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Ridurre la quota di Neet (le persone non impegnate nel lavoro, nello studio o nella formazione) al di sotto del 10% e portare sotto l’8,5% la quota di abbandono scolastico. Incrementare il tasso di occupazione portandolo al 78%, riducendo il divario di genere e puntando sulla qualità del lavoro. Riportare il numero delle persone a rischio povertà o esclusione sociale ai livelli precrisi. E ancora, dimezzare il numero di feriti da incidenti stradali, ridurre del 55% le emissioni di gas climalteranti rispetto al 1990, garantire 12mila punti di accesso internet libero, gratuito e veloce, portare il numero delle case della salute a 170 per una sanità di qualità sempre più territoriale e vicina ai cittadini.

Sono solo alcuni degli obiettivi che si è data la Regione Emilia-Romagna, nella sfida globale per lo sviluppo sostenibile del Pianeta. Una strategia, elaborata con il supporto dell’Alleanza italiana per lo sviluppo Sostenibile (ASviS) che declina e ‘localizza’ il piano d’azione globale ONU e le 5P Persone, Pianeta, Prosperità, Pace e Partnership a partire dalle specificità del nostro territorio, dai suoi punti di forza e dagli elementi di debolezza, individuando circa 100 target quantitativi da raggiungere  entro il 2025 e/o il 2030 da monitorare ogni anno per valutare il posizionamento della regione rispetto a sfide globali,  misurare il contributo delle politiche regionali ed eventualmente ri-orientarle.
E tutto questo in coerenza con le linee di intervento del Programma di mandato 2020-2025 e condivise nel Patto per il Lavoro e per il Clima.

“Il Patto per il Lavoro e per il Clima e il Programma di mandato 2020- 2025- sottolinea il presidente della Regione, Stefano Bonaccini- rappresentano i principali documenti programmatici coi quali realizzare la Strategia Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. Lo sappiamo: siamo in una fase storica di profondi cambiamenti, di decisioni straordinarie, che vengono prese a livello europeo e nazionale, decisioni che sono state rimandate per troppi anni. Ma oggi abbiamo nuove opportunità, per andare avanti, senza lasciare indietro nessuno”.

“Abbiamo definito una linea d’azione, ma ora la vogliamo condividere con i cittadini- chiude il presidente della Regione- attraverso la partecipazione al Forum regionale. Costruire insieme il nostro futuro non è uno slogan, è una necessità. E noi ci siamo”.

“La pandemia ha innescato la più grave crisi economica e sociale dal dopoguerra- aggiunge la vicepresidente, Elly Schlein- Come allora, abbiamo la grande responsabilità di ripensare la nostra società, dandoci obiettivi innovativi e ambiziosi.  E l’Agenda ONU 2030 è in questo senso una grande opportunità di cambiamento, ma rappresenta anche un diritto universale a chiedere, da ogni livello di governo, azioni concrete per la giustizia sociale e ambientale.  Quello che abbiamo delineato è un documento strategico molto importante, inclusivo e trasparente, a disposizione della comunità regionale. Fotografa il posizionamento attuale dell’Emilia-Romagna sui 17 Obiettivi ONU e per ciascuno fissa indicatori di monitoraggio e target quantitativi da raggiungere. La Strategia regionale permetterà di misurare come le scelte del Patto per il Lavoro e il Clima contribuiscono all’Agenda ONU, in dialogo con la strategia Nazionale e con quelle sviluppate dagli Enti locali. Perché l’obiettivo è unico e comune a tutti- chiude la vicepresidente- cioè consegnare alle nuove generazioni un mondo migliore, sia per le persone che per il Pianeta stesso”.

 

La Strategia regionale Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile

La Strategia regionale Agenda 2030 assume tutti i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile, che le Nazioni Unite definiscono Goal, a partire dalle specificità del territorio e ha individuato circa 100 obiettivi quantitativi da raggiungere entro il 2025-2030.

Tra gli obiettivi fissati c’è il raggiungimento del 78% del tasso di occupazione, la parità di genere nell’occupazione e nelle posizioni dirigenziali, il dimezzamento del numero di feriti da incidenti stradali rispetto al 2020, povertà ai livelli precrisi, 55% di emissioni climalteranti in meno rispetto al 1990, realizzazione di 170 Case della Salute. E i dati disponibili attestano, comunque, che l’Emilia-Romagna è già fra le regioni più avanzate d’Europa in materia di salute, educazione, occupazione, innovazione e inclusione sociale, crescita ed export.

 

Come si posiziona l’Emilia-Romagna oggi

Gli obiettivi sono misurabili attraverso indicatori di risultato. Alcuni coincidono con quelli definiti a livello nazionale ed europeo, mentre in altri casi l’Emilia-Romagna ha deciso addirittura di alzare ancora l’asticella o di dotarsi di indicatori specifici regionali, per valorizzare al meglio le politiche e le peculiarità del territorio.

Dal confronto con i valori delle altre regioni italiane, la nostra regione nel 2019 si attesta oltre la media nazionale in 9 dei 14 indicatori, ed è tra le più avanzate d’Europa.

In particolare, l’Emilia-Romagna si posiziona meglio sugli obiettivi: ‘Sconfiggere la povertà’, “Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età”, “Istruzione di Qualità”, ‘Parità di genere’, ‘Acqua pulita e servizi igienico-sanitari’, ‘Lavoro dignitoso e crescita economica’, ‘Costruire un’infrastruttura resiliente e promuovere l’innovazione ed un’industrializzazione equa, responsabile e sostenibile’; ‘Ridurre l’ineguaglianza all’interno di e fra le nazioni’; ‘Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibili’.

Siamo nella media rispetto agli indicatori “Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile” e “Pace, giustizia e istituzioni forti”, mentre dobbiamo migliorare per quanto riguarda gli indicatori “Energia pulita e accessibile”, “Consumo e produzione responsabili” e “Vita sulla terra”.

 

Partecipazione e monitoraggio

Per garantire la massima partecipazione sia nella fase di monitoraggio della strategia che nella sua attuazione, è istituito il ‘Forum per la Strategia regionale Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile’. Il monitoraggio della Strategia regionale avrà cadenza annuale, e potrà prevedere l’aggiornamento, l’integrazione o la modifica del documento a partire da nuovi scenari, criticità e opportunità rilevate dal sistema nazionale e regionale degli indicatori.

Sarà oggetto di confronto e condivisione con l’Assemblea legislativa regionale, realizzato in integrazione con quello del Patto per il Lavoro e per il Clima e presentato al tavolo degli stessi firmatari.

 

Elaborazione della Strategia

Il documento è stato definito con il coordinamento della Vicepresidente, in collaborazione con il Capo di Gabinetto del Presidente della Giunta.

Il documento è stato elaborato da un Gruppo di lavoro tecnico con rappresentanti delle Direzioni generali della Regione, di una Cabina di coordinamento operativo, e della Cabina di regia per la governance e il controllo strategico della programmazione regionale, nell’ambito del Gabinetto del Presidente della Giunta. Un progetto dunque trasversale all’ente, realizzato con il supporto di ASviS – l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile – e il coinvolgimento di Art-ER, l’Agenzia Regionale per la Prevenzione, l’Ambiente e l’Energia (ARPAE), degli Atenei regionali attraverso Emilia-Lab, la rete degli Atenei dell’Emilia-Romagna per la collaborazione scientifica, didattica e informativa nel campo degli studi economici.