Danielli e Lepore (foto Giorgio Bianchi per Comune)

Questo pomeriggio a Palazzo d’Accursio, il sindaco Matteo Lepore ha consegnato la Turrita d’Argento a Romano Danielli, maestro di Burattini a Bologna.
Dopo l’intervento della delegata alla Cultura Elena Di Gioia, il Sindaco ha letto le motivazioni del conferimento:

“Potremmo partire dalla immagine di Bologna dipingendola come una bella pianta che cresce rigogliosa perché ha buone radici.
Se le radici sono forti e ben salde nel terreno, lo dobbiamo a personalità eccelse che proprio quelle radici hanno nutrito gemmando nuove colture, e lo dobbiamo a personalità eccelse come il Maestro Romano Danielli.
Romano Danielli è il teatro dei burattini di Bologna, un’arte che ha contribuito a far crescere e rendere viva nella memoria del passato, del presente e del futuro della città.
Come lui stesso racconta, iniziò a ‘burattineggiare’ in una città che portava ancora addosso la polvere delle distruzioni causate dai bombardamenti e che mostrava le sue ferite, ma con una volontà di rinascita forte e necessaria. Appena ne ebbe l’occasione, entrò in una baracca: uno dei tanti teatrini stabili montati nelle piazzette di Bologna, nel quale si lavorava d’estate per circa tre mesi, presentando ogni sera una commedia diversa.
Da qui è iniziata la passione di Danielli, Maestro indiscusso dell’arte dei burattini, che è riuscito a portare in giro per il mondo e alla ribalta nazionale, attraverso anche il mezzo televisivo, con trasmissioni RAI come il Sabato dello Zecchino e la Banda dello Zecchino.
Leggere o sentire i suoi racconti apre letteralmente il sipario su un’arte, su una epoca, sulla qualità del pensiero, dell’impegno e dell’incanto.

‘Il primo spettacolo che vidi – ci racconta Danielli spulciando nei suoi ricordi – fu una sorpresa: ciondolando una sera vicino al centro della città, precisamente in via Marconi (ex via Roma) mi capitò di vedere uno di questi teatrini piazzato nel bel mezzo delle rovine; rimasi incantato, lo scenario era irreale, la flebile luce di alcune lampadine m’affascinò. Più tardi il burattinaio mi permise di entrare in quel modesto ‘tempio’ e li iniziai. Umberto Malaguti era stato in passato un attore di prosa, notai che aveva imposto a tutti un rigore e un rispetto che a me parve eccessivo; aveva ragione lui. In quei tempi in Emilia Romagna lo spettacolo dei burattini era assai diffuso e spesso si raggiungevano i 300-400 spettatori (paganti). Ricordo la famiglia dei Ferrari ancora operante, Sarzi Otello e la bravissima Gigliola, i Preti e i Maletti nel modenese. A Bologna Gualtiero Mandrioli, un Fagiolino importante particolarmente nelle commedie drammatiche, la famiglia di Ciro Bertoni perfetti nel maneggio, i Rizzoli, Presini e uno stupendo Fagiolino interpretato da Febo Vignoli. Andando in Romagna i Monticelli, marionettisti e burattinai ancora in auge, poi altri certamente. La mia formazione, ancora incompleta, è maturata assistendo ai loro spettacoli, rilevando le diversità interpretative e nei repertori’.

Romano Danielli costruisce i suoi burattini intagliandoli nel legno.
Pagine di ricordi personali e pagine importanti di una arte e del nostro territorio che è stato fortemente segnato da burattini e burattinai.
Il suo amore per il teatro popolare lo ha portato, a seguito dell’incontro con Luciano Leonesi e Dario Fo nel 1956, ad essere tra i fondatori del G.T.V. (Gruppo Teatro Viaggiante), esperimento sociale che prendeva forma dall’idea di Bertolt Brecht di creare un teatro del popolo. Nel 1977, ha fondato la compagnia di teatro dialettale “I cumediànt bulgnîṡ” attivissima nel panorama cittadino ininterrottamente per oltre quarant’anni, di cui è stato autore, attore e regista.
Ha collaborato con altre realtà culturali tra cui il Teatro Sperimentale città di Bologna, Teatro Perché, Compagnia della Fortuna.
È diventato un ambasciatore della cultura popolare legata alla nostra città e ha diffuso l’arte dei burattini anche con attività di spettacolo in giro per il mondo: Barcellona, Tolosa, San Sebastian, Pamplona, Ordiza, Locarno, Francoforte, Colonia, Bruxelles, Liegi, Londra, Karchov, New York, New Jersy, Michigan (Detroit), Connecticut.
Della sua cospicua attività di autore, dalla scrittura di testi legati al dialetto bolognese a nuovissime pièces create ex novo, ricordiamo: Balanzone dal barocco al futuro, Goldoni a spizzichi e bocconi, Le metamorfosi di Arlecchino, E partì la fiumana, Sandrone astuto (rappresentata anche a Parigi) e Scuffiareini (quest’ultimo un toccante degno riscatto dell’opera di Alfredo Testoni).
I protagonisti dei suoi spettacoli sono le Maschere classiche della “Commedia dell’Arte”, come il dottor Balanzone, Pantalone, Fagiolino, Brisighella, che partendo da antichi “canovacci” vengono rielaborate e attualizzate.
Il suo Dottor Balanzone contiene mille sfaccettature, si parte dalla figura stereotipata di una “maschera di carnevale” per arrivare ad un personaggio complesso con ansie e psicosi tipiche del mondo contemporaneo.
Un’arte quindi che affonda le radici nel passato, ma che riesce a reinventarsi e trasformarsi, nel rispetto della tradizione, arrivando a dare alla cultura popolare la dignità dei classici, un “teatro classico dei burattini” come lo ama definire Danielli stesso.
Dopo tanti premi internazionali, mancava un riconoscimento nella sua città, che lo ringrazia per avergli donato radici così solide, fiorite e orgogliosamente popolari.
Per queste motivazioni, il Sindaco e l’Amministrazione Comunale di Bologna conferiscono a Romano Danielli la Turrita d’Argento”.

Danielli e Di Gioia (foto Giorgio Bianchi per Comune)