A poco più di un mese dall’incontro che, in Municipio, aveva avviato il confronto per costruire proposte di convivenza civile e pacifica, aiuto, inclusione e presidio del territorio nel quartiere della Stazione centrale di Reggio Emilia, ieri sera nello stesso Municipio i rappresentati di una ventina di associazioni di volontariato, organizzazioni umanitarie, sindacati, enti pubblici – fra cui Azienda Usl Cgil, Cisl, Uil e Caritas – hanno firmato, con il sindaco Luca Vecchi e gli assessori al Welfare e Politiche per i migranti Daniele Marchi e alla Legalità Nicola Tria, l’intesa ‘Stazione In’.

 

FIRMATARI – In particolare, sino ad oggi hanno firmato il Patto Stazione In: Comune di Reggio Emilia – Ausl di Reggio Emilia – Anteas Aps Reggio Emilia – Antenne di Quartiere – Associazione “Amici dell’Omozzoli Parisetti” – Associazione “Città Migrante” – Associazione “Partecipazione” Odv – Avvocati di strada – Caritas Reggio Emilia – Casa d’Altri Ets/Binario 49 – CeiS – Centro Papa Giovanni XXIII – Cgil Reggio Emilia – Cisl Emilia Centrale – Comunità di Sant’Egidio – Cooperativa sociale “L’Ovile” – Fnp Cisl Emilia Centrale – Fondazione Agostini Ferrarini – La Goccia nel deserto – L & E – Rabbunì – Scuola Nido infanzia “Elisa Lari” – Società cooperativa sociale “La Vigna” – Stu Reggiane spa – Uil

 

HANNO DETTO – Prima della sottoscrizione, ieri sera nella sala rossa del Municipio, il sindaco Luca Vecchi ha sottolineato che “questo accordo, sottoscritto ad oggi da oltre 20 tra enti, organizzazioni e associazioni, di solito già operanti nella Zona Stazione, è la strutturazione di una strategia e di un metodo di lavoro sinergico, condiviso, per la presa in carico di situazioni sociali, collettive e soggettive, con un chiaro spirito di accompagnamento e di cura delle persone e dei luoghi urbani. Sono azioni di rigenerazione sociale e urbana del quartiere, con una valenza attuativa in prevalenza di medio termine.

L’intesa – ha aggiunto il sindaco – fa leva sui punti di forza, che esistono sia nei firmatari sia nel tessuto della Zona Stazione, con la chiara consapevolezza che non esistono soluzioni salvifiche alle criticità e tra queste, al di là escalation speculative contingenti, non vi può essere esclusivamente una azione doverosamente repressiva quando necessario, ma vi deve essere anche una forte progettualità sociale volta a offrire opportunità di recupero, inclusione e miglioramento della coesione civile. Se vi sono alcune persone, che si ritrovano in un luogo pubblico, legittimamente e senza commettere reati, non si può chiedere che vengano rimosse, allontanate, magari solo perché non italiane. Discorso diverso, chiaramente, vale per la commissione di reati o per le condizioni personali o sociali di disagio, rispetto alle quali serve intervenire con criterio e competenza tenendo insieme cultura della legalità, fermezza degli interventi, opportunità di recupero e attenzione ai bisogni di sicurezza dei cittadini. Principi questi che hanno ispirato questo Patto”.

All’incontro di ieri sera hanno preso parte anche l’assessore al Welfare e alle Politiche per i cittadini migranti Daniele Marchi e l’assessore alla Legalità, Nicola Tria.

Fra le novità del Patto – ha spiegato l’assessore Marchi – vi è l’apertura di un Presidio socio-sanitario in Zona Stazione, per un più facile accesso ai diversi Servizi da parte delle persone in condizione di bisogno, gestito da operatori specifici di Comune e Azienda Usl e che potrà avvalersi del contributo di quanti operano nella Zona. A questo fine, abbiamo raccolto la disponibilità di Rfi-Rete ferroviaria italiana, con cui abbiamo già svolto un sopralluogo in questi giorni. La prossima settimana, daremo corso a un primo incontro operativo con i firmatari del Patto, che ringraziamo per il loro costante impegno e disponibilità”.

 

LA ZONA – L’accordo prevede un coinvolgimento operativo, anche di società quali Stu Reggiane, Iren, Rfi e concentra le proprie azioni – aspetto importante, affinché si possa poi riscontrare la loro efficacia – in via prioritaria nell’area più prominente della Zona Stazione, in particolare: piazzale Marconi, via Eritrea, via don Alai, viale IV novembre, via Turri, via Paradisi, senza perdere di vista piazzale Europa.

In questa Zona, si legge infatti nel testo dell’accordo, si è visto “l’incremento qualitativo e quantitativo delle situazioni di complessità sociale e personale, disagio, devianza, i quali in un ambito preciso e circoscritto del più ampio quartiere Stazione, necessitano di interventi straordinari e mirati”.

Il modello di aiuto e inclusione è quello già sperimentato positivamente con il progetto ‘Reggiane Off’, ma nel caso di ‘Stazione In’ l’obiettivo ulteriore è – oltre che rendere più accettabili le condizioni di vita delle persone senza dimora e afflitte da diversi tipi di disagio – costruire valide premesse per una maggiore vivibilità del quartiere, per chi lo abita, in termini di socialità, qualità urbana e sicurezza.

 

RISORSE ED ESPERIENZEIl progetto mobilita e mette in relazione risorse sociali, capitale umano, esperienze consolidate sul territorio, competenze specifiche di carattere sociale, educativo, sanitario, sulle diverse culture di provenienza dei frequentatori del quartiere e sui potenziali di relazione, in grado di poter produrre, in maniera sinergica e mirata, progetti di aiuto umanitario e miglioramento della qualità di vita per tutti.

Nell’ambito cittadino – si sottolinea nel Patto – opera da anni una rete di servizi, soggetti e progetti pubblici, privati e in partenariato che, ponendo al centro la dignità della persona, genera percorsi di aggancio, presa in carico e, laddove possibile, di accoglienza, con conseguente riduzione diaree di degrado’ e di disagio più o meno ampie e radicate. Nello specifico, della zona della Stazione storica, si concentrano già numerose iniziative, sia pubbliche che di organizzazioni e realtà del terzo settore e non solo, che da tempo concorrono ai processi di miglioramento della qualità della vita e sicurezza urbana”.

 

IMPEGNI – Nell’accordo, il Comune si impegna a continuare a investire su tutte quelle iniziative di carattere sociale, relazionale, culturale, di intrattenimento e presidio del territorio, che già esistono, oltre che su tutti quei progetti futuri, che abbiano come obiettivo l’inclusione sociale ed il rafforzamento del senso di comunità.

In collaborazione con i servizi sanitari dell’Ausl, inoltre, il Comune promuove la definizione di percorsi di valutazione, presa in carico e, laddove possibile, intervento relativi ad accoglienza, inserimento lavorativo, formazione – con persone in grave condizione di marginalità integrando, se necessario, le risorse a disposizione.

Particolarmente rilevante ed innovativa sarà la realizzazione, già condivisa con la Prefettura, di un Presidio di prossimità a carattere socio-sanitario collocato, grazie alla collaborazione con Rete ferroviaria italiana (Rfi), nei pressi della Stazione centrale (storica): gestito in integrazione con gli operatori sanitari e sociali, assieme alle realtà associative disponibili, consentirà un più facile accesso ai servizi per le persone in condizione di bisogno.

Altro obiettivo, in collaborazione con Stu Reggiane, è un piano di manutenzione ordinaria attraverso interventi che, seppur circoscritti, possano migliorare la vivibilità dell’area, influendo sulla qualità della vita di abitanti e fruitori (ad esempio, azioni su arredo e decoro urbano, pulizia, manutenzioni su marciapiedi, strisce pedonali, illuminazione pubblica.

Ancora: potenziare, assieme a Iren, interventi straordinari e mirati per la gestione dei rifiuti e valutare adeguamenti del trasporto pubblico.

Il patto prevede l’istituzione di una Cabina di regia, composta da rappresentanti degli organismi aderenti all’accordo stesso, che monitorerà le diverse azioni in campo e all’interno della quale ciascuno, per le proprie competenze, contribuirà all’individuazione di obiettivi, priorità, indicatori e risorse secondo una visione condivisa.

Nell’accordo si indica anche il potenziamento della presenza in Zona stazione della Polizia locale e la valutazione di un presidio aggiuntivo attraverso le associazioni dei pensionati delle Forze dell’ordine, così come già sperimentato nel mercato cittadino in centro storico.

Le diverse organizzazioni aderenti al Patto si impegnano a partecipare “ad una progettualità congiunta, finalizzata al miglioramento delle condizioni di vita, dello stato di benessere, della vivibilità dell’area, della sicurezza urbana e sociale per tutti i residenti e i fruitori della zona, tenendo insieme le differenti istanze e sensibilità”.

Ad esempio:

  • collaborare con l’Ausl e i servizi sociali del Comune, per definire una mappatura condivisa delle risorse, delle presenze e della modalità di fruizione dello spazio da parte delle persone che vivono l’area;
  • progettare interventi socioeducativi mirati, differenziati, con i singoli e i gruppi al fine di definire progettazioni individuali di inserimento sociale (abitativo, lavorativo, formativo…) nel rispetto dei bisogni e delle caratteristiche di ciascuno;
  • attivare interventi improntati alle pratiche di prossimità: lavoro con operatori di comunità, figure socioeducative e sanitarie specialistiche per favorire la conoscenza, l’aggancio, l’accompagnamento ai servizi e alla presa in carico co-costruita;
  • proseguire nel lavoro con la comunità per consentire a tutti i cittadini di fruire dello spazio pubblico attraverso il sostegno, da parte del Comune, di altri attori istituzionali e dei sottoscrittori, alle iniziative che rafforzino i legami e la coesione sociale, l’inclusione e la riappropriazione civica degli spazi in coerenza e rafforzando quanto attuato negli ultimi

L’accordo assume, come primo orizzonte temporale, 12 mesi dalla sottoscrizione, con verifiche e monitoraggio in itinere (indicativamente trimestrali) e valutazione degli esiti.

Resta possibile aderire al presente accordo anche in fasi successive alla prima sottoscrizione, attraverso l’invio di una mail a michela.caporusso@comune.re.it e segreteria.assessoremarchi@comune.re.it