Parrucchiere (autore e copyright: Brancolini Roberto)

Sono una decina le segnalazioni ricevute nel periodo 2019-2021 relative all’esercizio della professione di acconciatore in modo abusivo; una trentina gli atti di diffida e di avvio del procedimento per la sospensione dell’attività notificati dallo Sportello unico attività produttive; quattro i provvedimenti di sospensione dell’attività per una media di sette giorni, oltre a provvedimenti di divieto di prosecuzione. Nell’ambito dei controlli a campione delle Scia di inizio attività di estetista, inoltre, sono stati notificati due provvedimenti di divieto di prosecuzione dell’attività per accertata mancanza dei requisiti professionali, a cui è seguita comunicazione alla Procura della Repubblica.

A fare il punto sui controlli, rafforzati nel periodo del Covid, e sui provvedimenti assunti dall’Amministrazione nei confronti di attività come barbiere, parrucchiere, estetista, tatuaggio e piercing è stata l’assessora alle Politiche economiche Ludovica Carla Ferrari nella seduta del Consiglio comunale di giovedì 16 giugno in risposta all’interrogazione del M5s illustrata da Enrica Manenti sull’applicazione del regolamento per quelle attività. L’assessora ha precisato che tutti i provvedimenti adottati dallo Sportello sono poi stati trasmessi all’Ausl di Modena e alla Polizia locale, competenti rispetto all’attività di controllo.

La consigliera, facendo riferimento al recente episodio in cui una giovane di Maranello ha perso la vita a seguito di una iniezione di silicone per finalità estetiche operata da persona non autorizzata, ha chiesto in cosa è consistito il lavoro della Commissione comunale per la disciplina di tali attività tra il 2019 e il 2021, se siano state segnalate iniziative di esercizio abusivo, quanti e quali provvedimenti siano stati presi dall’Amministrazione comunale, quanti controlli siano stati effettuati e con che esito. Manenti ha quindi domandato se siano stati trasmessi atti all’Ausl di Modena per gli interventi di competenza, se il sindaco abbia stabilito la gradualità delle sanzioni e “quali eventuali iniziative intenda prendere l’Amministrazione per aiutare il consumatore a distinguere le attività normate e controllate dall’esercizio abusivo”.

L’assessora Ferrari ha precisato subito che “non va confuso l’ambito delle attività di acconciatura, estetica, tatuaggio e piercing con quello della chirurgia estetica, che certamente deve essere svolta da medico chirurgo specializzato; questo al di là di ogni riferimento alla pratica di abusivismo o di illecito”. L’assessora ha spiegato che “così come per altri regolamenti comunali e nell’ambito dell’ordinaria attività di revisione, è in corso un lavoro di adeguamento del Regolamento di queste attività per aggiornarlo alle modifiche normative nel frattempo intervenute, già applicate dagli uffici, e per attuare modalità di semplificazione che lo rendano più facilmente leggibile e utilizzabile dagli operatori del settore”.

Tra le modifiche intervenute, l’assessora ha ricordato l’abrogazione della normativa relativa alla Commissione, che quindi non è più prevista dal 2012. “È consuetudine dell’assessorato e degli uffici – ha precisato – dialogare e consultare, nei modi più veloci ed efficaci, le associazioni di categoria e gli operatori del settore, gli Enti esterni di regolazione e controllo ogni volta che si ritenga di affrontare, attraverso un confronto di molteplici professionalità ed esperienze, fatti od argomenti che richiedano una valutazione congiunta. Nel periodo della pandemia – ha proseguito – il canale diretto con le associazioni di categoria ha funzionato moltissimo, nella valutazione e conseguente applicazione dei vari provvedimenti ministeriale e regionali, e nel collegamento diretto con la Polizia locale per l’informazione e la vigilanza sul territorio”.

Ferrari ha quindi ricordato che sono previste misure amministrative pecuniarie, ad esempio per l’attività di acconciatore, nei confronti di chiunque svolga trattamenti o servizi di acconciatura in assenza di uno o più requisiti o in violazione delle modalità previsti dalla legge (per importi non inferiori a 250 e non superiori a 5.000 euro). “Anche durante la pandemia – ha precisato – sono stati rafforzati i protocolli operativi di controllo e verifica in collaborazione con la Polizia Locale e sono attualmente all’esame misure che prevedano la facoltà per l’esercente di esporre avvisi all’esterno dell’esercizio tali da dimostrare la qualità e un rafforzato impegno dell’impresa verso la tutela del consumatore, la sicurezza, l’igiene, la qualità dei prodotti impiegati, le qualifiche delle addette e degli addetti, la formazione del personale, il rispetto dell’ambiente, la sostenibilità e la piena legalità. Fra questi, per esempio, si prevede la possibilità di comunicare che l’esercizio sterilizza gli strumenti tramite autoclave”.

Dopo aver chiesto la trasformazione in interpellanza, Giovanni Bertoldi (Lega Modena) ha affermato che la pandemia “ha amplificato il fenomeno dell’abusivismo che esisteva già prima e che, in certe forme, interessa anche gli esercizi autorizzati, creando una concorrenza sleale. Per questo ci vorrebbe una maggiore vigilanza”.

Nella replica, la consigliera Manenti ha sottolineato che per contrastare l’abusivismo “si potrebbe trovare il modo, coinvolgendo le associazioni di categoria, di promuovere le strutture che hanno personale qualificato, per esempio distinguendole con un bollino di qualità”.