Possiamo considerare il 2020 come l’epoca del Rinascimento dell’e-learning? In Italia, probabilmente sì visto che mai prima di quest’anno il mondo scolastico e accademico si era rivolto così al digitale.

L’e-learning è un metodo di apprendimento molto diffuso in varie zone del mondo. Anche in Italia ci sono università che hanno dato fiducia al mondo virtuale e alle sue potenzialità. L’Unicusano, ad esempio, è stata tra i primi atenei del nostro paese ad adottare la modalità blending per la didattica. Che cosa significa? Che l’università mette a disposizione dei suoi studenti sia lezioni in classe, sia una piattaforma online su cui si trovano video lezioni, materiale didattico e test per verificare quanto si è appreso.

Un corso simile permette grandi vantaggi soprattutto di natura spazio-temporale. Questo tipo di piattaforme sono accessibili 24 ore su 24 e da qualsiasi dispositivo tecnologico dotato di connessione. Questo significa che si può accedere al materiale didattico in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo ci si trovi. Non è necessario, quindi, spostarsi di casa ed è possibile affiancare allo studio anche un lavoretto part-time.

Tuttavia, i puristi del mondo accademico hanno spesso rinnegato l’uso di tecnologie simili come forma di didattica. Il rapporto docente-alunno e la presenza in un contesto pensato e costruito per essere formativo sono sempre sembrati valori imprescindibili per far sì che avvenisse una trasmissione di conoscenza vera. Tanto che molti laureati in atenei telematici sono stati oggetto di scherno e sono stati spesso accusati di avere lauree di poco conto.

Il coronavirus ha messo fine a tutto questo. L’e-learning è diventato l’unica soluzione possibile, il salvagente che avrebbe permesso all’attività scolastica e universitaria di continuare nonostante l’emergenza sanitaria. Con molta difficoltà, tutto il mondo scolastico si è riversato sul digitale e grazie a esso è riuscito a non abbandonare gli studenti e a far concludere l’anno scolastico anche se in maniera del tutto singolare. Non è stato semplice rinunciare al gruppo classe, al contatto fisico e abituarsi a una nuova forma di educazione. Sicuramente, non ha aiutato il fatto di essere confinati in casa.

Ma non sono stati solo gli studenti della scuola e dell’università a usare Internet. Corsi di formazione di qualsiasi tipo hanno approcciato la modalità e-learning. Anche qui, nonostante le difficoltà, si sono scoperti anche dei lati positivi nell’usare il computer per fare determinate attività.

Ora che siamo a settembre e siamo usciti dalla fase del lockdown, si parla di riapertura, ma l’e-learning resta una possibilità concreta da usare per cercare di garantire il distanziamento sociale e l’assenza di assembramenti. Da questa esigenza, però, è probabile che le persone inizino a sviluppare una maggiore sensibilità nei confronti del mezzo digitale e delle sue potenzialità. Inoltre, l’ottimizzazione del tempo e la necessità di organizzare il proprio studio e la propria giornata in maniera funzionale sono tra i vantaggi garantiti della didattica a distanza.

La possibilità di accedere alla conoscenza anche da remoto è probabilmente il lusso più grande che Internet ci ha concesso insieme alla possibilità di restare in contatto con persone molto lontane a livello geografico. Che questa possibilità si estenda anche al mondo scolastico e universitario sembra logico e naturale.