E’ pubblicato online, sul sito del Comune di Reggio Emilia (www.comune.re.it/ditutti) il Bilancio sociale 2019/2020 della ‘Rete Diritto di parola’, sistema sociale, solidale e culturale costituito da associazioni e istituzioni scolastiche dedicato allo sviluppo dei progetti di integrazione linguistica. Una realtà unica a livello regionale, che a fianco dell’Amministrazione comunale vede tra i suoi partner cinque associazioni – Accqua- Accademia di quartiere, Centro di solidarietà di Reggio Emilia Onlus (Ceis), Città migrante, Federazione italiana lavoratori e famiglie (Filef), Aps Passaparola -, il Centro permanente per l’Istruzione degli adulti (Cpia-Miur),la Fondazione interculturale Mondinsieme, le cooperative che si occupano di accoglienza dei richiedenti asilo e rifugiati (Rti Dimora d’Abramo e Rti L’Ovile), la cooperativa educativa Accento e il progetto Penny Wirton delle biblioteche del Comune di Reggio Emilia.

Insegnamento della lingua italiana (L2) e multilinguismo sono stati tra gli obiettivi di riferimento che hanno guidato in quest’ultimo biennio come negli ultimi anni l’azione della Rete: L’apprendimento della lingua italiana rappresenta infatti lo strumento primario di inclusione e valorizzazione sociale ed interculturale dei cittadini di origine straniera, immigrati e rifugiati e proprio per questo l’Amministrazione comunale ha ribadito questi due impegni importanti anche nelle linee progettuali del documento “Ditutti” per le politiche interculturali approvato le scorse settimane dal Consiglio comunale di Reggio Emilia.

“Il lavoro promosso dalle Istituzioni a Reggio Emilia trova un importante alleato che è la Rete Diritto di Parola che lavora per la promozione dell’integrazione della lingua italiana ma anche per sensibilizzare a un impegno più forte nel contrastare l’analfabetismo funzionale – sottolinea l’assessore al Welfare e Bilancio Daniele Marchi – In ogni contesto sociale conoscere la lingua significa, non solo avere la possibilità di muoversi in autonomia e soddisfare i bisogni primari di vita, ma anche avere la capacità di esprimersi per esercitare diritti, agire doveri, tutelare la propria salute e quella della collettività, partecipare democraticamente al tessuto economico sociale e culturale del paese. “Diritto di Parola” quindi mette in connessione non soltanto il tema dell’inclusione ma tocca ambiti di rilievo sia per l’educazione, la partecipazione e rappresenta una sorta di bussola per orientare tutti coloro che hanno necessità di orientarsi”.

 

IL BILANCIO SOCIALE – Il bilancio sociale 2019/2020 rappresenta una conferma del lavoro svolto dalla Rete: sono stati 2.880 gli studenti che hanno frequentato i corsi di lingua italiana, 160 gli insegnanti che hanno lavorato per oltre 16mila ore. Il documento racconta dunque i percorsi formativi ed educativi promossi, i corsi di base e quelli tematici che vedono attiva la rete per tutto l’anno, con anche una serie di attività formative estive. Tra le iniziative più importanti promosse in questi ultimi due anni vi è stato, nel maggio scorso, queste, nel maggio 2020, la quinta edizione del convegno nazionale Analfabetismo e cittadinanza, il primo svolto in modalità virtuale che ha visto collegati oltre 800 formatori e insegnanti da tutta Italia.

“La nostra comunità – prosegue l’assessore Marchi – dovrà essere in grado di valorizzare il multiliguismo e i portati culturali che rappresentano una opportunità di scambio a livello globale, nello stesso tempo la comprensione piena della lingua italiana e del suo uso permette di contrastare fenomeni di esclusione sociale. Un tema che tocca tutti, infatti dal rapporto Ocse-Piaac del 2017, in Italia ci sono 11 milioni di persone tra i 15 e i 64 anni che – nonostante in possesso di un titolo di studio – a distanza di anni del suo conseguimento hanno difficoltà a comprendere il significato di un testo, non hanno competenze digitali e quindi rischiano di non sapersi orientare nel lavoro, nelle relazioni sociali, nella gestione dei risparmi e nella tutela della salute”.

Tra i componenti del Comitato Scientifico della Rete anche Vittoria Gallina, professoressa dell’Università di Roma La Sapienza e membro della piattaforma europea per l’insegnamento per adulti Epale che evidenzia come sia importante continuare a formare anche in età adulta al saper leggere e al saper scrivere come “strumento moltiplicatore di effetti che danno potere ai cittadini del mondo e li rendono capaci di contribuire, con consapevolezza e responsabilità, alle società di riferimento”.

Da sempre allineata agli orientamenti e alle linee guida dell’unione e del consiglio d’Europa e agli obiettivi internazionali dell’Agenda per lo sviluppo sostenibile, la Rete Diritto di Parola si riconosce nel diritto all’apprendimento, il diritto di ogni persona di esprimersi, parlare, capire e di conseguenza agire i propri doveri e usufruire dei propri diritti in modo consapevole.

Ne consegue il principio fondamentale della promozione dell’autonomia e della crescita personale di ogni individuo nella comunità di appartenenza.

 

LA RETE E IL COVID19 – Pur con il distanziamento fisico, la Rete è stata in grado di attivare diverse azioni virtuali per mantenere il più possibile la vicinanza sociale, confermandosi come osservatorio socio-interculturale per la città, un organismo intermedio tra le istituzioni e quella parte di cittadini diversamente non raggiungibile ma comunque in grande difficoltà nel comprendere le regole e le normative promulgate durante lo stato di emergenza. Traduzioni, interpretazioni, supporto, ascolto sono solo alcune delle azioni messe in campo dalla Rete. Azioni rilevanti che però lasciano spazio anche alle criticità emerse nella distanza e nel rischio di nuove potenziali esclusioni causate indirettamente dall’emergenza e l’impegno di lavorare in modo sinergico nei prossimi anni per colmare questi gap e offrire pari opportunità a tutte le persone.