Alla centrale idroelettrica di Suviana si sta smantellando tutto l’apparato della Protezione Civile, i vari soccorritori stanno lasciando l’impianto mentre rimarranno soltanto i Vigili del Fuoco dell’unità investigativa. La struttura al momento ritornerà in mano ad Enel per quanto concerne i piani superiori e fino al -6. I livelli inferiori rimangono sotto sequestro per le indagini della Procura.

Chi sono gli operai morti nell’esplosione alla centrale idroelettrica di Suviana 

Adriano Scandellari, 57enne nato a Padova e residente a Ponte San Nicolò, lavoratore specializzato di Enel Green Power. Era stato insignito da poco con la stella al merito per il lavoro dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Paolo Casiraghi, 59 anni, di Milano. Era un tecnico specializzato che spesso partiva per lavoro.

Pavel Petronel Tanase aveva 45 anni, era originario della Romania e da oltre vent’anni risiedeva a Settimo Torinese. Sposato, aveva due figli gemelli. Lavorava per una ditta esterna negli impianti della centrale di Bargi.

Mario Pisani, 73 anni, il più anziano, era originario della provincia di Taranto. Ex dipendente Enel, probabilmente era impegnato come consulente con la sua esperienza di esperto di impiantistica. Lascia la moglie, tre figli oltre a diversi nipoti.

Alessandro D’Andrea, 37 anni, tecnico specializzato originario di Forcoli in provincia di Pisa, dove ha abitato fino a tre anni fa prima di trasferirsi in Lombardia insieme alla compagna, per lavorare per la Voith di Cinisello Balsamo.

Vincenzo Garzillo, 68 anni, ex dipendente Enel, da un anno e mezzo in pensione. Era partito martedì scorso da Napoli per Bologna. Era particolarmente richiesto per la sua esperienza e veniva chiamato per svolgere le sue consulenze in materia di grandi impianti idroelettrici.

La vittima più giovane si chiamava Vincenzo Franchina, 36 anni, era originario di Sinagra, un piccolo comune del Messinese. Era padre da appena tre mesi e con sua moglie viveva a Genova.