Giuliano Pasini è uno di quegli scrittori lontani dalle mode e dalle polemiche da social, ma capaci di sfornare grandi storie che tengono col fiato sospeso e molto amato dai lettori. Classe ’74, originario di Zocca e trapiantato a Treviso, ha saputo costruirsi una solida carriera dal suo esordio nel 2012, un anno dopo la sua vittoria nel concorso on-line “Io scrittore” organizzato da GeMS, Gruppo Editoriale Mauri Spagnol. Vittoria che lo ha portato all’attenzione degli editori e alla sua prima pubblicazione cartacea con Fanucci, col titolo “Venti corpi nella neve”. Dopodiché, è passato al Gruppo Mondadori, sfornando altri quattro gialli che vedono nelle tematiche affrontate “un forte radicamento nella storia”, come ha ribadito lo stesso autore in un’intervista. In occasione del suo ritorno in libreria con “È così che si muore” (Ed. Piemme, 2023), ho voluto intervistarlo in attesa di incontrarlo il 22 giugno alle 20 nella rassegna “Autori in Vigna”.

 

Sei tornato in libreria con Piemme con “E’ così che si muore”: qual è la sensazione predominante?

Sono passati otto anni da “Il fiume ti porta via”, un tempo enorme per i ritmi dell’editoria, dove sembra obbligatorio uscire con un romanzo ogni dodici mesi. Sono stati anni intesi, fatti di arrivi (i figli) e partenze (la mamma), anni di tanto lavoro, di giorni lunghissimi e di notti brevi. La voglia di scrivere non è mai venuta a mancare, anzi. Ho imbrattato carte in ogni momento in cui mi è stato possibile. Le storie, lo sai, a volte vengono fuori nei momenti più inaspettati, nascono da un’espressione, da un certo modo di camminare, da qualcosa che leggi o ascolti… “È così che si muore” è nato nel lockdown del 2020, quando tutti scoprivamo una fragilità mai sperimentata prima, e avevamo bisogno di un rifugio per sentirci di nuovo al sicuro. Il mio è l’Appennino, Zocca e le sue colline, “il più bel mare d’Italia” come diceva Marco Santagata. Ho avuto bisogno di tornare lì almeno con la mente e la penna. Quando l’ho visto, finalmente, stampato la sensazione predominante è stata la stessa degli altri romanzi: stupore. Da lettore compulsivo, fatico a credere che quel nome stampato in copertina non sia un semplice caso di omonimia… E un pizzico di tristezza perché il lavoro era finito e mi toccava uscire da quel rifugio sicuro.

 

Pasini e Serra, Serra e Pasini: che rapporto hai col tuo commissario, e che rapporto ha lui con il suo creatore?

Di solito rispondo che, essendo Roberto un sociopatico con la vita segnata da una tragedia familiare devastante che l’ha colpito il giorno del suo sedicesimo compleanno e un male oscuro che lo affligge e che non riesce nemmeno ad ammettere, be’… spero molto poco. Ci uniscono, però, alcune passioni: cucina, corsa e musica italiana. Ma io le disperdo in mille rivoli, mentre lui le coltiva in modo maniacale e, bisogna ammetterlo, con risultati molto migliori dei miei. Forse anche alcuni tratti del carattere, come l’empatia, il sentire gli altri che poi è la vera ragione della Danza. L’empatia che è dono e condanna insieme, che lui, di nuovo sperimenta in modo estremo, tanto da sacrificare gli affetti più importanti per portare sollievo a persone che non ha mai conosciuto, le vittime sui cui omicidi si trova a indagare. In effetti, anche la ricerca di attimi di solitudine che spesso sono balsamici ma che, se si prolungano, diventano dolorosi… insomma, dai, qualcosa c’è.

 

Sarai a Modena questa settimana, per parlare (anche) del nuovo romanzo: quali sono le tappe estive?

Giovedì 22 all’Acetaia Villa San Donnino, e non vedo l’ora perché poter godere della cucina dello chef Emilio Barbieri in quel contesto, e con la tua compagnia, sarà favoloso (e avrò la scusa per parlare pochissimo). Poi il 25 sarò nella mia Zocca, nella magia dell’Osteria del Santuario, a dialogare con Giuliano Riva, e il 28 a Parma accompagnato da tre straordinari musicisti (parole e cucina, ma anche parole e musica sono abbinamenti fantastici). A luglio ci sarà Reggio Emilia, Forte dei Marmi, Cesenatico, Cavalese, Lido di Camaiore, di nuovo l’Appennino… Poi meritate vacanze, durante le quali mi dedicherò solo alla mia famiglia e al nuovo romanzo: stavolta non aspetterò otto anni!

 

Per incontrare l’autore a Modena il prossimo giovedì, tutte le info qui: Autori in vigna 2023 – VisitModena

Eliselle