
ATER Fondazione e Teatro dei Venti animeranno il borgo di Gombola, nell’Appennino modenese, dal 24 luglio al 3 agosto. Il primo fine settimana, dal 24 al 27 luglio, sarà di scena la tredicesima edizione di Trasparenze Festival con una tessitura di eventi, spettacoli di teatro, danza, concerti, installazioni e incontri in relazione con gli spazi naturali e architettonici. Mentre, nel fine settimana dall’1 al 3 agosto, il borgo ospiterà la tappa modenese di Fuoripista, il format culturale di ATER Fondazione che porta nei comuni montani dell’Emilia-Romagna spettacoli di circo contemporaneo e musica per tutte le età.
Artisti in programma Teatro dei Venti / abitanti del territorio, Gruppo L’Albatro, Mille, Tra un atto e l’altro, Vittorio Continelli, Claudia Catarzi, Simona Bertozzi, Sandro Joyeux, Teatro dell’Albero, Nicola Galli, Emanuele Colandrea, Tardito / Rendina, Teatro C’Art, Wunder Tandem, Luigi Ciotta, Roberto Abbiati, Banda Giovanile Intercomunale “Novi-Soliera”, Giulia Cammarota, Opera Bianco, Slick Steve and the Gangsters.
Direzione artistica Stefano Tè (Teatro dei Venti) e ATER Fondazione.
Trasparenze anche quest’anno crea una connessione tra Città e Appennino e invita a diventare Spettatori Residenti, acquistando gli abbonamenti a una o più giornate di Festival per vivere tutti gli eventi a contatto con il territorio, usufruendo degli sconti nelle strutture ricettive e nei ristoranti convenzionati.
Info e prenotazioni: cell. 345 6018277 – biglietteria@trasparenzefestival.it.
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Il Festival si apre giovedì 24 luglio alle ore 18.30 con lo spettacolo creato dal Teatro dei Venti con gli abitanti del territorio, “Le donne al parlamento”, una riscrittura da Aristofane, itinerante in vari luoghi del borgo, realizzata al termine del percorso annuale, in replica venerdì 25 luglio sempre alle 18.30. Uno spettacolo che parla del presente, articolando la satira di uno status quo stagnante, l’inettitudine dell’ordine sociale, la rovina politica, il potere pubblico che appaga gli interessi privati, oltre che declinati interamente al maschile. Con Susi Baroni, Alice Giliberti, Martina Bocchi, Ofelia Zambelli, Emilio Alessi, Maria Rita Mammi, Lucia Bocchi, Barbara Mostone, Raffele Vitale, Daniele De Venuto, Marco Guerzoni, Roberta, Francesca Gualmini. Hanno partecipato al percorso anche Orfeo Cintelli e Ramona Viglione.
Regia Stefano Tè. Percorso di creazione a cura di Davide Filippi.
Riscrittura di Stefano Tè e Letizia Nurra.
Assistente alla regia Letizia Nurra.
Musiche Eleonora Davoli e Alessandro Degl’Antoni / Micelio Collettivo Indipendente.
Intervento testuale di Azzurra d’Agostino.
Il 24 luglio alle 21.00, nell’antica Chiesa di San Michele, con replica il 25 luglio alle 20.30, è la volta di “Aspettando Godot” di Samuel Becket, l’ultimo lavoro creato dal Teatro dei Venti con il Gruppo l’Albatro, progetto Teatro e Salute Mentale. L’occasione per misurarsi con un classico del teatro dell’assurdo e dell’intero Novecento nel contesto di ricerca artistica costante tra teatro e salute mentale, che incontra altri ambiti di lavoro del Teatro dei Venti. Scenografie e costumi sono state infatti ideati da un detenuto del Carcere di Castelfranco Emilia, all’interno del tirocinio attivato grazie al progetto europeo AHOS – All Hands on Stage.
Con Luca Bartoli, Giulio Ferrari, Davide Filippi, Maria Chiara Papazzoni, Antonio Congedo, Gilberto Gibellini. Hanno partecipato al percorso di creazione anche Francesca Nardulli, Marcello Padovani, Patrizia Vannini, Sara Camellini, Giulia Iurato, Matteo Manfredini. Regia Stefano Tè. Percorso di creazione a cura di Oxana Casolari, Francesca Figini, Alessandro Berardi. Assistente alla regia Letizia Nurra. Ideazione costumi e scenografia F.M. detenuto della Casa di Reclusione di Castelfranco Emilia (MO), nell’ambito del progetto europeo AHOS – All Hands on Stage. Realizzazione costumi e scenografie F.M. e Teatro dei Venti. Scrittura prologo ed epilogo Maria Chiara Papazzoni e Letizia Nurra.
Una produzione Teatro dei Venti con il contributo del Ministero della Cultura e della Regione Emilia-Romagna. Percorso di creazione realizzato nell’ambito del progetto regionale Teatro e Salute Mentale, con il sostegno del DSM – DP dell’AUSL di Modena, dell’Otto per Mille della Chiesa Valdese e della Fondazione di Modena all’interno di Abitare Utopie.
Dopo la replica del 25 luglio di “Aspettando Godot” è previsto un incontro di presentazione di “To Be” il Manifesto di un teatro per e nella salute mentale, a cura del Coordinamento Regionale Teatro e Salute Mentale e della Rete dei Teatri.
Il concerto del 25 luglio alle ore 22.30 è affidato a Mille, un’artista che lascia il segno: una voce da diva d’altri tempi, una penna che si distingue, capace di commuovere, far sorridere, essere sfacciata e sensuale al tempo stesso, e un’immagine forte, riconoscibile, impossibile da dimenticare. È una vera forza della natura: musicista e produttrice visionaria, il suo stile fonde generi eterogenei, rompendo ogni schema con una naturalezza disarmante.
Il 25 luglio si conclude con “Gli alberi celesti”, doppia replica alle 22.30 e alle 24.00 presso il Mulino di Gombola, il mondo incantato nel disincanto del nostro mondo con Maurizio Cardillo, Fabrizio Croci, Oscar De Summa, Angela Malfitano, Marco Manchisi, Francesca Mazza, Gino Paccagnella, Bruno Stori.
Coordinamento e cura di Claudia Manfredi. Produzione Tra un atto e l’altro con il contributo di Regione Emilia Romagna. Prendendo ispirazione dal bel libro di Paola Mastrocola. “L’amore prima di noi” si raconterà di dèi e di uomini, di ninfe, fauni, viaggi negli inferi, dee fluviali, dee della terra, la natura che ci circonda e gli alberi appunto, continuità fra il mondo vegetale e il mondo degli umani che Platone immaginava come alberi rovesciati le cui radici, per attingere sapienza, erano rivolte verso il cielo. Il compito dei miti infatti non si esaurisce nell’essere specchio delle nostre passioni; a loro torniamo, da millenni, convinti che conservino frammenti di una sapienza perduta. Il mito è un grande altrove che continua ad interrogarci; secondo Cesare Pavese “un concentrato di intensità vitale” che ci riporta all’esperienza del teatro, un luogo abitato da dèi e da umani da attraversare per scoprire che l’amore non è un sentimento, è di piú, è la forza che lega insieme il tutto.
La giornata di sabato 26 luglio si apre alle ore 16.00 con la presentazione del libro “Utopie nel mezzo. Vent’anni del Teatro dei Venti pensando al futuro” a cura di Giulia Alonzo, Oliviero Ponte di Pino e Salvatore Sofia, un viaggio tra arte, comunità e visione.
Il libro racconta vent’anni di attività del Teatro dei Venti, realtà teatrale guidata da Stefano Tè, attraverso spettacoli, progetti sociali e sperimentazioni nei quartieri, nelle carceri, tra i giovani e gli anziani. Una “camminata utopica” tra teatro di strada, festival, rigenerazione di luoghi e nuovi modelli culturali, arricchita da immagini, storie e riflessioni sul futuro. Con un focus sul Manuale di Buone Pratiche del Teatro in Carcere realizzato nell’ambito del progetto europeo AHOS – All Hands On Stage.
Alle ore 18.00 presso l’antica chiesa del borgo viene presentata l’anteprima dello spettacolo “Non una grande storia”, da un’idea di Vittorio Continelli e Stefano Tè. Con Vittorio Continelli. Regia Stefano Tè. Produzione Teatro dei Venti in collaborazione con Associazione Sidera, con il sostegno di Ministero della Cultura e Regione Emilia-Romagna. È la storia di Omar e della sua famiglia, che vivono alla periferia di una capitale europea, un’esistenza ordinaria fatta di impegno quotidiano, routine e di sogni da inseguire finché un evento traumatico e le sue conseguenze non ne sconvolgono il corso. Una storia comune, non una grande storia. Sullo sfondo rimane il contesto di alienazione prodotto da quanto accaduto a tutti noi, in Occidente, da trent’anni a questa parte. Con questo lavoro si rafforza la collaborazione tra l’attore e autore Vittorio Continelli e il Teatro dei Venti, con un progetto originale.
Alle ore 19:30 in piazzetta Claudia Catarzi presenta la sua performance “14.610”, un’astrazione, seppur molto concreta, di un tempo totalmente personale. Senza prendere ispirazione da niente che possa arrivare in salvo, senza appoggiarsi a rimandi di senso o storie già scritte -eccetto ciò che già, consciamente o inconsciamente, è parte acquisita dalla vita. Invece stare con ciò che resta, in una dimensione nuda, vulnerabile, forse inattraente. Eppure la cosa che ora mi interessa. L’irresistibile attrazione indistinta per il popolare e l’impopolare. Di e con Claudia Catarzi. Musiche Julien Desprez. Scena Fabio Giommarelli. Coproduzione Company Blu, La Manufacture-Centre de Développement Chorégraphique National Bordeaux Nouvelle-Aquitaine, Armunia/ Festival Inequilibrio/ Centro di residenze artistiche Castiglioncello, con il contributo de la Regione Toscana e del MiBACT.
Alle ore 21.00 in chiesa inizia MOTHS, corpo, voce, disegno coreografico di Simona Bertozzi. Chitarra, elettronica, voce, speaker preparati e composizione Luca Perciballi. Luci Lucia Ferrero. Organizzazione Miriana Erario. Stampa e comunicazione Michele Pascarella. Lavoro coprodotto da Parmafrontiere – Nexus Factory – Con il sostegno di MiC, Regione Emilia-Romagna, Comune di Bologna, ALMASTUDIOS Bologna.
La falena danza incessantemente, vibra, disegna ellissi verso una morte irresistibile: un istinto verso la luce e il calore più forte dell’autoconservazione. La sua è una parabola di tensioni, un orbitare irrimediabile, inevitabile. È un corpo che non cerca salvezza, ma resta esposto, sensibile, vulnerabile. La scena si costruisce come uno spazio di riverberi e geometrie. La danza di Simona Bertozzi, pulsante e sussurrata, si intreccia con la chitarra di Luca Perciballi, elettrica, elettronica, trasformata. Sonagli e speaker preparati suggeriscono una meditazione su una tecnologia resa corporea, umana e vibrante. MOTHS si configura come evento performativo in cui composizione e improvvisazione si intrecciano in un dialogo radicale e complice. Danza e musica decostruiscono e modellano punteggiature inedite, dispiegando un territorio condiviso in cui il corpo si fa suono e ritmo, e dove suoni e rumori si incarnano.
La giornata di sabato 26 luglio si conclude alle ore 22.00 con il concerto di Sardro Joyeux in piazzetta, un’iniezione di pura energia, un viaggio attraverso i ritmi del deserto e le strade polverose del West Africa, tra le banlieues parigine e il reggae dei ghetti giamaicani. Parigino di nascita, giramondo per vocazione, Sandro Joyeux ha percorso migliaia di chilometri con la chitarra in spalla, raccogliendo tradizioni, dialetti e suoni del Sud del mondo. Canta in Francese, Inglese, Italiano, Arabo e in svariati dialetti come il Bambarà, il Wolof, il Dioulà. La sua ispirazione fortemente votata ad un mondo che migra e si contamina lo ha reso protagonista di tante iniziative a sostegno dei migranti. È reduce da centinaia di concerti che lo hanno visto calcare i palchi di club e prestigiosi Festival di musica world e non solo, in Italia e all’estero.
Il programma di domenica 27 luglio si apre alle 17.30 con la seconda replica di “Non una grande storia” , anteprima della nuova produzione del Teatro dei Venti con Vittorio Continelli. Alle ore 19.30, Mario Barzaghi e il Teatro dell’Alberto presentano “Sancio Panza e Non Chisciotte”. Un personaggio classico può ribellarsi al suo autore? Possiamo immaginare una linea drammaturgica che si discosta da quella ufficiale? Possiamo ripensare il personaggio e costruire una storia dove l’antagonista diventa protagonista? Lo spettacolo è un tentativo di risposta a quest’altra visione, un pretesto per cambiare il testo e per dare a Sancio la possibilità di manifestare, di protestare. Una produzione Teatro dell’Albero. Con Mario Barzaghi. Luci Marcello d’Agostino. Regia Tage Larsen (Odin Teatret).
Alle ore 21.00 si prosegue con “Il mondo altrove – Una storia notturna” di Nicola Galli, coreografo, danzatore, light e costume designer. Una storia notturna è una creazione coreografica in forma di rituale danzato che celebra il moto di un mondo inesplorato. La creazione traccia un percorso ideale tra Occidente e Oriente, ispirandosi ai rituali indigeni dell’America del Sud, ai simboli del teatro Nō giapponese e alla ricerca musicale di Giacinto Scelsi. Un dialogo gestuale – espressione di sostegno vicendevole, dono perpetuo e comunione universale – si dischiude, invitandoci a decifrare i “geroglifici” di questa civiltà ignota e selvatica e ritrovare la nostra umanità nel riflesso dell’incontro.
La giornata del 27 luglio si conclude alle ore 21.45 con il concerto di Emanuele Colandrea in piazzetta. Cantante e autore, per brevità e pigrizia detto cantautore, originario della provincia di Latina. La sua prima pubblicazione solista dal titolo “Ritrattati” è del 2015, con tre brani inediti e alcune canzoni di “Cappello a cilindro” e “Eva Mon Amour”, band delle quali è stato autore, chitarrista e cantante. Nel dicembre 2015 esce l’EP di brani inediti “Canzoni dalla fine dell’anno”, canzoni scritte negli ultimi giorni degli ultimi anni, ep che anticipa l’uscita (avvenuta a marzo 2016) del disco/racconto “Un giorno di vento”, disco che ha una parte narrata (il racconto appunto) e una fatta di canzoni dove ci sono le storie dei personaggi del racconto. A dicembre 2017 esce poi “Ritrattati Deluxe”, ristampa della prima pubblicazione arricchita da altri 3 brani ritrattati e 1 inedito. A marzo 2020 esce invece l’Ep “I miei amici immaginari” registrato durante la ormai famosa residenza forzata, piccolo concept sull’amicizia immaginaria dove hanno partecipato invece amici reali (Galoni, Roberto Angelini e Lucio Leoni). A marzo 2022 l’ultima pubblicazione “Belli dritti sulla schiena”, album prodotto in collaborazione con Pier Cortese. “Uno” è il nuovo disco, pubblicato a marzo 2025.
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La tappa modenese di Fuoripista, il format culturale di ATER Fondazione dedicato al circo contemporaneo e alla musica di qualità, comincia venerdì 1 agosto alle 19.00 con “Swan”, uno spettacolo della compagnia Tardito/Rendina, nell’antica chiesa del borgo di Gombola. Un uomo, solo nella sua stanza, danza tra sogno e ironia inseguendo l’eco del Lago dei Cigni. “Swan” è un viaggio intimo e surreale, tra desiderio di evasione e metamorfosi, in bilico tra il bisogno di innocenza e la forza di ribellarsi ai miti. Un atto poetico, tenero e visionario. Ideazione e interpretazione Aldo Rendina. Accompagnamento alla creazione Federica Tardito. Musiche da Swan Lake di P. Tchaikovsky. Elaborazioni musicali Alessandro Achilli e Aldo Rendina. Disegno luci Lucia Manghi. Costumi a cura della compagnia. Produzione compagnia Tardito/Rendina, co-produzione Ass. Sosta Palmizi – EUROPA TEATRI. Federica Tardito e Aldo Rendina, danzatori e attori, fondono teatro e danza contemporanea. La loro poetica esplora l’ironia, ricercando il piacere di osservarsi drammatici per scoprirsi ridicoli. Artisti associati Sosta Palmizi, affiancano alla creazione un’intensa attività pedagogica, con lo scopo di approfondire e trasmettere agli allievi strumenti per la crescita artistica e personale.
Alle ore 21.00 si prosegue con “Juliet” di Teatro C’Art, uno spettacolo comico, ironico e poetico, ispirato al noto personaggio shakespeariano di Giulietta Capuleti vissuto attraverso la purezza e la semplicità dello sguardo clownesco. Il clown scopre e rivela al pubblico la sua follia d’amore, il suo fallimento nel tentativo di raccontarlo e la sua genialità nel giocare la tragedia finale. Di e con Stefano Marzuoli. Regia André Casaca. Contributi artistici Teresa Bruno e Riccardo Puccetti. Produzione Teatro C’art Comic Education.
La follia d’amore si è fatta filo conduttore e motore di tutta la drammaturgia. Infine, la direzione seguita nel percorso di ricerca coincide con l’idea di poter rappresentare attraverso l’arte del clown, e con un linguaggio non verbale e non narrativo in senso tradizionale, il tema dell’incontro del femminile e del maschile, nella relazione con l’altro e come percorso di crescita e conoscenza dell’individuo.
La giornata dell’1 agosto si conclude alle 22.00 con il concerto delle Wunder Tandem. Due voci, una fisarmonica e un mini drum set. Wunder Tandem è un duo dal carattere disco/punk e dall’impertinente animo clown, pronto a stupire con mash up caustici che abbattono definitivamente le differenze di genere. Wunder Tandem nasce nel 2020 come progetto di busking. Il sound é fresco e potente: due voci, fisarmonica e mini drumset. Le Wunder riarrangiano, mixano e manipolano brani come farebbe un DJ ma in maniera totalmente caustica e analogica. Costumi tigrati fucsia, parrucche e una buona dose di umorismo, hanno contribuito a creare i due eccentrici personaggi. Con il tempo e grazie al feeling con il pubblico e al le improvvisazioni clown tra i due personaggi, Wunder Tandem Live è diventato sempre più uno spettacolo-concerto. Dal 2020 ad oggi il duo ha portato il suo show presso locali, club, festival, tendoni da circo in Italia e all’estero, passando da Glastonbury alla Corea del Sud, realizzando più di 200 date.
Sabato 2 agosto alle 18.00 si inizia con “Abbattoir Blues” di Luigi Ciotta. Uno spettacolo onirico, surreale, comico, crudele ed emozionante che tramite il clown e il circo affronta in maniera dissacrante e non moralistica le condizioni di vita umane e animali all’interno dei macelli. La giornata tipo di un lavoratore di un macello che subirà profondi cambiamenti nel corso dello spettacolo. Una persona sola, dai tratti borderline, che trascorre la vita in mezzo a animali, vivi e morti. Un lavoro alienante e ripetitivo, che si presta alla coreografia del movimento e al circo per esprimere la sua tensione relazionale con la vita, sospesa tra la gravità e la morte. Lo spettacolo unisce teatro di figura, circo, teatro fisico, magia e comicità in una dimensione in cui le parole cedono il passo a suoni, versi e rumori, sia registrati che dal vivo. Così facendo una tematica così pesante riesce ad essere accessibile a un pubblico vasto. Di e con Luigi Ciotta. Regia Adrian Schvarzstein.
Alle ore 20.30 arriva “Circo Kafka” della Compagna Abbiati Schlosser, da “Il Processo di Franz Kafka”. Con Roberto Abbiati e la partecipazione di Johannes Schlosser. Regia di Claudio Morganti. Musiche a cura di Claudio Morganti e Johannes Schlosser. Produzione Teatro Metastasio di Prato e TPE Teatro Piemonte Europa. Lo spazio scenico è un surrogato di circo. È il dramma di K, o forse la commedia di K, che si sveglia e trova poliziotti vestiti di tutto punto nella sua camera. Roberto Abbiati è attore, mimo, musicista, artista poliedrico, porta in scena un teatro artigianale, surreale e poetico. Negli anni ha collaborato con Marco Paolini, Leonardo Capuano, Massimiliano Civica, Bolek Polivka. Al cinema ha lavorato anche con Sergio Rubini e Carlo Mazzacurati. Come illustratore ha realizzato, tra le altre opere, i disegni per due bei volumi su “Moby Dick” di Hermann Melville e “La Divina Commedia” di Dante Alighieri.
Alle ore 21.30 concerto della Banda Giovanile Intercomunale “Novi-Soliera”, direttore Stefano Bergamini. Lo spettacolo “I favolosi anni 60” racconta gli anni del boom economico attraverso le canzoni, usate come chiave di lettura per interpretare i cambiamenti sociali e culturali del periodo. I successi musicali di quegli anni riflettono infatti il desiderio di rinnovamento e, soprattutto verso la fine di quel decennio, una profonda insoddisfazione e voglia di cambiamento.
Domenica 3 agosto il festival si apre alle ore 18.30 con “Rio” di Giulia Cammarota, l’unica funambola in Italia a camminare a grandi altezze. Diplomata all’Accademia Cirko Vertigo, oggi è protagonista di uno spettacolo di arti circensi delicato e onirico, tutto al femminile, che si sviluppa verso l’alto, nel paesaggio di Gombola. La storia di “Rio” è un viaggio dolce e amaro che ci parla della nostra vulnerabilità e di come, accogliendola, possa essere punto di forza. Per fortuna Rio ha un grande mastro, presentatoglisi in sogno, che la aiuta a comprendere che non sempre questa vita si svolge in perfetta armonia.
Alle ore 21.00 nella chiesa del borgo va in scena “Trickster” di Opera Bianco, un danzatore, solo in scena, si divincola tra tra citazioni cinematografiche e digitali, immergendosi un’intera scena del film del 1921 The Playhouse, in cui Buster Keaton interpreta una scimmia, che imita dei clichés del comportamento umano. La danza è costruita attraverso un collage di materiali multiformi, in cui il corpo è disposto in uno stato di costante domanda. La qualità fisica è nutrita dalla pittura sensuale e cinetica di Francis Bacon. Il ritratto che ne emerge in primo piano è un corpo abitato, animato dal dialogo serrato tra la propria specificità anatomica e gli inviti, quasi acrobatici, delle partiture. Questo lavoro interpella il Trickster, figura liminale tra il mondo degli uomini e quello degli dèi. Il Trickster rovescia sensi e significati e nel distruggere crea, o meglio ricrea, in una posizione mai dominante, ma sempre laterale, duplice e dialogica. Concept, regia, luci, spazio Vincenzo Schino. Coreografia Marta Bichisao. Suono Dario Salvagnini. Pittura Pierluca Cetera. Performer Luca Piomponi. Macchinistica Fabio Tomaselli. Produzione PinDoc, OPERABIANCO.
Opera Bianco è un gruppo di ricerca artistica fondato da Marta Bichisao, danzatrice e coreografa e Vincenzo Schino, regista e artista visivo. Dal 2006 sceglie l’universo teatrale per esplorazioni multilinguistiche tra danza, performing art, arti visive e video. La poetica di OB fonde coreografia, cinema e arti visive. La scena evoca un montaggio di azioni simultanee, alternando primo piano e campo lungo. Centrale è la dialettica tra comico e tragico, incarnata dal clown, in esperienze immersive che sfidano i punti di vista consueti del pubblico.
Il Festival si conclude alle ore 22.00 con il concerto di Slick Steve and The Gangsters, quartetto esplosivo che propone una contaminazione artistica tra sonorità vintage e moderne, Swing, Rock’n Roll e performance circensi, che spaziano dalla magia alla giocoleria. L’asso nella manica del gruppo è lo spettacolo dal vivo, che riesce a trasformare un evento musicale in un vero e proprio “show” d’altri tempi!
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Il Festival si tiene a Gombola (Polinago, MO).
Parcheggio nel campo da calcio di Gombola in Via Castello; salita al borgo a piedi (durata 15/20 minuti) o con Navetta gratuita.
Email: biglietteria@trasparenzefestival.it
Sito: www.trasparenzefestival.it