L’agricoltura continua a essere frenata da diverse sfide. Negli ultimi anni il valore della produzione agricola ha registrato in Emilia-Romagna una sostanziale battuta d’arresto, tanto che i ricavi sono passati da 5,9 miliardi a 5,3 miliardi nel solo periodo 2022-2023, in controtendenza rispetto al triennio precedente (+40%). Gli effetti del clima e le fitopatie, i costi di produzione crescenti, la scarsa competitività e la difficile valorizzazione del prodotto sul mercato, ma anche gli squilibri consolidati lungo la catena del valore dell’agroalimentare italiano – spesso scaricati sulla parte agricola -, hanno visto ridurre sempre di più il margine di redditività aziendale.

«Quali sono gli interventi pubblici più urgenti e improrogabili? Perché alcune regioni del Nord Europa raggiungono buoni livelli di redditività agricola pur non vantando i prodotti premium che tutto il mondo ci invidia nonché le 44 Dop e Igp regionali? Implementiamo le azioni necessarie per una ripresa agricola». Così il presidente di Confagricoltura Emilia Romagna, Marcello Bonvicini, incalza l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi, nel corso dell’incontro a Bologna con i vertici dell’organizzazione agricola, i presidenti e direttori delle sedi provinciali da Piacenza a Rimini.

«In queste settimane stiamo investendo attraverso i bandi 105 milioni di euro di contributi per le imprese agricole e agroalimentari, che genereranno sul territorio regionale un impatto previsto di oltre 270 milioni di euro. Con questi investimenti vogliamo favorire un salto di qualità per il settore, garantire il miglioramento economico e produttivo delle imprese agricole e agroalimentari, valorizzandole soprattutto dal punto di vista tecnologico e della sostenibilità ambientale. L’obiettivo è rafforzare la competitività e favorire servizi sempre più avanzati di fronte a mercati sempre più competitivi e ai nuovi dazi americani. Siamo orgogliosi dei nostri prodotti agricoli e della produzione agroalimentare regionale: bisogna continuare a scegliere la qualità, con cibo sano per le nostre tavole e per il nostro export, puntando su processi produttivi sostenibili. Come Regione abbiamo chiesto al Commissario europeo all’agricoltura Hansen di aumentare le risorse per la promozione dei prodotti a indicazione geografica fino a 1 miliardo di euro, per proteggere e valorizzare i nostri numerosi prodotti di qualità, aprendo la strada anche a nuovi mercati. È il momento di mettere in campo la miglior strategia di difesa per i nostri prodotti cioè l’azione, attraverso l’innovazione e il sostegno ad imprese. Ci aspettiamo un sostegno al settore agricolo e agroalimentare anche da parte del Governo nazionale, soprattutto sul costo del lavoro, sulle protezioni assicurative in agricoltura, e su un miglioramento della logistica per rendere sempre più competitive le nostre imprese», dichiara l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi.

Sul tavolo ci sono le richieste di Confagricoltura Emilia Romagna, a partire da una rimodulazione delle risorse per sostenere meglio gli investimenti aziendali e favorire l’introduzione di strumenti di prevenzione e tutela delle produzioni, come anche l’acquisto di tecnologie sostenibili per mitigare l’impatto ambientale (ad esempio la copertura delle vasche di stoccaggio liquami in allevamento), nel pieno rispetto delle disposizioni previste dalla normativa europea. Cruciale è poi la riorganizzazione della macchina burocratica ossia più semplificazione normativa, più digitalizzazione e più integrazione di dati provenienti da fonti diverse. Occorre rivedere le competenze dei servizi territoriali, permangono criticità che ancora ostacolano il rapporto con le aziende agricole quindi è essenziale snellire l’iter istruttorio di ogni domanda.

Tra gli interventi indifferibili c’è la revisione della legge regionale sulla caccia (n.15/1994), inclusa la riforma degli ATC, mettendo mano al sistema degli indennizzi al fine di risarcire rapidamente l’impresa del danno arrecato alle produzioni e riequilibrare il rapporto fra fauna selvatica, agricoltura e selvicoltura. Non è più tollerabile una difesa ad oltranza di nutrie, cinghiali, cormorani o piccioni, che minacciano il patrimonio agricolo e in taluni casi contribuiscono all’indebolimento degli argini fino alla rottura, causando infiltrazioni d’acqua e aumentando il rischio di allagamenti.

Relativamente alla tutela delle aree interne e svantaggiate, Confagricoltura Emilia Romagna invita poi a riflettere sul ruolo degli agriturismi non solo per la valenza turistica ma come presidio costante del territorio, chiedendo, tra le priorità, la modifica della legge regionale n. 4/2009 per quanto concerne l’ospitalità (numero consentito di posti letto), l’accoglienza (regolamentazione dell’attività all’aperto) e l’offerta enogastronomica (somministrazione di pasti e bevande),