bologna Musei partecipa al programma con una serie di appuntamenti che saranno occasione non solo per raccontare al pubblico il ricchissimo patrimonio storico-artistico conservato nei musei civici della città ma anche per immaginare nuove possibilità di fruizione dei beni artistici dopo il cambiamento radicale imposto dall’emergenza epidemiologica da Covid-19.

Nel primo di questi incontri domani, mercoledì 2 settembre alle h 20.30, Miriam Masini del Museo del Patrimonio Industriale illustrerà “Quando Bologna viveva sull’acqua” per approfondire un capitolo importante della storia economica-produttiva della nostra città.
Tra XII e XVI secolo Bologna realizzò infatti una operazione di respiro plurisecolare: la costruzione di un  complesso sistema idraulico artificiale, oggi in gran parte nascosto, composto da chiuse, canali e chiaviche che distribuivano a rete l’acqua, consentendone l’uso  principalmente come fonte di energia  e trasporto. Numerosi erano gli opifici che operavano in città, più di 350 nel XVII secolo.
Tra questi  spicca il mulino da seta “alla bolognese”, che rappresenta la più alta tecnologia conosciuta in Europa prima della Rivoluzione Industriale. La sua funzione consisteva nel torcere il filo di seta per renderlo più robusto e resistente e poterlo quindi lavorare al telaio. Tra i prodotti del setificio bolognese il più famoso era il velo di seta commercializzato in tutta Europa, che costituiva un elemento distintivo degli abiti dell’aristocrazia, spesso riprodotto nella ritrattistica occidentale. Attraverso il canale Navile il velo e in generale i prodotti del setificio raggiungevano per via acqua Venezia e da qui i principali mercati europei. L’abbondanza della risorsa acqua, unita all’alta tecnologia raggiunta dai mulini da seta, permise così ad una città, non dotata di significativi corsi d’acqua naturali né di uno sbocco sul mare, di recitare un ruolo da protagonista nel panorama della proto-industria europea e del grande commercio internazionale fino alla fine del XVIII secolo, affermandosi in Europa come una delle capitali dell’industria serica.

L’evento è a ingresso libero con prenotazione obbligatoria fino a esaurimento dei posti. Il sistema di prenotazioni dei posti è disponibile su boxerticket.it con emissione di biglietto elettronico.
Tutti gli eventi si svolgono nel rispetto del distanziamento e delle normative anti-Covid.
L’ingresso al Cortile Guido Fanti sarà solo da via Ugo Bassi 2, Bologna.
Il Cortile Guido Fanti è accessibile in carrozzina.

Cortile in comune è una delle azioni promosse dal Comune di Bologna e coordinate dalla Fondazione per l’Innovazione Urbana verso la costruzione del Quadrilatero della Cultura, il nuovo polo della cultura e della partecipazione che sta nascendo nell’ambito del progetto Laboratorio Aperto (programma di finanziamento Asse 6 “Città attrattive e partecipate” dei fondi del Programma Operativo Regionale FESR Fondo europeo sviluppo regionale 2014-2020).
La rassegna Cortile in comune fa parte di Bologna Estate 2020, il cartellone di attività promosso e coordinato dal Comune di Bologna e dalla Città metropolitana di Bologna – Destinazione Turistica.