Sabato 16 ottobre, a Sassuolo nella Chiesa di San Giorgio alle ore 21, Grandezze & Meraviglie propone: “Motus Profundus”.

A presentare il concerto sono cinque musiciste dell’ensemble austriaco Sféra. Il programma infonde nuova vita a una serie di brani estratti da due rari codici estensi del XV secolo conservati presso la Biblioteca Estense. In particolare il MS {alpha}.X.1.11, contenente numerosi mottetti, probabilmente trascritti dallo stesso Guillaume Dufay (circa 1400-1474) e il MS {alpha}.M.5.24., contenente composizioni di Alexander Agricola (1446-1506) e di Matteo da Perugia. L’Ensemble Sféra, nato in seno all’Università della Musica Mendelssohn di Graz, costituisce un consort di flauti di varie taglie, che consente un’ampia gamma di registri musicali. Questo tipo di consort, dagli effetti polifonici molto suggestivi, è di raro ascolto in Italia mentre è molto diffuso in Europa Centrale e del Nord.

Nel XV secolo, la vita musicale in Italia stava fiorendo – flos florum! – i musicisti e compositori più famosi d’Europa lavoravano nelle chiese e nelle corti. Ciò che oggi rimane di loro non sono soltanto le loro lapidi, ma anche la loro musica, conservata in manoscritti modenesi: musica profana, motetti e messe. I manoscritti non sono mere reliquie del passato, ma diventano strumenti per far rivivere il patrimonio musicale che abbiamo ereditato. Il MS {alpha}.X.1.11 della Biblioteca Estense contiene numerosi mottetti, probabilmente trascritti dallo stesso Guillaume Dufay (circa 1400-1474). La scelta è caduta quindi sulle chansons di Dufay e sulla musica di Gilles Binchois (circa 1400-1460), a lui strettamente legato. Qualche decennio più tardi, Alexander Agricola (1446-1506) basò alcune delle sue composizioni profane e sacre sulle loro chansons, come per esempio: “Je ne vis onques”, “Comme femme desconfortée” e “Le serviteur hault guerdonné”. Esplorando la biografia di Agricola, siamo tornati di nuovo a Modena con il famoso manoscritto MS {alpha} M.5.24. e una composizione di Matteo de Perugia (datata intorno al 1400).

L’ensemble Sféra esplora le possibilità del consort di flauti dolci, sviluppando un personale approccio alla polifonia, nel rispetto dell’esecuzione storicamente informata portata al XXI secolo. All’interno della visone e delle consuetudini tipiche dei compositori dell’epoca, valorizzano il movimento fisico, l’improvvisazione, l’impostazione della voce, il linguaggio e la spazialità.

Apertura della biglietteria 45 minuti prima dell’inizio

Ingresso 13€ (riduzioni 10€, 5€)