“Dobbiamo costruire una casa. E le fondamenta siete voi. La mafia teme la scuola e i ragazzi che scelgono di portare avanti la cultura della legalità e non accettano scorciatoie.  Abbiamo pagato un duro prezzo per combattere la mafia. Portate avanti sempre la cultura del rispetto, senza abbassare mai lo sguardo, con coraggio”.

Un messaggio forte, chiaro, profondo e lucido che è arrivato al cuore degli studenti dell’Istituto comprensivo “Sergio Neri”, che hanno saputo farsi protagonisti di un incontro.  E’ questo che, giovedì 29 maggio, Giuseppe Giordano, ex Ispettore della Direzione Investigativa Antimafia, collaboratore di magistrati come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, figura di rilievo nella lotta a Cosa Nostra, ora in pensione e nonno di cinque nipoti, impegnato a portare voce e testimonianza nelle scuole, ha affidato agli studenti dell’Istituto comprensivo “Sergio Neri”. I ragazzi delle classi quinte della scuola primaria e delle classi terze della scuola secondaria, di Concordia sulla Secchia e di San Possidonio, hanno risposto ‘avvolgendo’ Giuseppe Giordano di domande. Profonde, autentiche, vere, mirate, frutto di un percorso di educazione civica sulla legalità, svolto con gli insegnanti nel corso dell’intero anno scolastico.

“Oggi, grazie a Giuseppe Giordano, i nostri ragazzi hanno avuto l’occasione di vivere un’esperienza un’unica – ha sottolineato la dirigente dell’Istituto Comprensivo Sergio Neri, Rosa Anna Maria Cristaldi -. Un’occasione per riflettere. La vita, la società possono cambiare. Nel nostro piccolo tutti possiamo impegnarci ogni giorno perché quanto di terribile ha fatto la mafia non succeda mai più. Noi siamo tanti. I mafiosi sono pochi. Se tutti noi ci impegniamo per il rispetto, la legalità, la giustizia e la pace, sicuramente edificheremo una società giusta”. Dagli studenti tante domande e tante risposte da Giuseppe Giorgano che si è commosso raccontando del piccolo Giuseppe Di Matteo. Rapito il 23 novembre 1993, a soli 12 anni, dagli uomini di Cosa Nostra, tenuto prigioniero per 779 giorni, ucciso e dissolto nell’acido.

L’obiettivo era costringere il padre, Santino Di Matteo, un ex mafioso divenuto collaboratore di giustizia, a ritrattare le sue testimonianze. L’ispettore Giordano stava interrogando il padre quando ricevette la notizia del rapimento. Un incontro che accompagna i giovani sui passi della legalità, realizzato dall’Istituto Sergio Neri in occasione del 33esimo anniversario della strage di Capaci, al quale hanno partecipato Marika Menozzi, sindaco di Concordia sulla Secchia con l’assessore alla pubblica istruzione Paola Giubertoni, Veronica Morselli sindaco di San Possidonio e la dirigente del Comprensivo di Novi, Giovanna Manfredi.