Fare chiarezza sulla realizzazione dell’Autostrada Campogalliano-Sassuolo, cominciando con l’indicare i tempi e i prossimi passi per la sua realizzazione.

A chiederlo, in un’interrogazione in Assemblea regionale, è Giulia Pigoni (Italia Viva – Il Centro – Renew Europe) che ricorda come “i rinvii e i tempi lunghi che stanno accompagnando le procedure per il rinnovo della concessione dell’A22, tuttora fermo al Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, si sono riverberati anche su altre operazioni, fra le quali anche l’Autostrada Campogalliano-Sassuolo”.

Secondo Pigoni, l’Autostrada Campogalliano-Sassuolo riqualificherebbe, in un contesto connotato da una forte saturazione della viabilità, l’intera offerta di mobilità stradale a servizio del distretto ceramico, con lo spostamento in particolare dei veicoli pesanti verso collegamenti di tipo autostradale, migliorando efficienza e fluidità.

Un asset fondamentale, quindi, sia per la sostenibilità economica e la coesione territoriale dell’Emilia centrale (anche sul fronte della competitività del sistema industriale), sia per la sostenibilità ambientale, per l’effetto che determinerà rispetto al grave carico attuale di mezzi pesanti sulla viabilità ordinaria.

L’assessore Andrea Corsini ha rassicurato la consigliera: “La Regione conferma l’importanza strategica dell’opera, inserita nel Piano Regionale Integrato dei Trasporti PRIT 2025. Auspichiamo anzi la sollecita cantierizzazione dell’opera. Eventuali opere di ottimizzazione possono essere fatte in fase di realizzazione”.

Il cantiere della Bretella potrebbe aprire dunque nel 2024, dal momento che è stata recentemente anche riattivata la necessaria procedura degli espropri.

Le parole di Corsini hanno soddisfatto Giulia Pigoni: “Una posizione molto chiara e inequivocabile da parte della Giunta regionale: la Bretella serve e sarà realizzata. Chi sostiene sia un’opera anacronistica o non necessaria, o chi pensa che si possa movimentare tutto via treno e non attraverso un efficiente sistema misto gomma/ferro, semplicemente, non conosce il nostro territorio, le nostre imprese, i lavoratori stessi che – intrappolati nel traffico quotidiano – sentono la mancanza di questa infrastruttura”.