Il nuovo Osco di Modena, l’ospedale di comunità con una ventina di posti, “sarà collocato a Baggiovara, in un terreno comunale individuato nei pressi della chiesa della frazione”, contribuendo così a sviluppare strategicamente un polo sanitario che, oltre all’ospedale civile Sant’Agostino Estense, ospiterà anche l’hospice Villa Montecuccoli. Lo ha affermato il sindaco Gian Carlo Muzzarelli nella seduta di giovedì 4 novembre del Consiglio comunale, intervenendo alla fine del dibattito sulla mozione a prima firma di Tommaso Fasano del Pd, sottoscritta pure da Sinistra per Modena, Europa verde – Verdi e Modena civica, poi approvata all’unanimità dall’Assemblea, che invita la giunta a proseguire appunto nel percorso finalizzato alla realizzazione dell’Osco.

Annunciando anche l’avvio dell’iter amministrativo volto a concedere all’Azienda Usl, in diritto di superficie, il terreno che ospiterà la struttura, il sindaco ha precisato che l’ospedale di comunità “sarà gestito dalla stessa azienda sanitaria col coinvolgimento dei medici di medicina generale”. Nei prossimi mesi l’Ausl svilupperà la fase iniziale, quella di progettazione, “con l’obiettivo finale di completare l’intervento nel rispetto dei tempi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) per la concessione delle risorse economiche”.

Illustrando l’ordine del giorno in aula, il consigliere Fasano ha spiegato che l’emergenza Covid ha fatto emergere “la necessità di costruire una rete sanitaria più vicina ai cittadini”, favorendo anche maggiore interazione con le azioni sociali, nell’ambito del rafforzamento del carattere pubblico e universalistico di questi servizi. Si è individuata quindi come soluzione “il potenziamento delle strutture intermedie tra territorio e servizi”, come peraltro rilevato anche dalle linee di indirizzo della Conferenza territoriale socio-sanitaria (Ctss). In questo contesto si inseriscono gli Osco, centri che si collocano a metà via tra l’assistenza domiciliare e ospedaliera e in cui l’assistenza è erogata, di norma, in moduli assistenziali di 15-20 posti letto, destinate ai cittadini che non hanno necessità di ricovero in un reparto specialistico ma richiedono una tipologia di assistenza sanitaria che non potrebbero ricevere a domicilio (come, per esempio, pazienti con patologie croniche).

Gli ospedali di comunità, infatti, “rientrano nella programmazione degli investimenti della sanità pubblica per il territorio modenese”, si legge nel documento, a partire dal potenziamento della filiera ospedaliera (che prevede la ricostruzione dei poliambulatori di via del Pozzo, la demolizione dell’ala A del Policlinico, il completamento della piattaforma tecnologica dell’ospedale di Baggiovara) fino, appunto, allo sviluppo della filiera territoriale che comprende pure le Case della salute, il nuovo Sert e i punti prelievo.

La mozione, quindi, sollecita l’Amministrazione a proseguire il percorso verso la costruzione dell’Osco a Baggiovara, già annunciata a gennaio in una seduta della commissione consiliare Servizi, sottolineando che “la collocazione della struttura a Baggiovara permetterebbe di creare un polo sanitario territoriale forte, a beneficio sia delle relazioni tra le strutture sanitarie sia della qualità dei servizi per i cittadini”.

Nel suo intervento, il sindaco ha specificato anche che la vicinanza del nuovo Osco all’ospedale civile si collega alle “caratteristiche di intervento e cura garantite da questo nosocomio”. Più in generale, ha affermato, la realizzazione dell’ospedale di comunità contribuisce al perseguimento degli obiettivi dell’Amministrazione, ovvero “garantire vicinanza dei servizi e completare il quadro delle esigenze nel perimetro della rete ospedaliera e socio-sanitaria provinciale”, assicurando inoltre il necessario sviluppo tecnologico e, in sinergia con Unimore, la formazione che porterà a incrementare “la presenza di figure professionali della sanità”.