Emanuele Camerini, classe 1987, che ha partecipato all’edizione 2019 di Giovane Fotografia Italiana, promossa dal Comune di Reggio Emilia, per la cura di Ilaria Campioli e Daniele De Luigi, in collaborazione con importanti festival europei, tra i protagonisti della mostra “open air” Spazio Libero, realizzata sempre a Reggio Emilia dopo lo scorso lockdown, è tra gli artisti selezionati nel progetto “Cantica 21”, bando lanciato congiuntamente dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, che promuove e valorizza l’arte contemporanea italiana, sostenendo la produzione di opere di artisti emergenti o già affermati ed esponendole negli Istituti Italiani di Cultura, nelle Ambasciate e nei Consolati. Obiettivo del progetto è anche quello di contribuire all’incremento delle collezioni pubbliche italiane di arte contemporanea.

Le opere, successivamente alla fase di circolazione internazionale, entreranno a far parte di una collezione precedentemente individuata. L’installazione di Emanuele Camerini, dal titolo “Bradbury”, avrà come sua destinazione la collezione di arte contemporanea dei Musei Civici di Reggio Emilia.

Per l’Assessora alla Cultura Annalisa Rabitti il bando favorisce e sostiene la ricerca artistica italiana contemporanea e la sua internazionalizzazione, sottolineando il contributo della cultura italiana allo sviluppo dell’arte, e mette in evidenza il nuovo ruolo dei Musei Civici di Reggio Emilia nell’aprirsi a una contemporaneità artistica giovane e innovativa, andando ad incrementare il suo già cospicuo patrimonio di arte contemporanea, comprendente opere di Claudio Parmiggiani, Fabrizio Plessi, Omar Galliani, Daniele Benati e tanti altri. Mentre per l’Assessora a Educazione Raffaella Curioni questo riconoscimento conferma, oltre alla qualità e all’originalità degli artisti selezionati nelle diverse edizioni di Giovane Fotografia Italiana, anche l’importanza culturale di un progetto del Comune di Reggio Emilia che, promuovendo un approccio alle arti visive, votato alla ricerca artistica, scopre e valorizza i talenti emergenti under 35 nel panorama nazionale, dando loro occasioni di visibilità e di accesso a nuove prospettive anche internazionali.

Nato a Roma, Emanuele Camerini lavora come freelance affiancando al lavoro editoriale un percorso di ricerca fotografica personale che, attraverso una narrativa intimista, si pone tra la fotografia documentaria e quella concettuale. Collaboratore di testate nazionali e internazionali, ha già ottenuto una serie di riconoscimenti in ambito fotografico e ha esposto i suoi lavori in gallerie e mostre anche all’estero. Con l’ opera presentata a Reggio Emilia in occasione della VII Edizione di Giovane Fotografia Italiana, Notes for a silent man, il fotografo ripercorreva i luoghi dell’infanzia per ricostruire i ricordi della figura paterna. Da alcuni anni l’artista indaga il tema della fortuna e quanto la sua percezione influenzi il nostro comportamento personale e collettivo. E su questo interrogarsi sulla fortuna si costruisce il progetto premiato a “Cantica 21”, “Bradbury”: l’artista parte infatti da una serie di domande per indagare come la fortuna, “sia essa un’invenzione, un prodotto, una promessa o una fede, gioca a dadi con le nostre vite, le condiziona e le trasforma.” La fortuna esiste davvero? È una questione di coincidenze o è l’attitudine verso le cose che rende alcuni più fortunati di altri? “Se”, scrive Camerini, “come sostiene l’antropologo statunitense Arjun Appadurai, il futuro è un fatto, dunque qualcosa che può essere non solo pensato, ma effettivamente progettato e costruito, il concetto di fortuna si lega a quello di possibilità.”

Attraverso il dialogo con i professori di Fisica Teorica dell’Università di Catania Alessandro Pluchino, Andrea Rapisarda e Alessio Biondo e dalla riflessione sul loro paper “Talent vs Luck”, nel quale forniscono un modello statistico che quantifica l’incidenza dell’intelligenza e del caso sulla possibilità di avere successo nella vita, l’opera è pensata come un dittico in tecnica mista che unisce disegni a carboncino su carta e un video: i disegni ricostruiscono la traiettoria dell’ultimo giro della finale dei 1000m di pattinaggio di velocità delle Olimpiadi di Salt Lake City che, nel 2002, è valsa la medaglia d’oro a Steven Bradbury, considerato uno tra i partecipanti meno talentuosi; a monitor, una sequenza in loop del video realizzato dal team di Pluchino, che rappresenta graficamente la relazione che esiste tra merito e successo e il ruolo in essa giocato dalla fortuna.

Altri progetti realizzati dall’artista sono Dream, The Twelfth Night, There is a place in the sun for everyone: le immagini sono pubblicate nel suo sito web, all’indirizzo https://www.emanuelecamerini.it/