La ricerca scientifica scende ‘in campo’. È partita solo da quest’anno, ma sta già ottenendo buoni risultati, la nuova sperimentazione che riguarda una delle eccellenze Igp dell’Emilia-Romagna: la ciliegia di Vignola. Un progetto che attraverso l’installazione di appositi sistemi è in grado di proteggere le piante da parassiti, primo fra tutti il moscerino asiatico (Drosophila suzukii), e da fisiopatie quali le ‘spaccature’ dovute alla pioggia (cracking). Due calamità che, sommate agli effetti del cambiamento climatico e alla riduzione di disponibilità di molecole per la difesa delle colture, stanno creando da tempo non poche difficoltà al settore con danni alle produzioni e al reddito degli imprenditori agricoli.

Grazie quindi a un progetto finanziato e sostenuto dalla Regione insieme al Comune di Vignola, coordinato dal Servizio Fitosanitario regionale, in partnership con il Consorzio della ciliegia di Vignola, il Consorzio fitosanitario di Modena e l’Università di Modena e Reggio Emilia, sono stati installati in un’area sperimentale del Comune di Vignola sistemi monoblocco e monofila con l’obiettivo di raccogliere dati sull’adattabilità e l’efficienza dei sistemi stessi per poterli poi replicare ed estendere.

Le opportunità offerte da questa nuova sperimentazione sono molteplici: dalla verifica del controllo di parassiti – moscerino asiatico, mosca del ciliegio, oltre ai danni da uccelli – al controllo dei danni da cracking, all’analisi dei principali parametri microclimatici – temperatura, umidità relativa, precipitazioni – alla verifica dell’adattabilità delle nuove varietà in prova a questi sistemi di protezione con analisi qualitative, calibri, ecc.

I primi risultati sono già molto promettenti: oltre il 50% di riduzione nell’uso di insetticidi e un netto calo delle spaccature dei frutti nonostante le abbondanti piogge registrate nelle scorse settimane.

Il progetto e l’inaugurazione dei nuovi impianti polifunzionali installati nel campo sperimentale di Vignola (via Frignanese Impresa Mancini 12), sono stati al centro di una conferenza stampa che si è svolta questa mattina alla presenza, tra gli altri, dell’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi, della sindaca della città, Emilia Muratori, del presidente e del direttore del Consorzio Ciliegia di Vignola, Andrea Bernardi e Valter Monari, e del direttore del Consorzio fitosanitario provinciale di Modena, Luca Casoli.

“Ricerca e innovazione sono due parole chiavi fondamentali per la nostra agricoltura- afferma l’assessore Mammi– perché solo attraverso la sperimentazione e l’uso intelligente delle nuove tecnologie possiamo aumentare la competitività delle nostre imprese, garantire produzioni sempre più sostenibili e vincere la sfida imposta dalle conseguenze dei cambiamenti climatici. Sostenibilità ambientale e produttività devono infatti tenersi insieme e il progetto finanziato e sostenuto con tempestività dalla Regione, gli impianti che inauguriamo oggi, ne sono una dimostrazione. Il lavoro di squadra fatto col territorio – istituzioni, Università, Consorzio della ciliegia di Vignola – e con i tecnici del Consorzio fitosanitario provinciale, ci ha permesso di avviare un progetto sperimentale che sta già dimostrando la sua efficacia a difesa di una coltura che è tra le eccellenze Dop e Igp dell’Emilia-Romagna. Continueremo a sostenere il progetto- chiude l’assessore-, per dare strumenti validi ai nostri agricoltori a difesa del loro lavoro e dei buoni prodotti della nostra regione conosciuti e apprezzati in Italia e all’estero”.

“Purtroppo, in queste ultime annate, la presenza di un insetto esotico ad alta fecondità ed aggressività come la Drosophila suzukii ha causato ingenti danni ai produttori che già devono fare i conti con i cambiamenti climatici, si pensi alle gelate tardive che questa primavera hanno colpito a macchia di leopardo le nostre produzioni- aggiunge la sindaca Muratori-. Come Comune di Vignola, quindi, insieme alla Regione, sosteniamo con convinzione l’importante lavoro che il Consorzio della Ciliegia, insieme al Consorzio Fitosanitario e a Unimore, stanno implementando nel campo sperimentale che abbiamo messo a loro disposizione”.

“Da anni Vignola rappresenta in Italia una realtà molto particolare- proseguono Bernardi e Monari-: un territorio di dimensioni contenute, terreni fertili, agricoltori intraprendenti e di alta professionalità, uno dei consorzi di promozione e tutela più vecchio d’Italia e un’ottima reputazione commerciale. Vignola in Italia e nel mondo è sinonimo di ciliegia di qualità.  Ad oggi il comprensorio della Ciliegia di Vignola Igp ‘marchia’ circa 50-60mila quintali di ciliegie di alta qualità e può vantare oltre il 30% della sua produzione coperta dalla pioggia. Ora, grazie all’aiuto della Regione Emilia-Romagna, del Consorzio fitosanitario di Modena e dell’Amministrazione di Vignola, vogliamo puntare più in alto partendo con questa nuova sfida: un impianto che ci permetta, oltre che di proteggere le nostre ciliegie dalla pioggia, di ridurre fortemente i trattamenti e dare uno spiraglio di luce anche per le produzioni a conduzione biologica, garantendo sempre un prodotto di qualità elevata”.

 

Il campo sperimentale

La sperimentazione viene applicata a una collezione varietale attualmente curata dal Consorzio della Ciliegia di Vignola con la collaborazione del Dipartimento diScienze della vita dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia.

Il progetto triennale prevede di testare nuovi modelli di reti multifunzionali per la protezione del ciliegio.

Le coperture, nelle due versioni monoblocco e monofila, sono state realizzate con rete antidrosofila, rinforzata nella parte superiore con una doppia rete impermeabile alle precipitazioni, in grado quindi di proteggere i frutti dalle piogge e allo stesso tempo di permettere lo scambio di aria per mantenere condizioni ambientali ottimali nell’ambiente protetto. A tal fine gli impianti sono stati dotati di una rete di raccolta di dati che consente il raffronto con le condizioni esterne.

Nei prossimi anni si prevede l’ampliamento dell’area sperimentale-dimostrativa attraverso la realizzazione di altri impianti coperti con materiali innovativi e la valutazione di queste strutture sia in appezzamenti condotti secondo i disciplinari di produzione integrata che in agricoltura biologica.