sisma Emilia 2012 (immagine della Provincia di Modena)

«Non eravamo preparati a quello che avremmo vissuto, non esisteva un piano di emergenza che facesse fronte ad una tragedia simile. In quelle prime ore del 20 Maggio 2012 e poi dopo la scossa del 29, abbiamo capito che avremmo dovuto agire. Il centro operativo di Protezione civile di Marzaglia divenne il fulcro di ogni azione, di tutto il coordinamento che poi, fin da subito attivammo anche nei luoghi del terremoto attraverso i COC».

Con queste parole il presidente della Provincia di Modena Fabio Braglia ricorda il sisma del maggio 2012, a 13 anni dalla prima scossa, che colpì il territorio della bassa modenese, con una magnitudo di 5.9, ed epicentro nelle province di Modena e Ferrara. Le scosse causarono in tutto 28 vittime, centinaia di feriti, 45 mila sfollati e danni per oltre 12 miliardi di euro.

In particolare Braglia ricorda che «quel modello organizzativo e gestionale divenne poi un vero e proprio modello di gestione con una duplice funzione: organizzare e supportare le reti locali delle amministrazioni colpite ed essere punto di riferimento per i cittadini, che potevano contare su una presenza “fisica” delle istituzioni anche in quei luoghi distrutti. Abbiamo sperimentato e messo a punto un “modello Emilia”, e questo grazie alle persone che allora si sono spese senza sosta per mesi interi al servizio degli altri».

«Il sisma ci ha fatto sperimentare in prima persona la rete di solidarietà che si è messa in moto nel periodo successivo alle scosse, anche il quella fase complicata in cui i riflettori dei media si spengono e l’attenzione nell’opinione pubblica cala. Anzitutto la solidarietà “sanitaria” della rete del volontariato, che dai 47 Comuni della provincia si è attivata per l’assistenza ai feriti, ai degenti delle strutture ospedaliere colpite dalle scosse, ai malati e agli anziani delle strutture del territorio. Poi penso alla solidarietà più ampia, a quella territoriale. Da grandi aziende a privati cittadini, ci siamo trovati immersi di calore e solidarietà, che andava dal “bene materiale” alla donazione economica, al supporto logistico. Aziende che hanno ospitato altre aziende, talvolta dirette concorrenti, cittadini che hanno messo a disposizione le proprie case per dare alloggio agli sfollati, grandi marchi che hanno donato la propria merce».

 

SPESI 33 MILIONI DI EURO PER LE SUPERIORI – SU PONTI E VIADOTTI SPESI OLTRE 6 MILIONI DI EURO

Sulle scuole superiori a causa del sisma sono stati investiti 33 milioni di euro provenienti dalla Regione, risorse proprie della Provincia, ma anche numerosi e significativi contributi di solidarietà di Fondazioni bancarie, gruppi privati e cittadini; gran parte dei fondi sono stati utilizzati per i ripristini, ma anche per affitti e arredi.

Oltre dieci milioni sono stati spesi per l’istituto Galilei di Mirandola, unico edificio demolito e inaugurato nel 2018 con i fondi della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, l’Associazione tra Fondazioni di Origine Bancaria dell’Emilia-Romagna, gruppo Barilla, Fondazione Cassa di Risparmio di Mirandola, Fondazione di Vignola e la Provincia.

Tra gli altri interventi principali spiccano quelli per riaprire il Luosi, sempre a Mirandola, i ripristini del polo scolastico Morandi-Calvi di Finale Emilia, conclusi nel 2014, oltre all’ampliamento del Fermi di Modena, concluso nel 2017, dove è stata demolita una palazzina inagibile a causa del sisma, e la messa in sicurezza della sede dell’istituto d’arte Venturi in via dei Servi a Modena, riaperta nel 2019; sono stati effettuati, inoltre, interventi di ripristino dei danni praticamente in tutti gli edifici scolastici superiori a Modena, Carpi, Sassuolo, Maranello, Castelfranco Emilia e Vignola.

Per il ripristino dei ponti danneggiati dal sisma la Provincia ha speso oltre sei milioni di euro, messi a disposizione in gran parte dalla Regione, nell’ambito delle risorse per la ricostruzione.

L’investimento maggiore ha riguardato la costruzione del nuovo ponte di ponte di Bomporto (oltre quattro milioni di euro), inaugurato nel 2017, poi sono stati ripristinati il ponte storico di Concordia, realizzato dalla Provincia nel 1884, il ponte Motta a Carpi, il ponte Pioppa a S.Possidonio, il cavalcaferrovia della linea Bologna-Verona a S.Felice sul Panaro, il viadotto sul Panaro della tangenziale a Finale Emilia, il ponte Palata Reno a Finale Emilia, il ponte ferroviario di Mortizzuolo a Mirandola, il sottopasso ferroviario Bologna-Verona a Quarantoli, sempre a Mirandola, il ponte sul canale Diversivo a Canaletto di Finale Emilia.