Il modenese Paolo Parenti è il primo in piedi in alto a destra; l’altro modenese della spedizione, Antonio Boccolari, è il secondo da sinistra seduto

Secondo appuntamento con un video online per i 150 anni del Museo civico di Modena, sulle tracce delle origini e degli ideali che portarono alla sua nascita. Sabato 10 aprile alle 21 va in streaming sul sito rinnovato (www.museocivicomodena.it), e sui social Facebook di Ert fondazione e museocivicomodena, il video “Riportando tutto a casa. Il viaggio della Vettor Pisani e la necropoli di Ancòn”. Gli approfondimenti tematici attorno ai passi fondamentali della storia e della crescita del Museo continuano così a prender via via forma, grazie alla collaborazione tra registi, attori e drammaturghi di Ert e curatori del Museo, intrecciando divulgazione e pratiche performative, condivisione del patrimonio museale e coinvolgimento del pubblico, attraverso nuove forme di comunicazione culturale.

In “Riportando tutto a casa”, si racconta dell’avventuroso viaggio di circumnavigazione del globo dei due modenesi Antonio Boccolari e Paolo Parenti. Imbarcati tra 1882 e 1885 a bordo della corvetta Vettor Pisani, riportarono in patria reperti raccolti nella necropoli precolombiana di Ancòn, in Perù, che non solo contribuirono all’accrescimento delle raccolte etnologiche del Museo Civico, ma ne divennero uno dei nuclei più consistenti. Nel racconto si fondono le letture teatralizzate di Simone Francia, attore della Compagnia permanente di Ert, e i contrappunti scientifici di Ilaria Pulini, oggi antropologa della Goldsmiths University of London, e dal 2003 al 2012 direttrice del Museo Archeologico Etnologico di Modena.

La sezione etnologica, costituitasi tra il 1875 ed i primi decenni del 1900, nasce con l’intento di rendere immediatamente percepibile il nesso tra preistoria ed etnografia che, in quegli anni, è parte integrante del paradigma evoluzionista applicato allo studio delle società umane. Sempre in collaborazione tra Museo ed Ert, sabato 8 maggio sarà online il terzo video “In cerca di una nuova sede. Trasferirsi all’Albergo Arti” dedicato all’approdo del Museo civico nella collocazione definitiva di Palazzo dei Musei, ex Albergo delle Arti, il 20 novembre 1886.

Informazioni online (www.museocivicomodena.it).

 

IL VIAGGIO E LE RACCOLTE ETNOLOGICHE

Il racconto del viaggio della corvetta Vettor Pisani, descritto nel video “Riportando tutto a casa” a cura di Ert e Museo civico, intreccia nell’avventura dei due modenesi che lo intrapresero tra il 1882 e il 1885 le motivazioni e l’entusiasmo scientifico del tempo, oltre alla finalità di documentare in Museo i progressi della ricerca fondata sulle nuove teorie. La maggior parte dei materiali esposti nella sezione etnologica del Museo Civico di Modena dedicata al Perù sono infatti stati raccolti e donati al Museo da Antonio Boccolari e Paolo Parenti, dopo il viaggio di circumnavigazione del globo a bordo della corvetta Vettor Pisani.

La raccolta documenta aspetti delle culture preincaiche e incaiche della costa peruviana in epoca precolombiana e si unisce ad altre dedicate a scavi e ricerche della fine del secolo scorso in necropoli precolombiane del Perù, che permettono di collegare la natura etnologica dei materiali con quella archeologica, soprattutto grazie alle ceramiche e alle ricche testimonianze tessili.

La sezione etnologica del Museo civico di Modena, costituitasi tra il 1875 e i primi decenni del ‘900, nasce per rendere immediatamente percepibile il nesso tra preistoria ed etnografia che, in quegli anni, è parte integrante del paradigma evoluzionista applicato allo studio delle società umane. Mettere a confronto nelle sale i manufatti dei “selvaggi viventi” con quelli delle popolazioni del passato significava, per il primo direttore Carlo Boni, aderire a un modello di indagine che aveva allora numerose applicazioni in Europa.

La sezione etnologica viene poi arricchita con scambi, acquisti e doni di esploratori modenesi viaggiatori in terre lontane. Tra questi, le collezioni degli Indios del Sud America sono costituite da tre nuclei ottocenteschi, fra i quali si distingue per antichità la collezione di ornamenti plumari dei Mundurucù e degli Indios dell’alto Rio Negro, formata intorno agli anni Quaranta dell’800 dal medico modenese Luigi Bompani, e un nucleo di recente acquisizione degli indios Yanomami.

I materiali che documentano aspetti della vita quotidiana delle popolazioni della Nuova Guinea, la grande isola dell’arcipelago della Melanesia, a nord dell’Australia, sono stati invece raccolti dall’etnologo Lamberto Loria tra il 1889 e il 1890, in un viaggio scientifico fra i primi condotti in queste aree. Le annotazioni sugli inventari e le informazioni fornite da Loria in alcune lettere hanno consentito di riproporre nell’esposizione l’itinerario della spedizione. La sistemazione attuale delle raccolte, che testimoniano culture ormai scomparse o in via di estinzione, rispetta l’originaria suddivisione ottocentesca ordinata per aree geografiche.

Informazioni online (www.museocivicomodena.it).