L’Azienda USL di Modena è a conoscenza da tempo del problema della carenza di infermieri che purtroppo riguarda l’intero panorama nazionale. A fronte di una domanda crescente da parte del sistema sanitario vi è il crollo delle iscrizioni ai corsi di laurea – cui si aggiunge che solo il 70% degli iscritti riesce a laurearsi – e alti tassi di abbandono della professione. Negli ultimi 15 anni il fabbisogno è aumentato del 22%, mentre il numero di laureati continua a calare a fronte delle necessità della sanità italiana: su quasi 21mila posti disponibili sono stati 14.500 i laureati nel 2024, il 30% in meno dei posti disponibili (Fonte: Il Sole 24 ore).
Ciononostante il lavoro dell’Ausl per il reperimento di personale infermieristico per il carcere è stato costante, preceduto, all’arrivo della nuova Direzione generale, da due sopralluoghi e frequenti scambi con l’istituto detentivo con l’obiettivo di adottare soluzioni efficaci e in tempi rapidi. Inoltre, per fornire un supporto medico, è stato emanato un bando straordinario 15 septies purtroppo andato deserto e sono state adottate sulla componente infermieristica tutte le strategie possibili di reclutamento, sia con lo scorrimento delle graduatorie che con le mobilità interne ed esterne. Tramite concorsi, avvisi e contratti interinali sono state possibili sei assunzioni tra dicembre 2024 e marzo 2025, mentre sulla mobilità interna intradistrettuale nessuna domanda è pervenuta per la Medicina Penitenziaria. Rispetto ai dati di personale 2022, sono stati aggiunti 5 infermieri e ad oggi sono 21 quelli assegnati complessivamente al carcere di Sant’Anna. Di essi, per motivi di lunghe malattie e gravidanze, 16 sono effettivamente in servizio oltre al coordinatore, con una nuova attivazione avvenuta proprio nella giornata di oggi. Insieme al Direttore del Distretto di Modena Andrea Spanò che presidia costantemente la situazione, si sta lavorando per avere a disposizione le professionalità cliniche necessarie all’assistenza, aprendo anche collaborazioni con la vicina provincia di Reggio Emilia.
Va in questa direzione anche l’elaborazione di un vero e proprio progetto di valorizzazione del personale infermieristico della medicina penitenziaria di Modena e Castelfranco Emilia. Al centro c’è l’incentivazione dei lavoratori dal punto di vista professionale, organizzativo ed economico con diversi obiettivi: rafforzare il riconoscimento del ruolo degli infermieri penitenziari, favorire lo sviluppo professionale e la formazione continua, promuovere il benessere psicofisico del personale infermieristico, sensibilizzare Istituzioni e società sull’importanza del lavoro infermieristico in ambito penitenziario, migliorare la qualità dell’assistenza infermieristica. Sono state analizzate, una per una, le competenze infermieristiche e valutate le criticità al fine di una risoluzione; è stato previsto un beneficio di tipo economico che sarà discusso e presentato il prossimo 28 maggio, in un incontro già calendarizzato con le organizzazioni sindacali; si lavorerà per aumentare l’appetibilità del servizio e allargare l’accesso anche a professionisti di altre aree. Ancora: l’attivazione di corsi mirati, la collaborazione con l’università, il miglioramento delle dotazioni, protocolli di sicurezza e supporto psicologico strutturato per lo stress lavoro-correlato.
Allo studio anche una riorganizzazione della farmacia, in particolare per ottimizzare i tempi di preparazione delle terapie per i detenuti e permettere, quindi, un impiego a maggior valore del tempo professionale del personale infermieristico durante il turno di servizio.
Proprio per la presentazione di queste progettualità, come detto, era già programmato con le sigle sindacali un incontro per mercoledì 28 maggio. E’ dunque sempre stato aperto il dialogo per individuare insieme le soluzioni migliori per andare incontro alle esigenze di lavoratori e lavoratrici, in un contesto di demografia professionale difficilissimo e critico anche per il sistema carcerario.