BOLOGNA (ITALPRESS) – Nella corsa alla decarbonizzazione il biometano vuole giocare la sua parte e lo fa puntando anche alla “transizione tecnologica” legata alla novità delle colonnine self service. “Riteniamo profondamente sbagliato affrontare il problema della decarbonizzazione semplicemente dal punto di vista dell’elettrico, fissandolo come unica soluzione. L’elettrico è importante, può dare risposte utili, ma non copre tutto il mercato dei trasporti e della mobilità, così come richiesto”. Lo dice all’agenzia Italpress Dante Natali, presidente di Federmetano, in occasione dell’evento “Mutamenti in corso” a Bologna, dove è stato fatto il punto con gestori e tecnici del mercato del metano. Anche i consumatori, però, sono chiamati in causa perchè da parte loro per Natali “non c’è sufficiente consapevolezza, c’è una visione molto parziale e precostruita”. La carta “fondamentale nella decarbonizzazione che ci chiede l’Europa” è quella “del biometano, un prodotto che non ha nulla di legato al fossile, ma chimicamente è la stessa cosa”.
“Sfruttando la stessa infrastruttura già esistente, – aggiunge Natali – fino ad oggi usata solo per il metano fossile, vogliamo traghettare” verso il green, “e in parte lo stiamo facendo, con già un 20% di biometano che già oggi viene usato da chi va a metano. Un quinto dei chilometri percorsi dalle auto a metano, una quota significativa, è a impatto zero, senza Co2 emessa”. Quello del metano è un mercato “sempre in cambiamento e noi dobbiamo cercare di adeguarci cercando di difendere le nostre peculiarità”. Per Natali “le sfide del mercato sono sempre più dure”. A rincarare la dose contro l’elettrico è Gian Primo Quagliano, presidente di Econometrica, secondo il quale “l’irresistibile ascesa dell’auto elettrica sembra essere sempre più resistibile. Molti concessionari sono preoccupati perchè quando il bluff sarà scoperto ci sarà un bagno di sangue”. Il mercato del metano, però, potrebbe crescere grazie alle stazioni self service, regolamentate dal decreto del marzo 2019 ma ancora poco conosciute. Per Marco Rinaldi, progettista di impianti, è “un’opportunità storica”.
“Adesso – spiega a margine dell’evento di Federmetano – il momento è maturo. Dal punto di vista normativo abbiamo tutti gli strumenti che ci consentono di pensare a una futura rete di distributori a metano che operino anche in modalità self”. “Dal punto di vista tecnico – aggiunge – non ci sono particolari problemi. I nuovi distributori potranno essere già costruiti per lavorare in modalità self, ma ci sono anche possibilità di innovare tutta l’impiantistica esistente”. Con il self service “l’impianto deve essere trasformato in un luogo veramente sicuro e l’impiantistica deve essere sempre funzionante”. Anche i numeri dicono che ai clienti piace il self service. “Il nostro primo self è partito a luglio, è un’esperienza breve ma abbiamo già considerazioni da fare”, racconta Francesco Pinardi, CEO di Ekomobil. Ad esempio, dai dati di Ekomobil, il 50% del metano erogato in agosto è stato con il self service facendo registrare un +70% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. A settembre la percentuale si attesta al 30%. Per Pinardi “il periodo è ridotto e i mesi estivi non sono i migliori per trarre conclusioni”, ma i dati danno già alcune indicazioni sul futuro. Anche i dati di Tamoil dicono che il metano erogato col self service piace.
A giugno di quest’anno Tamoil ha aperto il primo punto vendita self service a Monastier, nel Trevigiano, e dai dati risulta che il trend è in aumento: si è passati dal 14% a luglio al 20% di settembre. Per Silvia Gadda, retail manager di Tamoil, però, occorre “migliorare la fase autorizzativa” perchè attualmente occorrono “quattro mesi di tempo”. A sentire quanti sono intervenuti nel corso dell’incontro c’è la necessità di velocizzare la transizione al self service. Ora, però, gli occhi sono tutti puntati sul decreto Semplificazione, rispetto al quale Natali esprime “delusione per i ritardi nel confronto con i ministeri” dello Sviluppo economico e dei Trasporti. “Le mie aspettative – dice rivolgendosi alla platea – sono notevoli perchè si tratta di un’occasione unica per cercare di cominciare a snellire e far evolvere una attività fossilizzata dal 1950 e che non siamo mai riusciti a migliorare se non in piccoli dettagli e in cose non più accettabili dal mercato attuale”.
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