La manifestazione LGBTQIA+ “Le nostre vite valgono. Unitə contro la violenza di Stato” prevista sabato 20 maggio in  piazza XX Settembre a Bologna è rimandata a data da definire a causa del disastro ambientale che sta colpendo l’area e tutta l’Emilia Romagna.

La rete degli Stati Genderali, che ha promosso la manifestazione, ha preso questa decisione in solidarietà con le tante persone che a oggi sono isolate, evacuate o, nel caso di chi ha avuto più fortuna,  in attesa degli sviluppi delle prossime ore.

«Proviamo un profondo dolore – dichiarano lə organizzatorə – per il disastro idrogeologico in corso. Esprimiamo tutto il nostro cordoglio per le prime vittime di questa situazione. Sappiamo bene che la causa principale è il cambiamento climatico. Abbiamo più volte affermato – proseguono – come il nostro movimento si senta intimamente in continuità con le lotte ambientaliste di organizzazioni come Ultima Generazione, Extinction Rebellion, Fridays For Future. Organizzazioni vittime di repressione e impegnate contro la vera cancel culture: quella che minimizza o nega l’impatto dei gas serra, dei carboni fossili sul nostro pianeta già esausto. Di fronte al profitto, ormai da decenni, qualunque tentativo di ragionare di decrescita e riconversione industriale viene silenziato. Si continua a produrre senza sosta, evidentemente con la convinzione che i ricchi si salveranno. E in parte è vero, chi ha risorse trova modi per mettersi al sicuro, tutto il resto della popolazione no.  In queste ore siamo vicinə con apprensione a chi è o verrà maggiormente colpitə maggiormente dalle tante alluvioni. Abbracciamo anche le colline franate, gli animali e la vegetazione di una terra coraggiosa che sta vedendo cambiare i suoi paesaggi  in poche, terribili, ore».

Alla manifestazione avevano aderito, tra i tanti soggetti, Arcigay nazionale, Famiglie Arcobaleno, CGIL Nuovi Diritti, Collettivo di fabbrica GKN, Non Una di Meno nazionale, Extinction Rebellion, ALFI (associazione lesbica femminista italiana), MIT (movimento identità trans), molte associazioni locali e tanti collettivi transfemministi.

«Le tante persone e realtà che si preparavano a venire a Bologna continuano come ogni giorno a portare avanti le lotte del movimento LGBTQIA+ e ambientalista in ogni territorio, in ogni casa, in ogni scuola e luogo di lavoro e di vita, in attesa di una nuova data in cui convergere in una piazza nazionale», concludono lə organizzatorə.