Venerdì 23 giugno le osservatrici dell’Associazione Antigone Emilia Romagna si sono recate in visita presso la casa circondariale di Modena.

“Nell’istituto si registra un vistoso aumento delle presenze rispetto allo scorso anno: ben 456 persone (80 in più rispetto alla nostra visita precedente di maggio 2022), di cui 268 stranieri. Sono 313 i condannati in via definitiva, ovvero quasi il 70% della popolazione detenuta – spiega l’Associazione -. Nella sezione femminile erano ristrette 30 donne di cui 23 condannate in via definitiva. Segnaliamo che le piante organiche del personale e l’organizzazione del carcere sono state concepite per una casa circondariale, ovvero per una popolazione costituita principalmente da detenuti non definitivi: la presenza consistente (e in aumento) di persone detenute con condanna definitiva ostacola notevolmente la possibilità di fornire un adeguato supporto trattamentale a ogni individuo.

La circolare DAP del luglio 2022 destinata alla riorganizzazione del circuito della media sicurezza, che dovrà avvenire entro settembre per tutti gli istituti in Emilia-Romagna e che prevede una graduazione delle sezioni di media sicurezza tramite cui assicurare l’offerta trattamentale alle persone detenute nelle sezioni a trattamento intensificato, non ha portato particolari novità all’interno del carcere di Modena. In questo istituto, infatti, era già utilizzato un modello che prevedeva la divisione tra sezioni ordinarie e a trattamento intensificato, mentre la sezione ex art. 32 DPR 230 del 2000 è già in uso da molti anni”.

“A Modena, i detenuti che abbiano dimostrato maggiore capacità di autonomia e di adesione all’offerta trattamentale vengono collocati all’interno delle sezioni a trattamento intensificato ove vige un regime a celle aperte e una più ampia possibilità di movimento. Gli altri vengono quindi collocati all’interno delle sezioni ordinarie o ordinarie intermedie. All’interno delle sezioni così distribuite si registra una differente offerta trattamentale.
La qualità degli spazi invece appare piuttosto omogenea. La struttura- continuano le le osservatrici dell’Associazione Antigone – composta da un padiglione più datato e da uno di più recente costruzione, appare complessivamente in condizioni discrete. Gli spazi destinati alla socialità sono spaziosi e ben tenuti nel nuovo padiglione; nel vecchio padiglione, pur essendo gli unici spazi dotati di ventilatore, appaiono più trascurati. Sono dotati di tavoli e, in alcuni casi, anche di biliardino e/o tavolo da ping pong, ma spesso mancano le sedie e sembra carente la pulizia degli stessi.
Diverso, invece, il caso della sezione ex art. 32 DPR 230 del 2000 ove vige un regime a celle chiuse e della sezione nuovi giunti e isolamento che appaiono collocati in una zona dell’istituto piuttosto buia”.

“Tra le problematiche dell’istituto si segnala l’assenza di un direttore incaricato e la persistente carenza di educatori (4), sempre più significativa in considerazione dell’aumento del numero (assoluto e percentuale) di condannati in via definitiva.
Positivo l’incremento dell’offerta trattamentale, con l’attivazione di posti di lavoro alle dipendenze di datori di lavoro esterni e di corsi professionalizzanti, e la costruzione di un secondo campetto per favorire un maggiore accesso alle attività sportive. Si segnala tuttavia la carenza di corsi professionalizzanti e di istruzione all’interno della sezione femminile” conclude l’Associazione.

Il 29 giugno 2023 alle ore 18:00 a Bologna presso la Sala Marco Biagi – via Santo Stefano 119 l’Associazione presenterà il XIX Rapporto di Antigone nazionale e il Secondo Rapporto regionale sulle condizioni di detenzione.