Non solo cinghiali e lupi: ci sono anche le nutrie e gli istrici tra le specie selvatiche che mettono sotto assedio la campagna modenese. Un problema non nuovo – sottolinea Coldiretti Modena – ma che continua pesantemente a gravare sull’economia delle imprese agricole causando danni alla produttività dei terreni, alla difesa idraulica e alla sicurezza viaria. Con l’aggravante che, per i danni causati dalle nutrie, non è previsto nessun risarcimento agli agricoltori.
Uno dei casi più recenti di devastazione – riferisce Coldiretti Modena – è quello dell’azienda Nannini, alle porte di Modena, dove le nutrie e gli istrici hanno fatto man bassa di un intero ettaro di rape da seme, una coltura di pregio, rara nelle nostre zone e, anche per la cura colturale necessaria, dall’elevato valore di mercato.
Le nutrie, ricorda Coldiretti Modena, sono particolarmente dannose perché si nutrono di germogli e piante erbacee ed arboree, impedendo lo sviluppo delle piante come ad esempio i cereali. Non solo, questi animali creano le tane in prossimità di canali ed arginature scavando lunghe ed ampie gallerie provocando crolli ed esondazioni. Si originano così fenomeni di subsidenza nelle strade poderali che, oltre a rendere difficoltosa e pericolosa il transito dei trattori mettono in grave pericolo la sicurezza idraulica dell’intera pianura modenese. Infine va rimarcato il pericolo procurato agli automobilisti dalle nutrie che attraversano improvvisamente le strade anche di grossa percorrenza. Ad essere a rischio quindi – sottolinea Coldiretti Modena – non è solo l’interesse economico del settore agricolo ma anche la tutela dell’ambiente e la sicurezza di tutti i cittadini.
Ancora una volta – continua Coldiretti Modena – dobbiamo denunciare l’esasperazione degli agricoltori che causa il proliferare incontrollato della fauna selvatica (nutrie, istrici, cinghiali, lupi) vedono vanificare, impotenti, gli investimenti e il lavoro di un anno con il rischio concreto per la redditività delle imprese e la tenuta del territorio.