Dal novembre 2023, anche a causa dell’uso di sostanze stupefacenti, ed in presenza della figlia minore, maltrattava la moglie insultandola, urlando durante le discussioni, percuotendola e minacciandola di morte dicendole che le avrebbe tagliato la gola e l’avrebbe portata al cimitero con lui stesso. In più occasioni le sottraeva il bancomat, impedendole di sostenere le spese basilari per la sopravvivenza, spendendo ingenti somme di denaro per l’acquisto di sostanze stupefacenti.

Maltrattamenti fisici e psicologici quelli computi dall’uomo nei confronti della moglie a seguito dei quali, al termine delle indagini, i carabinieri in forza alla stazione di Reggio Emilia Principale, a cui la donna nel corso di una sofferta deposizione aveva raccontato i fatti, avevano denunciato alla Procura di Reggio Emilia diretta dal Procuratore Calogero Gaetano Paci un 50enne, in ordine al reato di maltrattamenti in famiglia.

La Procura della Repubblica preso il Tribunale di Reggio Emilia, condividendo con le risultanze investigative dei Carabinieri della stazione di Reggio Emilia Principale aveva richiesto e ottenuto dal GIP del Tribunale di Reggio Emilia, l’applicazione nei confronti dell’uomo della misura cautelare del divieto di avvicinamento alla vittima, prescrivendogli di non avvicinarsi al domicilio della persona offesa e ai luoghi frequentati dalla medesima nonché dei prossimi congiunti della vittima e di non comunicare con qualsiasi mezzo e in qualsiasi modo con la persona offesa.

Provvedimento di natura cautelare che pare non sia bastato per mitigare le condotte delittuose dell’uomo che violava il divieto chiamandola più volte al cellulare, inviandole le foto di titoli di giornali relativi alla propria vicenda giudiziaria, inviandole messaggi anche di contenuto esplicitamente minaccioso e contattando con messaggi vocali la figlia  minacciando di fargliela pagare e di tagliarle la testa se non gli avesse rilevato dove fosse la madre, nonché di uccidere la madre stessa.

Inoltre in violazione al divieto di avvicinamento si presentava sul posto di lavoro e presso l’abitazione della vittima. Ulteriori gravi condotte quelle subite riscontrate dai militari in forza alla stazione di Reggio Emilia Principale che hanno portato ad una nuova misura cautelare di natura restrittiva richiesto ed ottenuto dalla Procura reggiana. I carabinieri, ricevuta l’ordinanza applicativa della misura, vi davano esecuzione sottoponendolo al provvedimento degli arresti domiciliari con applicazione del braccialetto elettronico l’uomo. Gli accertamenti relativi al procedimento, in fase di indagini preliminari, proseguiranno per i consueti approfondimenti investigativi al fine delle valutazioni e determinazioni inerenti all’esercizio dell’azione penale.