Ancora una volta viene messo a dura prova un settore – ovvero quello del commercio su area pubblica e delle partite IVA – già gravemente penalizzato dal lockdown: gli ultimi provvedimenti, che vietano sagre e feste, sono commentati in modo critico da ANVA Confesercenti Modena: “Decidere di chiudere – spiega Alberto Guaitoli, Presidente Anva Confesercenti Modena – è una scelta che infligge un ulteriore grave danno economico alla nostra categoria, che ha bisogno invece di garanzie e certezze, soprattutto se messa nella condizione di non poter svolgere la propria attività. Occorrono sostegni economici rapidi e adeguati. Dal 18 maggio abbiamo dimostrato di poter svolgere il nostro lavoro seguendo tutti i protocolli di sicurezza. Laddove non si potevano garantire, non abbiamo ripreso le attività. Le fiere di paese rappresentano un presidio e aiutano a riprendere quel senso di normalità che, per molti versi, si è completamente perso. La nostra richiesta è di ripristinarle al più presto. Non capiamo il motivo per cui si è voluto colpire cosi duramente questo settore e chiediamo che la Regione si faccia interprete verso il Governo dell’assurdità di questa scelta”, prosegue Guaitoli.

Fiere e sagre si svolgono all’aperto, nel pieno rispetto delle regole e rappresentano, in una fase delicata come questa, un momento di socialità importante e ordinato per le comunità e l’economia locale. Non ci sono mai stati momenti di tensione nelle iniziative svolte, né necessità d’intervento da parte delle forze dell’ordine per evitare assembramenti e disapplicazione delle normative.
“Si può ragionare sull’anticipo degli orari di chiusura, sia per le fiere del food che del non food, ma non sulla loro chiusura”, conclude Guaitoli.

Anche nella nostra provincia sagre e fiere rappresentano uno straordinario volano di promozione del territorio e occasioni importanti per la commercializzazione dei prodotti tipici: l’autunno è il periodo più intenso per queste attività. Il blocco rappresenta perciò, a giudizio di ANVA Confesercenti Modena, un duro colpo all’economia locale.