Il messaggio Inps n.2842 del 6 agosto 2021 fornisce indicazioni operative su come trattare i periodi di assenza dal lavoro causa quarantena da covid.

A fronte del mancato stanziamento delle risorse da parte del Governo per coprire la quarantena,  l’Istituto non dà tutela previdenziale dal 1° gennaio 2021 (ovvero non paga la propria quota a copertura dei periodi di assenza dal lavoro, pur non mettendo in discussione l’equiparazione tra quarantena e malattia).

“Questa scelta è sbagliata perché rischia di scaricare sui lavoratori, qualora non sia possibile il lavoro a distanza, il peso economico di un’assenza dal lavoro obbligatoria per legge” affermano Cesare Pizzolla e Marco Balili della segreteria Cgil Modena. Questa situazione rischia infatti di indurre molti che hanno avuti contatti con positivi a riflettere sulla eventuale comunicazione da rendere, per non essere collocati in quarantena e quindi rischiare di perdere la retribuzione delle giornate.

“Il Governo – continuano i sindacalisti Cgil – deve velocemente porre rimedio a questa situazione e dare continuità agli stanziamenti per la copertura della quarantena così come avvenuto nel 2020”. In tal senso è importante la dichiarazione del ministro Orlando di qualche giorno fa che si impegna a trovare le risorse per coprire la quarantena per far sì che l’Inps possa pagare quanto di sua spettanza.

Dalle parole bisogna passare velocemente ai fatti per dare certezza e sicurezza ai lavoratori, che non possono andare al lavoro, di ricevere il loro giusto compenso senza dover procedere a vertenze o azioni legali.

In attesa che ciò avvenga, la Cgil non accetterà le posizioni di alcune associazioni d’impresa – Confindustria in testa – che danno indicazioni alle proprie aziende associate di trattare le assenze per quarantena con permessi non retribuiti facendo pagare il costo dell’assenza al lavoratore.

“Le imprese devono sapere – spiegano Pizzolla e Balili – che anche in assenza della quota a carico Inps, è l’azienda che deve garantire la retribuzione corretta e completa ai lavoratori così come prevedono alcuni contratti nazionali di lavoro, ma anche il principio generale che, al lavoratore a cui non viene permesso di lavorare, deve comunque essere garantita la retribuzione spettante”.

Se le imprese scaricheranno i costi sui lavoratori, la Cgil metterà in campo tutte le iniziative sia a carattere sindacale sia a carattere legale per tutelare i lavoratori.

Invece che puntare sulle scorciatoie per far pagare la quarantena ai lavoratori, sarebbe stato più opportuno far sentire anche la voce di Confindustria affinché il Governo ripristini velocemente i fondi per dare coperture a queste assenze.

“E’ paradossale vedere Confindustria “accanirsi” per togliere diritti ai lavoratori – chiudono i rappresentanti Cgil – e dall’altra parte restare in totale silenzio di fronte ad atteggiamenti delle loro associate che chiudono o delocalizzano attività dal territorio modenese, come ad esempio Unifer Navale, Ondulati Maranello e Manifattura Riese”.