A partire dal 2017 e fino al 2020, anche durante la gravidanza, per cause economiche si è reso responsabile di gravi condotte maltrattanti nei confronti della compagna e, successivamente del reato di atti persecutori. L’uomo, dall’inizio della relazione, pretendendo un contributo dalla compagna alla vita del nucleo famigliare, nonostante la donna fosse disoccupata, era arrivato ad imporle di chiedere soldi alla famiglia d’origine, minacciandola di morte e percuotendola con schiaffi, testate, spintoni e mani al collo, alla presenza del figlio minore ed in stato di gravidanza.

Nel 2019 la donna ha deciso di interrompere definitivamente la relazione, e da quel momento l’uomo ha iniziato a tempestarla di messaggi, pedinamenti, minacce di morte se non fosse ritornata con lui e se la donna avesse intrattenuto una nuova relazione sentimentale. Vessazioni sia fisiche che psicologiche, peraltro compiute in presenza del figlio minore, fino a quando la donna ha trovato il coraggio e la forza di denunciare tutto ai carabinieri della Stazione di Castelnovo né Monti. I militari hanno seguito le indagini e poi denunciato l’uomo alla Procura reggiana per i gravi maltrattamenti familiari compiuti e le condotte persecutorie.

Per questi fatti, rientranti nel cosiddetto codice rosso l’uomo, un 28enne reggiano residente in un comune dell’appennino, è stato sottoposto in prima battuta alla misura cautelare dell’allontanamento dal domicilio familiare, con la prescrizione del divieto di avvicinamento mantenendo una distanza di almeno 1000 metri dalla persona offesa. Quindi l’iter processuale, al termine del quale l’uomo è stato condannato – con sentenza emessa il 7 giugno 2023 dalla Corte d’Appello di Bologna, in riforma alla sentenza emessa dal GUP presso il tribunale di Reggio Emilia, divenuta definitiva il 21 ottobre 2023 – alla pena di 1 anni e 10 mesi di reclusione per maltrattamenti in famiglia e atti persecutori. Il condannato dovrà espiare la pena in regime di detenzione domiciliare, con obbligo di trattenersi in modo continuativo nel luogo del domicilio, con autorizzazione all’uscita solo in determinate fasce orarie.

Il provvedimento restrittivo è stato eseguito ieri pomeriggio dai Carabinieri della Stazione di Casina, nel cui comune l’uomo risiede. I militari hanno rintracciato l’uomo, lo hanno arrestato ed hanno dato esecuzione al provvedimento accompagnando il 28enne presso la propria abitazione per l’espiazione della pena.