Cibo, beni di prima necessità e soprattutto medicine e disinfettanti. È il carico prezioso che una delegazione dell’Antoniano di Bologna ha appena consegnato a Leopoli dove «le campane non suonano più per la messa ma solo per dare l’allarme in caso di bombardamenti sulla città», come raccontano suor Maria e suor Chiara del convento di San Giuseppe delle suore Benedettine, destinazione finale della spedizione.

«Appena hanno aperto i pacchi con gli aiuti, i frati e le suore di Leopoli ci hanno detto: ci avete salvati», racconta fra Etjen, dell’Antoniano, che ha portato i sostegni in Ucraina insieme a fra Roberto della Mensa Padre Lino di Parma e a un gruppo di volontari.

«La quantità di persone che cerca di lasciare il paese è enorme – aggiunge fra Etjen – al confine le code sono lunghissime. Molti uscivano dal Paese a piedi, con le valigie e c’erano tantissime mamme che portavano in braccio i propri bambini».

Secondo gli ultimi dati pubblicati dall’UNHCR, sono oltre 4 milioni le persone fuggite dalla guerra in Ucraina, di queste oltre 85.000[1] sono arrivate in Italia – di cui il 25% a Bologna dove opera l’Antoniano – tra queste quasi 40mila sono donne e circa 30mila sono minori. Le principali città di destinazione sono Roma, Milano, Napoli e Bologna ma sempre più città sono coinvolte nell’accoglienza e nel sostegno ai profughi ucraini in arrivo.

«La nostra preoccupazione è per tutti coloro che non sono riusciti a scappare: ai padri, mariti e figli che sono dovuti rimanere per difendere il proprio paese, la propria casa – dichiara fra Giampaolo Cavalli, direttore di Antoniano. «In questi giorni festeggiamo la Pasqua che è la celebrazione della vita. Per tanti sono giorni terribili, oltre a sostenere chi è rimasto, vogliamo aiutare anche chi è riuscito a superare il confine, scappando dalla guerra. Per questo, attraverso i nostri progetti sociali di ascolto e accoglienza per profughi, la rete di Operazione Pane e del prezioso aiuto dei volontari, l’Antoniano è impegnato a offrire accoglienza e supporto a quanti bussano alla nostra porta».

L’Antoniano, sin dall’inizio dell’emergenza, ha esteso all’Ucraina la rete solidale di Operazione Pane, con interventi nel Paese, ai confini e in Italia, dove dall’inizio della guerra continuano ad arrivare migliaia di persone.

In particolare, sostiene alcune strutture francescane in Ucraina, a Konotop, Odessa e Kiev, e una struttura in Romania impegnata ad offrire supporto alle mamme e ai bambini che attraversano il confine dell’Ucraina, non solo con aiuti primari ma un sostegno concreto per integrarsi e inserirsi nel mondo del lavoro, a partire dall’insegnamento della lingua rumena.

Le testimonianze che arrivano in queste ore dall’Ucraina sono drammatiche. «Nei sotterranei del nostro convento, stiamo ospitando decine di mamme e bambini, dando loro la possibilità di mangiare e dormire in un posto sicuro – racconta fra Romualdo, francescano del convento di Konotop – ci sono anche tanti anziani che non hanno potuto lasciare le loro case perché ammalati, così andiamo noi da loro per portare beni di prima necessità. Le persone, oltre ad affrontare ogni giorno la paura dei bombardamenti, hanno difficoltà a trovare viveri e medicinali. Viviamo questi difficili momenti con la speranza che tutto questo possa finire presto».

IN ITALIA. Operazione Pane aiuta, inoltre, le realtà francescane che stanno accogliendo gli ucraini che scappano dalla guerra, come il convento di Bordighera e quello di Montenero, in provincia di Imperia.

Da Bologna a Palermo sono oltre un centinaio le donne e i bambini che sono stati già raggiunti dalla rete di Operazione Pane ricevendo accoglienza, presso le strutture dei frati francescani o presso privati, e supporto: dai pasti ai beni di prima necessità come farmaci, pannolini, indumenti, biancheria.

A Bologna sono già state accolte le prime famiglie ucraine e l’Antoniano sta lavorando in rete con le istituzioni locali e le altre realtà del territorio per garantire una accoglienza dignitosa, percorsi di integrazione sociale, supporto in caso di bisogni economici e materiali.

Tra queste, due mamme con cinque bambine che sono scappate da Kiev, come Uliana – sei anni – che chiede spesso quando potrà andare a scuola e racconta che quando era a Kiev la odiava ma ora con la guerra si rende conto di quanto le manchi la normalità.

A Palermo, il convento di Baida, attualmente ospita 22 profughi, quasi tutte donne con 9 bambini tra gli 8 e i 14 anni. Qui i bambini ucraini che sono arrivati hanno già cominciato a frequentare la scuola e sono stati avviati corsi di lingua italiana per grandi e piccoli.

Impegnate ogni giorno “sul campo”, le realtà francescane italiane sostenute dall’iniziativa solidale “Operazione Pane” si trovano a Palermo, Catanzaro, La Spezia, Genova, Torino, Verona, Bologna, Pavia, Monza, Milano, Lonigo, Voghera, Baccanello, Roma (due realtà francescane), Bari, Castellamare di Stabia, Parma. Le ultime tre sono entrate a far parte della rete nel 2021 insieme ad una seconda struttura a Roma, che si aggiunge a una realtà già presente nella Capitale. Il progetto solidale sostiene anche una realtà francescana ad Aleppo, in Siria.

Per aiutare le realtà francescane che stanno sostenendo la popolazione ucraina, nel Paese, in Italia e ai confini

l’Antoniano ha attivato una campagna di raccolta fondi.

Per donare e supportare la rete di Operazione Pane: https://www.antoniano.it/campagne/emergenza-ucraina/

 

[1] Fonte Ministero dell’Interno (dati aggiornati al 6 aprile 2022)