Edilizia (Copyright immagine: Regione Emilia-Romagna A.I.U.S.G. – Autore: Tamburini Alan)

“Sapevamo già cosa sarebbe accaduto: il conferimento dei rifiuti e degli scarti dei lavori edili è diventato un problema serio, che coinvolge privati e imprese e che chiama in causa Hera o comunque chi gestisce il servizio rifiuti. La norma entrata in vigore a inizio 2021 considera i rifiuti di lavorazioni industriali non più assimilabili a quelli urbani. In pratica questi rifiuti vengono considerati speciali e implicano lo smaltimento autonomo. Era evidente che ci saremmo trovati in una situazione caratterizzata da difficoltà quando non da abusi. Avevamo già chiesto incontri e li abbiamo realizzati, ma nulla è cambiato: ora è il momento di agire”.

Lapam Confartigianato Edilizia e Cna Edilizia intervengono sulla direttiva Ue entrata in vigore nel gennaio di quest’anno sui rifiuti di lavorazioni industriali che non è più possibile conferire in discarica. “Gli impatti su alcuni settori economici sono molto forti – sottolineano Cna e Lapam – e a soffrire di più sono le aree più periferiche, in particolari quelle dell’Appennino. Anche per piccole quantità, pensiamo a ristrutturazioni o manutenzioni, è necessario smaltire i rifiuti lontano dal territorio ed è necessario trovare una soluzione in tempi rapidi. Pensiamo a una ristrutturazione a Fanano: per conferire i propri rifiuti edili occorre arrivare a Vignola o a Spilamberto… Le realtà più periferiche si trovano quindi a doversi sobbarcare lunghi tragitti per conferire i rifiuti, con un aggravio di costi e il rischio di irregolarità”.

Lapam e Cna sottolineano: “Occorre individuare aree adatte, con destinazione urbanistiche compatibili, e mettere in campo un progetto di servizio compatibile con la situazione che non richieda aggravi pesanti di costi per imprese già duramente colpite dalla lunga crisi del settore. Il problema va risolto anche attraverso Atersir, quello che serve è trovare soluzioni concrete e praticabili. Chiediamo ad Atersir e ai soggetti pubblici interessati – concludono le due Associazioni – di convocare al più presto un tavolo di confronto permanente per individuare soluzioni concrete in grado di risolvere questo problema”.