Vengono avviate oggi, lunedì 5 luglio, le prime opere per il restauro, recupero funzionale e per la valorizzazione del Palazzo della Reggia di Rivalta, edificio superstite del vasto complesso ispirato ai modelli di Versailles e Colorno di cui costituiva l’Ala sud. L’intervento, finanziato dal ministero per i Beni culturali e il Turismo (Mibact) con 2 milioni di euro nell’ambito del Progetto nazionale Ducato Estese, terminerà a luglio 2022. Durante il corso dei lavori, il cantiere non interferirà con le iniziative estive in programma alla Reggia che si svolgeranno normalmente. Gli spazi della Reggia sono divenuti infatti negli anni riferimento per la comunità, frequentati luoghi di svago e di produzione di eventi culturali e di intrattenimento, fra cui la programmazione di Restate che anche quest’anno si terrà nell’area antistante l’edificio.

Il ‘Cantiere estense’, nell’ambito di questo Primo stralcio di lavori, si concentrerà sul consolidamento delle strutture, sulla realizzazione delle principali dotazioni impiantistiche e sul restauro delle facciate. Al Piano nobile, parte est e Torrione est, si prevede inoltre la realizzazione e il completamento delle opere di restauro che interessano fra l’altro le pareti interne, i dipinti e gli intonaci, i pavimenti, le finiture, le dotazioni impiantistiche (elettriche, meccaniche, idriche e antincendio) e il miglioramento della accessibilità degli spazi a tutti, con puntuale superamento delle barriere architettoniche e percorsi adeguati.

L’architettura del Palazzo di Rivalta è basata sulla composizione e il linguaggio neoclassico i cui elementi caratterizzanti sono ancora ben distinguibili: la simmetria, la progressione degli elementi, la gerarchia e la moderazione. Questo profilo estetico e culturale originale è al centro del complesso intervento di restauro, recupero funzionale e valorizzazione dell’edificio.

Un progetto che rispetta la storia e l’identità del complesso monumentale, misurandosi con il superamento dei ‘segni’ – spesso impietosi – lasciati dal tempo e dai rivolgimenti politici e con le istanze di valorizzazione e attrattività alla scala di quartiere, cittadina, nazionale e internazionale, di fatto in linea con il rilievo storico e politico, italiano ed europeo, degli Estensi in otto secoli di dinastia.

 

RINASCONO ELEGANTI FINESTRE, COLORI ANTICHI DI INTONACI E AFFRESCHI – Il progetto esecutivo del primo lotto di intervento di restauro, recupero funzionale e valorizzazione del Palazzo prevede:

·         restauro e riqualificazione funzionale della porzione di Piano nobile (detta Ala est) che va dall’Androne passante al Torrione est; restauro ‘leggero’ e consolidamento della restante parte dell’edificio al fine di renderlo parimenti fruibile; flessibilità funzionale e impiantistica sono previste per differenti usi: culturali, ricreativi, di accoglienza e ospitalità;

·         consolidamenti dell’intero edificio che ne permettano un generale miglioramento sismico, garantendo la futura flessibilità funzionale necessaria per usi diversi;

·         restauri murari esterni delle facciate e loro ricomposizione originale ove necessario, con riapertura di finestre monumentali e stesura degli intonaci ‘filologici’.

·         restauri interni. Il principio che sarà applicato per le superfici intonacate sarà conservativo. Le superfici tinteggiate interne vedranno rimosse le dipinture incongrue fino al raggiungimento del livello da ripristinare.

Saranno restaurate le Sale monumentali, una delle quali caratterizzata da un notevole Trompe l’oeil eseguito nel Torrione est dal pittore modenese Giacinto Venturi (allievo di Francesco Stringa), che si occupò della dipintura dell’architettura e degli ornamenti impiegando per lo più pitture ad olio e tempera.

Data la scarsa qualità dei pavimenti esistenti e soprattutto il loro pessimo stato di conservazione, si propone un rifacimento coerente con gli originali.

 

UNA RAMPA VERDE E IL RECUPERO DELLA TERRAZZA BELVEDERE – Sono previsti inoltre:

·         una scala di collegamento con tutti i piani nel Torrione est, ricavata in intercapedine, e un ‘montapersone’ (ascensore capiente, idoneo anche al servizio per persone disabili);

·         completa accessibilità all’edificio, che è resa possibile grazie ad interventi quali:

– il recupero di ogni preesistente uscita verso i giardini, due scale dal piano nobile e una ampia rampa in cotto, per uscire dall’interrato della torre est

– la realizzazione di una modulazione del terreno, in forma di rampa, per consentire l’accesso all’edificio dal recuperato voltone di ingresso dell’Ala est, direttamente dalla Corte ducale esterna. Si realizza dunque una Rampa Verde, reversibile, che garantirà l’accessibilità al Piano nobile dal Parco anche a chi ha mobilità limitata, con estrema sicurezza ed economicità, evitando così ascensori meccanici o nuove scale per il primo accesso. Questa rampa è posizionata sullo storico percorso di collegamento interrato tra l’ala della Reggia e il corpo principale (oggi scomparso), sarà realizzata con terreno di riporto per conservare grande naturalità al percorso e una pavimentazione a secco in continuità con le pavimentazioni esterne che perimetreranno il Palazzo. Questa rampa rappresenta un focus progettuale importante, ma è proposta quale modellazione garbata del prato della grande corte verde, necessariamente pavimentato nella parte calpestabile onde consentire una sicura accessibilità e superare il dislivello con modestissima pendenza;

·         predisposizione di opere impiantistiche generali che permettano la possibilità in occasioni particolari di aprire alla visita anche gli spazi ancora non completamente restaurati;

·         parziale rifacimento dei bassi servizi con la conservazione del muro di cinta ovest del Giardino segreto, e la realizzazione di un primo modulo impiantistico, ove sarà collocata la centrale tecnologica di questo primo lotto;

·         realizzazione di pavimentazioni esterne, anche sulle rampe e le scale di collegamento del piano rialzato con il giardino;

·         illuminazione esterna.

 

Il progetto esecutivo di questo stralcio di lavori costituisce anche una sorta di start up nello sviluppo dell’offerta degli spazi recuperati, con un primo fondamentale nucleo di attività rappresentative ed espositive e di accoglienza dei visitatori, sia per la Reggia, sia per l’intero sistema del Giardini segreto e del Parco ducale.

IL PARCO – Nell’autunno si prevede l’avvio del cantiere sul Parco dove il recupero dei beni storico-architettonici rimasti si estenderà, non solo alle Grotte, al Muro di cinta, alla Grande fontana ovale e al Belvedere, ma anche alla Scalinata che collegava il Palazzo al Parco e alle due Fontane che adornavano il Parterre: tutti questi manufatti sono tornati alla luce nel corso di ricerche, saggi e scavi archeologici propedeutici agli stessi interventi.

La scalinata, in particolare, consente la discesa dalla Corte ducale al Parco, poggiando all’estremità inferiore sul limitare del Parterre, che verrà ricostituito nelle forme settecentesche. Nell’area del Parterre e del Parco – questa un’ulteriore novità – rimarranno conservati i filari o gruppi di Gelsi.

Sempre in tema di verde, saranno piantati 695 nuovi alberi, che si aggiungeranno ai 240 esistenti. L’area sarà perciò dotata complessivamente di 935 alberi.