Nella mattinata di oggi, lunedì 26 febbraio è deceduto, all’età di 83 anni, monsignor Giovanni Nicolini. Era nato a Mantova nel 1940 e ordinato sacerdote nel 1972. È stato Vicario Episcopale per la Carità e parroco a Sant’ Antonio da Padova a La Dozza, Sammartini, Caselle e Ronchi di Crevalcore. I funerali, presieduti dall’Arcivescovo, saranno celebrati in Cattedrale mercoledì 28 alle 15.30.

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Le Acli provinciali di Bologna: “Con don Giovanni Nicolini se ne va una figura eminente della Chiesa di Bologna. Don Giovanni è stato assistente spirituale delle Acli nazionali. Sebbene talvolta su posizioni differenti, desideriamo ricordare il suo impegno per i più poveri, i deboli, gli emarginati. La sua vita è stata caratterizzata da un impegno politico che è sempre andato di pari passo con quello ecclesiale, come è stato per i grandi Padri del cattolicesimo democratico, da Dossetti in poi. Una simile esperienza, oggi, fatica a trovare collocazione nella Chiesa: si pensi alla recente presa di posizione da parte di Vescovi come Mons. Morandi, che ha chiesto di separare completamente la vita ecclesiale dall’impegno politico. Per don Giovanni, invece, queste due anime erano inscindibili: questo è l’insegnamento che più di ogni altro, insieme all’impegno missionario per gli ultimi, porteremo nella memoria”.

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“Ci ha lasciato don Giovanni Nicolini, uomo di profonda conoscenza e cultura, dal cuore immenso e dalla mente grande e pura. Un uomo che ha vissuto fino in fondo parole ed esperienze quali accoglienza, perdono, fraternità”.

Così il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, ricorda il sacerdote e monaco della Comunità delle famiglie della Visitazione. Tra i primi collaboratori di don Giuseppe Dossetti, a lungo vicario per la Carità nell’Arcidiocesi di Bologna, don Nicolini è stato anche direttore della Caritas diocesana, “ed è in particolare questo ruolo che ha dimostrato la sua vicinanza agli ultimi, a cui non ha esitato aprire le porte: migranti, carcerati, senza fissa dimora, vittime della tratta”.

“La vita di don Nicolini- prosegue Bonaccini- è stata segnata da grandi personalità ed esperienze straordinarie: Dossetti, il Concilio Vaticano, Lercaro, don Milani, i grandi filosofi. Tutto questo l’ha portato ad affiancare i poveri. Oggi ci sentiamo tutti più soli, ma rimane in noi il suo sorriso, la sua capacità di ascoltare, accogliere e dare parole di speranza, quel forte senso di pace e giustizia che sapeva trasmettere”.

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Il cordoglio del sindaco di Bologna, Lepore:

“La scomparsa di don Nicolini ci addolora molto, chi di noi ha avuto la fortuna di conoscerlo nei vari luoghi del suo impegno negli anni, alla Caritas, al carcere Dozza o tra le corsie del Sant’Orsola, ha imparato a volergli bene per quel modo di spendere la propria vita al servizio degli altri, degli ultimi e degli emarginati. Una vita che ha testimoniato non solo fede profonda, ma anche grande amore per la democrazia, per la sua promessa di non lasciare indietro nessuno. E così ha vissuto don Nicolini, lavorando per non far sentire escluso nessuno e rendere parte della comunità anche chi non ha nulla, ha perso tutto o ha commesso errori anche gravi. Grazie a lui tante e tanti hanno ritrovato la speranza. Ai suoi cari la nostra vicinanza e le più sentite condoglianze”.

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“Don Giovanni Nicolini è stato tanto per Bologna, un uomo di fede concreta, un attivatore di iniziative a grande impatto morale e sociale. Ci ha abituati a riconoscere la cifra della sua azione ovunque: nell’assistenza delle persone più fragili presso la Caritas, all’Ospedale Sant’Orsola vicino ai malati, alla Dozza, al fianco dei detenuti. Laddove c’erano luoghi di emarginazione e di limite lui si palesava, al fianco delle persone, fedele alla missione che sentiva. Ho conosciuto bene don Giovanni, che in carcere insegnava il lavoro come strumento di riabilitazione, preparando il ritorno di tante persone in società. Ho sempre sentito vicino il suo messaggio di pace, tante volte espresso in città. Confcooperative ha visto da vicino il suo operato di grande promotore e animatore delle cooperative sociale del nostro territorio. La sua presenza e la sua attività ci ha aiutato a non chiudere gli occhi sulle tante fragilità che troppo spesso, anche a Bologna, è comodo non ricordare. Con Don Giovanni c’era una forte base culturale in comune. La capacità di trasformare il problema in opportunità, la caduta in nuovo cammino, le fragilità in energia creativa continueranno a ispirare il lavoro dei cooperatori bolognesi”.

Così Daniele Ravaglia, vicepresidente Confcooperative Terre d’Emilia