foto Meridiana Immagini – Autore Elisa Pozzo

I Comuni della Val d’Enza aumentano ancora l’investimento per l’assistenza alla autonomia e alla comunicazione degli alunni con disabilità.

Dall’ultimo rapporto dell’Ufficio associato per il controllo di Gestione dell’Unione Val d’Enza emerge che i Comuni di Bibbiano, Campegine, Canossa, Cavriago, Gattatico, Montecchio Emilia, Sant’Ilario d’Enza e San Polo d’Enza sostengono complessivamente una spesa annua di  circa 1.600.000 euro per fornire assistenza a 248 studenti di asili nido, scuole dell’infanzia, scuole primarie e scuole secondarie.

La presa in carico è in crescita costante anche grazie al lavoro condotto dai servizi nell’individuare e certificare, in modo sempre più tempestivo ed efficace, le situazioni che ne necessitano. I casi seguiti sono passati da 199 nel 2019 a 248 nel 2021, con un aumento del 25%; le risorse stanziate da 1.281.196 euro a 1.608.397, con un aumento percentuale ancora maggiore. All’intervento educativo si affiancano, quando necessario, trasporti individualizzati per una spesa annua di 23.000 euro.

Sono dati che danno il senso di un costante e intenso lavoro di coordinamento tra Istituti comprensivi, Uffici scuola, Servizi sanitari e Servizi sociali per la costruzione di progetti individualizzati, che cercano di rispondere ai diversi bisogni.

Si parla di un significativo e fondamentale lavoro di rete che cerca, tra tante difficoltà, di rendere effettivi il diritto allo studio e condizioni di pari opportunità nel percorso scolastico e formativo, che rappresentano una priorità assoluta per i Comuni della Val d’Enza.

Paola Tognoni, Vicesindaco di Bibbiano con delega all’Istruzione per l’Unione Val d’Enza, dichiara:

“Il diritto allo studio è uno dei diritti fondamentali che vogliamo garantire, con particolare attenzione agli studenti con disabilità. Lo dimostrano i costanti investimenti fatti, anno dopo anno, per aumentare l’offerta e la qualità dei progetti individuali.

Tutto questo è reso possibile grazie ai professionisti che operano nel sistema dei nostri servizi – pedagogisti, insegnanti, psicologi, medici, infermieri, assistenti –  ingaggiati nel progettare percorsi sempre più inclusivi.

Vorremmo fare ancora di più, perché abbiamo la consapevolezza che, nonostante il grande investimento di risorse e di professionalità, non sempre è possibile dare risposte esaustive.
“Occorrerebbe, pertanto, un cambio di passo e lo stanziamento di maggiori risorse da parte dello Stato. I Comuni non possono essere lasciati soli.”