Un 30enne abitante a Rubiera, denunciato dai carabinieri del paese per una serie di gravi condotte maltrattanti nei confronti della moglie, è finito nuovamente nei guai. Sebbene il GIP del Tribunale di Reggio Emilia agli inizi dello scorso mese di giugno, accogliendo le richieste della Procura reggiana a sua volta concorde con gli esiti investigativi dei carabinieri della stazione di Rubiera, lo aveva sottoposto alla misura cautelare dell’allontanamento da casa e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima, prescrivendogli inoltre il divietò di comunicare con qualsiasi mezzo con la parte offesa, lui ha violato la misura finendo in carcere.

Il tribunale di Reggio Emilia, infatti, recependo le richieste della Procura reggiana ha disposto l’aggravamento della misura sostituendo il divieto di avvicinamento con la custodia cautelare in carcere. Provvedimento di natura cautelare che ieri è stato eseguito dai carabinieri della stazione di Rubiera che hanno arrestato l’uomo.

L’uomo, infatti, sebbene fosse sottoposto al divieto di avvicinamento continuava a recarsi presso l’abitazione della moglie che, per fargli vedere i figli e per tenerlo calmo, lo faceva entrare. Tuttavia in alcune circostanze il 30enne, avrebbe continuato con la sua condotta aggressiva arrivando a colpire la donna con uno schiaffo. Condotte queste ultime che segnalate dai carabinieri di Rubiera hanno portato all’odierno provvedimento culminato con l’arresto dell’uomo, ora condotto in carcere.

Il 30enne era sottoposto al divieto di avvicinamento dal giugno del 2021 in quanto dalle risultanze investigative, da almeno 6 mesi, con frequenza pressoché quotidiana, la moglie 26enne era stata sottoposta a vessazioni fisiche e psicologiche da parte del marito anche davanti ai figli minori. Al termine delle indagini, i carabinieri in forza alla stazione di Rubiera a cui la donna si è rivolta, l’avevano denunciato alla Procura reggiana per il reato di maltrattamenti in famiglia aggravato dall’essere compiuti davanti ai figli minori. Il sostituto titolare dell’inchiesta, condividendo con le risultanze investigative dei militari rubieresi, aveva richiesto e ottenuto dal GIP del Tribunale di Reggio Emilia l’applicazione nei confronti dell’uomo della misura coercitiva dell’allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento alla vittima e ai luoghi dalla medesima frequentati. Misura che tuttavia non è bastata per porre fine alle condotte delittuose dell’uomo, tanto che ora è finito in carcere.